MotoGP, a Valencia chiusa un'epoca: cosa lascia Valentino Rossi?

MotoGP, a Valencia chiusa un'epoca: cosa lascia Valentino Rossi?

Fra i mille lasciti della sua carriera ce ne è uno che dovremmo sottolineare: la leggerezza

Nicolò Bertaccini

14.11.2021 14:18

La corsa di Vale è terminata, adesso ci siamo. Il suo farewell tour è durato pochi mesi, dopo l'annuncio di Agosto. Dopo 25 anni in giro per i circuiti del mondo ha deciso di fermarsi. Cosa lo aspetterà in parte ce l'ha già raccontato. Cosa aspetta noi, sarà da scoprire. Personalmente sono sempre stato un suo tifoso, uno che si è esaltato con le sue vittorie, uno che nel 2011 aveva gli occhi che brillavano a pensare al connubio con la Ducati. Mi pareva una bellissima storia Hollywoodiana. Purtroppo divenne un incubo e forse un po' da quell'esperienza partirono o comunque si rafforzarono le divisioni fra i tifosi. 

Io non mi sono mai sentito un ultras, forse l'unico pilota per cui ho travalicato il limite del semplice tifo è stato Loris Capirossi, al quale concedevo ogni alibi nelle sconfitte e che esaltavo ad ogni sorpasso.

Però è indubbio che Valentino chiuda un'era, ci sarà per forza un prima ed un dopo, anche se forse ce ne accorgeremo solo fra qualche anno. Ma non voglio parlare del suo lascito, della sua legacy, come amano dire gli sportivi statunitensi. Ho letto molte cose interessanti, molte analisi argute e sono curioso di vedere cosa si concretizzerà, fra le mille previsioni. Nei prossimi mesi leggeremo tanto, usciranno articoli, libri (mi aspetto anche un “Ricette dal Paddock, in cucina con Vale”).

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Leggerezza e genuinità

A me mancherà la leggerezza, anzi penso dovrebbe mancare a tutti. O almeno, un certo tipo di leggerezza che sarà irripetibile, che non funzionerà più e che sarà grottesca se messa in atto da altri. Valentino è entrato nei box e nel paddock quando ancora i piloti erano professionisti per meriti, non perché muovevano soldi e sponsor, quando il giro d'onore si faceva sventolando la bandiera della propria nazione e non il proprio logo. Non ne faccio una questione di talento di guida e non la intendo come una classifica di merito, mi riferisco ad una evoluzione del pilota e del professionismo. 

La sua appartenenza ad un'epoca passata ce la ricorda ad ogni gara, con il suo ferma-cerniera con quelle tre lettere che da un paio di decenni stanno proprio sotto alla testa, quel WLF di cui tutti noi conosciamo il significato. Ok, si fa per scherzare e per provare anche noi ad essere leggeri, ancora una volta. Non me ne vogliano i paladini dei diritti delle donne, che hanno il mio sostegno, il mio ringraziamento e la mia partecipazione. Ma la leggerezza con cui Rossi può andare in giro per il mondo con quell'inno stampato sulla tuta è una cosa che non vedremo mai più.

E secondo me perdendoci. Ma ci pensate ad un pilota odierno che magari decide di correre con scritto sul cupolino ELC (evviva le chiappe)? Quanto potrebbe durare prima di venir crocefisso? Chi potrebbe permettersi una cosa del genere, quando sportivi di tutto il mondo vengono addidati a cattivo esempio e promotori di comportamenti sessisti. Nella stragrande maggioranza dei casi a ragione. Purtroppo viviamo un'epoca in cui le donne vivono ancora troppi svantaggi, questo non è in discussione in nessuna riga di questo pezzo e dovrebbe essere nostra missione quotidiana colmare certe ingiustizie. Però in un mondo in cui le ombrelline pian piano spariscono e in cui forse troppo spesso si guarda il dito e non si prende in considerazione la Luna a me piace che Rossi possa girare con WLF per tutto il mondo, perché non c'è nulla di sbagliato, forse solo di leggero, scanzonato. 

Il lascito di Rossi, quello che dovremmo far restare

Il vero lascito di Valentino, tolti i video dei trionfi, i record e la fama mondiale per me sarà proprio questo: la genuinità. Almeno nella prima parte della sua carriera. E' chiaro che  crescendo anche lui ha perso un po' della sua genuinità iniziale, non potrebbe essere diversamente. Sono terminate le scenette, sono diminuite le battute. Però pensando al suo ritiro, al fatto che sia arrivato alla fine mi strappa un sorriso pensando che si chiude forse definitivamente un'epoca di leggerezza. 

Parlando della sua futura paternità ha anche fatto un commento in cui si è detto felice di essere in attesa di una bimba perché così non dovrà vederla correre in moto. Anche questa battuta, se non l'avesse fatta Valentino Rossi, sarebbe stata stigmatizzata. Se ci penso mi viene da dire che sarebbe stata giustamente stigmatizzata così come, allo stesso tempo, è giusto che non sia stata (troppo) stigmatizzata. Perché leggerezza, genuinità vuol anche dire poter fare un commento, senza alcuna malizia, semplicemente guidati dal timore che ogni padre avrebbe. Perché sono sicuro che se un domani la piccola Rossi volesse salire in moto Vale la sosterrebbe con tutta la forza che ha ma è normale che un padre manifesti le sue paure. Anche sbagliando parole. E' vero che chi ha fama e visibilità deve essere oltremodo responsabile di quello che dice e di come lo dice ma penso che ogni tanto sia anche giusto prendersi un attimo per capire, prima di giudicare ed etichettare.

Un mondo migliore non è un posto senza leggerezza

Questo per me è il suo lascito: la capacità di essere leggero e genuino, di scherzare anche su temi sui quali ormai a nessuno viene concesso, di potersi far scappare qualcosa al di fuori di comunicati mediati e legalmente ponderati. In questi 25 anni non ricordo sia mai rimasto coinvolto in scandali che possano aver dato adito a pensare a sue posizioni misogine o altro. Non ha un personaggio da bad-boy, non è un cattivo ragazzo, non è un uomo che odia le donne. Anzi, tutt'altro, mi vien da dire. E si è permesso di giocarci per anni. Questa è la cosa che dobbiamo ricordarci. La strada da fare per avere una Rossi in pista a correre su una MotoGP è ancora lunga, così come la strada che porta ad avere una società che sia decentemente equilibrata. E ogni frangente della nostra vita è un'occasione per tendere una mano ed avere comportamenti costruttivi e fair, non dobbiamo abbassare la guardia, questo è vero. Però alcune volte ci vuole leggerezza, perché la leggerezza ci ricorda il perché dobbiamo combattere ogni giorno per avere tutti le stesse opportunità, le stesse libertà, le stesse occasioni. 

Non è togliendo il WLF dalla tuta di Rossi che avremmo migliorato il mondo ma forse ricordandoci di essere leggeri potrebbe aiutarci a guardare meglio la luna lasciando stare il dito.

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