Radar sulle moto: tutto bello, tranne l'estetica

Radar sulle moto: tutto bello, tranne l'estetica

Le ammiraglie di molti marchi motociclistici stanno adottando i radar per il cruise control adattivo e per il monitoraggio dell'angolo cieco, ma questo sta causando problemi estetici non da poco. Avremo un'integrazione migliore di questi sistemi in futuro?

03.01.2022 ( Aggiornata il 03.01.2022 11:04 )

Una delle tecnologie che il mondo auto sta riversando anche nelle due ruote è senza dubbio il monitoraggio del traffico e della strada con l'utilizzo di radar. Questo consente alla moto di utilizzare il sistema di cruise control adattivo e di identificare se ci sono veicoli nell'angolo cieco, avvisando con un segnale luminoso il pilota. Tutto bello tranne una cosa: il radar è ingombrante e deve avere una superficie piana e ampia abbastanza da permetterne il corretto funzionamento, un bel problema in un mezzo di trasporto piccolo e con i centimetri contati.

Sistema sicuro e comodo, ma antiestetico

La tendenza degli ultimi anni è di avere moto dalle forme filanti e snelle, non troppo abbondanti anche per quanto riguarda il segmento delle turistiche e delle GT. Ragion per cui trovare lo spazio per inserire un radar piatto, verticale (o leggermente inclinata) e in posizione più esterna possibile al mezzo diventa un lavoro davvero complicato per i designer. 

Con la tecnologia che abbiamo a disposizione ora, si possono realizzare radar anche leggermente curvi, ma non troppo, per questo la Kawasaki ha dotato la sua H2 SX SE di un elemento integrato al centro del frontale, leggermente piegato a seguire la linea del cupolino e togliendo spazio a quello che prima era un faro a sviluppo verticale. Risultato decente, ma riusciuto solo in parte, perchè al posteriore l'unico posto libero è sul portatarga, dove il radar causa un obbrobrioso prolungamento che appesantisce tantissimo la linea. Usando una moto che in origine non lo prevedeva, questo è il meglio che sono riusciti a fare ad Akashi

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