Ali che cambiano: marketing o sviluppo tecnico?

Ali che cambiano: marketing o sviluppo tecnico?

Appendici aerodinamiche, flap, deflettori: chiamatele come volete, resta il fatto che le “alette” sono un argomento estremamente dibattuto. Negli ultimi tempi hanno anche cambiato forma e ora tendono a essere meno ingombranti… parliamone

18.01.2021 23:55

La tecnologia ha fatto passi da gigante. È una corsa forsennata: negli ultimi 10 anni l’elettronica ha invaso a macchia d’olio il mondo delle due ruote, con il risultato che oggi anche gli scooter hanno il controllo di trazione. Molti sostengono che “si stava meglio quando si stava peggio”, ma noi non siamo d’accordo: provate una moderna superbike tra i cordoli di una pista, o una maxi-naked su un passo di montagna. Capirete in fretta di cosa parliamo. Negli ultimi 2-3 anni però anche l’aerodinamica sta acquisendo un ruolo sempre più dominante nella progettazione di una motocicletta. Oggi, tutte le supersportive (a parte qualcuna) sono vendute già di serie con voluminose appendici aerodinamiche, volgarmente chiamate “alette”. Sono frutto di importanti studi in galleria del vento e, teoricamente, servono ad aumentare il carico sull’avantreno, con tutti i vantaggi del caso.

Ma servono davvero o è solo marketing?

Non vogliamo certo proporvi un trattato d’ingegneria con formule e grafici: non sarebbe la sede adatta. Ci limiteremo a qualche considerazione “consapevole”. Prima di tutto, è bene precisare che le cosiddette alette sono sviluppate sui campi di gara della MotoGP, dove ogni elemento aggiuntivo ha una sua precisa funzione. Lo stesso tipo di know-how poi è trasferito sui modelli di serie. Se pensate insomma che le alette siano solo marketing, siete fuori strada. Per darvi un’idea, quelle montate sull’ultima Ducati Panigale V4 generano 9 kg di carico aggiuntivo a 150 km/h, 30 kg a 270 km/h. La loro forma è frutto di meticolose prove in galleria del vento: lo studio di un profilo alare è tra le sfide più grandi per un ingegnere. Ci sono migliaia di sfide da risolvere: i problemi di cavitazione, di condensazione, di distacco della vena fluida… per essere chiari: diffidate dalle alette aftermarket e prodotte da non-si-sa-chi. 

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"UTILI ANCHE SU UNA NAKED"

Sarebbe però un errore pensare che le alette rimarranno una prerogativa delle supersportive. Durante un incontro a EICMA 2019, Yuzuru Ishikawa (Project Leader Honda da molto tempo) ci raccontò cose molto interessanti a proposito delle alette. Vi riportiamo uno stralcio dell’intervista di allora: “Abbiamo progettato le appendici aerodinamiche con due obiettivi: il primo era ridurre la tendenza all’impennata grazie al carico aggiuntivo. Un vantaggio importante in gara, perché aumenta considerevolmente l’accelerazione. In secondo luogo, le abbiamo sviluppate per portarle anche su altri modelli. Il carico aggiuntivo regala infatti più feeling con l’avantreno. Una naked, per esempio, potrebbe essere molto avvantaggiata dall’utilizzo delle ali. Sicuramente saranno appendici più piccole di quelle utilizzate sulla CBR, ma avranno comunque la loro utilità”. 

Un’ultima considerazione. Dalle prime versioni di alette, larghe e ingombranti, si sta via via passando ad appendici sempre più rastremate e incluse nella carenatura. Sicuramente è una scelta voluta anche dai designer, ma non solo. Il fatto che un’appendice si sviluppi in senso verticale piuttosto che orizzontale non cambia il risultato: viene generato più carico sull’avantreno, a vantaggio del feeling e del grip. Raramente designer e tecnici vanno d’accordo, eppure in questo caso…

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