Honda, nuovi ADAS con telecamere: cosa cambia rispetto ai radar

Honda, nuovi ADAS con telecamere: cosa cambia rispetto ai radar

La Casa giapponese è al lavoro su un sistema che dovrebbe aumentare molto la sicurezza attiva

Redazione - @InMoto_it

20.03.2025 ( Aggiornata il 20.03.2025 20:10 )

Tra i Costruttori di moto, Honda si è sempre distinta per le innovazioni tecnologiche, quasi tutte progettate e realizzate in fabbrica. Basti pensare al cambio automatico DCT.

È di questi giorni, invece, la notizia che Honda sta sviluppando un sistema ADAS che utilizza telecamere e che permetterebbe di implementare tutta una serie di controlli elettronici utili in ottica sicurezza attiva.
D’altra parte, il mondo delle 4 ruote insegna…

Storia lunga

In realtà, il mondo degli ADAS era già una realtà attiva, nel mondo delle due ruote. Dal 2020 infatti hanno iniziato ad arrivare i primi costruttori con la loro proposta: Ducati con la Multistrada, KTM con la Super Adventure, e poi a seguire BMW, Yamaha, Moto Guzzi, TriumphTutti sistemi che sfruttano i dati provenienti dai radar, anteriore e posteriore, e che sono in grado di calcolare la distanza di eventuali ostacoli presenti in un determinato raggio d’azione.

All’appello in effetti mancava giusto Honda, che però sta dimostrando di voler portare un sistema per l’appunto più completo grazie all’utilizzo di telecamere. Tra l’altro, è un sistema sviluppato in casa, senza l’ausilio di fornitori esterni come Bosch o Continental.

Come Tesla

Un po’ come fa Tesla sulle auto, quindi, Honda vorrebbe proporre un sistema proprietario, che grazie alle informazioni raccolte dalle telecamere, interpolate con quelle dei radar, potrebbe avvicinarsi al concetto di guida autonoma (ovviamente senza arrivare agli eccessi delle auto, ma soltanto proponendo sistemi in ottica sicurezza).
In realtà, il sistema ADAS di Honda si era già visto a EICMA, ma non allo stand Honda, bensì a quello di Astemo, una joint venture nata dalla collaborazione tra Honda e Hitachi e che è già proprietaria di Showa, Nissin e Keihin.

Cosa permette il prototipo

Il prototipo utilizzato per questo primo sistema di ADAS Honda è un’Africa Twin con due telecamere sul cupolino. Queste, rispetto ai radar, sono in grado di identificare i colori, il genere di veicolo e anche le sconnessioni del manto stradale. Questo permetterebbe per esempio di gestire il livello di controllo di trazione e dell’ABS in real-time, in base al fondo stradale, oltre a poter intervenire direttamente sulla taratura delle sospensioni (nel caso siano semi-attrive, ovviamente).

Una provocazione?

Ovviamente siamo ancora in fase di prototipo, ma la provocazione è già bella servita: non è che con tutti questi sistemi, ci si avvicini davvero troppo al concetto di guida autonoma?
Dopotutto, noi motociclisti siamo reticenti verso queste rivoluzioni tecnologiche proprio perché vediamo minato il concetto di guida, di libertà, di poter fare quello che vogliamo con la nostra amata motocicletta. Siamo terrorizzati all’idea che un filtro elettronico possa interferire troppo con l’esperienza di guida. C’è però da dire che, guardando all’attuale panorama motociclistico, le aziende (bene o male tutte) sono state molto brave a realizzare un’elettronica di controllo veicolo che non risulta invadente, praticamente in nessun caso (salvo qualche piccola eccezione). Prendiamo per esempio l’ABS: quelli di ultima generazione sono talmente poco invasivi che è davvero difficile trovare qualcuno che se ne lamenti…Perciò, niente paura: siamo certi che Honda troverà il modo di conciliare l’esperienza utente e i nuovi controlli elettronici.

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento