Sono venti anni di Multistrada. Non sembrerebbe, ma tanti ne sono passati da quel lontano 2003, quando una Ducati dal nome Multistrada 1000 DS viene svelata al pubblico. Monta il desmodue raffreddato ad aria e la matita di Pierre Terblanche la disegna a met&agrave; strada tra una sportiva ed una motard, con un cupolino fuori dal normale, che per la met&agrave; inferiore &egrave; fisso, mentre quella superiore gira insieme al manubrio. In quel di Borgo Panigale, ben pochi immaginano che quella moto, dalla linea cos&igrave; inusuale, disegner&agrave; la storia, diventando in futuro uno dei modelli pi&ugrave; iconici e innovativi. Inizialmente il successo non &egrave; quello che si aspettava, ma la prima svolta decisiva arriva nel 2010, anno in cui la Multi si presenta totalmente rivoluzionata.  La prima svolta nel 2010    Quella Multi fa davvero onore al proprio nome; si rivela realmente una moto tutto fare, potente grazie al bicilindrico Testastretta &ldquo;1198&rdquo; da 150 CV e una ciclistica evolutissima, capace di cambiare faccia e carattere alla semplice pressione di un pulsante, grazie alle configurazioni dell&rsquo;elettronica per la prima volta impostabili selezionando i pratici riding mode. Il passo nel futuro di Ducati arriva nel 2020 con il nuovo motore V4 Granturismo, capace i prestazioni esaltanti con i suoi 170 CV, ma pure in grado di trotterellare mansueto e regolare alle minime andature. La ciliegina che era sempre mancata ai bicilindrici Ducati. Questo segna anche un importantissimo punto di rottura col passato, la distribuzione non &egrave; pi&ugrave; desmodromica, ma con molle di richiamo delle valvole e dell&rsquo;iconico telaio a traliccio in tubi resta solo il telaietto posteriore. Anche la ruota anteriore diventa una 19&rdquo;, un&rsquo;altra scelta decisiva per la facilit&agrave; di guida.  La Multistrada V4 oggi    Oggi la Multistrada V4 &egrave; una moto completissima e capace di affascinare diverse tipologie di appassionati, dallo smanettone in tuta, al turista macina chilometri, passando anche per l&rsquo;appassionato di viaggi avventura. Ma una maxi cilindrata, una top di gamma, diventa giocoforza anche l&rsquo;oggetto a cui dare in dote l&rsquo;intera gamma accessori della Casa, con una conseguente lievitazione del prezzo di acquisto.  Ecco la versione Grand Tour    Durante la celebrazione di questo ventesimo anniversario, Ducati presenta la versione Grand Tour, che a parte l&rsquo;originale livrea grigio-rossa, non porta in dote nulla di nuovo. Semplicemente &egrave; un modello full optional della Multistrada V4 S. &Egrave; dedicata a chi voglia il massimo, senza dover pensare agli accessori da aggiungere al modello base.  Un altro non indifferente vantaggio &egrave; il prezzo 27.590 euro franco concessionario, sono appena 3.600 euro in pi&ugrave; rispetto di una V4 S in versione standard. La lista dei componenti aggiuntivi rispetto ad una Multi sono tanti: borse laterali in tinta con la moto, luci addizionali a LED, radar con funzionalit&agrave; cruise control adattivo, cavalletto centrale, manopole e selle pilota e passeggero riscaldabili, super completa e capace di soddisfare anche il pi&ugrave; pignolo e incontentabile degli acquirenti.  Il primo elemento distintivo della Multi GT &egrave; indubbiamente la grafica dedicata, caratterizzata dall&rsquo;elegante alternanza del grigio delle sovrastrutture e del nero e rosso degli altri componenti.  Partiamo dal reparto sicuramente pi&ugrave; succoso e incisivo, quello elettronico: il fondamentale controllo della ciclistica &egrave; affidato al sistema Skyhook di sospensioni semiattive, che ora offre anche la comoda funzione &ldquo;Minimum Preload&rdquo; capace di abbassare l&rsquo;altezza moto azzerando totalmente il precarico posteriore quando si &egrave; fermi o a bassa andatura. Si attiva solo manualmente, premendo a lungo il tasto mappa sospensioni sul blocchetto sinistro. Una volta innescato, la moto rester&agrave; pi&ugrave; bassa fintanto che non si ripremer&agrave; il pulsante, o si supereranno i 70 km/h, soglia sopra la quale la moto &egrave; programmata per rimettersi in assetto corretto, per ovvie ragioni di guidabilit&agrave;. L&rsquo;abbassamento della moto &egrave; minimamente avvertibile se si &egrave; in configurazione solo pilota, mentre &egrave; pi&ugrave; incisivo in configurazione pilota+passeggero+borse. Ducati lo presenta come il sistema Easy Lift, adatto a facilitare il sollevamento della moto sul cavalletto centrale. A nostro avviso &egrave; semplicemente un buon consiglio del tipo: &ldquo;lascia il quadro acceso&rdquo; per non bloccare le valvole idrauliche delle sospensioni, se si vuol faticare meno a issarla sul centrale. Altri utili sistemi, specialmente in ottica di viaggio, sono il TPMS di monitoraggio pressione pneumatici e il Veicle Hold Control, che semplifica realmente la vita nelle partenze in salita.  Anche alla voce &ldquo;motore&rdquo; non si potrebbe desiderare di meglio: la piattaforma inerziale gestisce il funzionamento di ABS Cornering, Ducati Wheelie Control (DWC) e Ducati Traction Control (DTC), tutti sistemi che lavorano in perfetta sintonia col pilota e di cui ormai &egrave; difficile fare a meno.  Parlando di sicurezza, una grande differenza la fanno i due radar (anteriore e posteriore). Il sistema BDS che controlla l&rsquo;angolo cieco posteriore, tanto utile sulle auto, si rivela un ottimo accessorio anche in moto, quando illuminando una porzione dello specchietto retrovisore, regala una sicurezza in pi&ugrave; ad ogni sorpasso o svolta. L&rsquo;Adaptive Cruise Control, a nostro avviso meno utilizzato su una moto rispetto alle auto (in moto si tende a stare meno in coda dietro agli altri veicoli) torna comunque utile nei lunghi trasferimenti, quando pi&ugrave; il traffico aumenta, pi&ugrave; rende la guida rilassata.  Per non far mancare proprio nulla, oltre a collegare lo smartphone alla strumentazione, &egrave; possibile replicare le mappe del navigatore su display TFT da 6,5&rdquo;, ottenendo una sorta di &ldquo;Android o Apple Car Play&rdquo;, che per motivi prevalentemente commerciali, non ci risulta vengano supportati su alcuna moto al mondo.  Lo diciamo subito, la laboriosa connessione della app Ducati Connect e la risposta a volte tardiva della app di Navigazine Sygic (unica maniera per avere lo screen mirroring) non ci hanno soddisfatto. Bello invece avere comprese le borse laterali in tinta, con capienza 60 litri; queste richiedono d&rsquo;inserire la chiave per essere aperte, mentre su una moto di questo livello le avremmo preferite integrate al sistema key-less, come gi&agrave; &egrave; il comodo tappo del serbatoio.  La piattaforma inerziale permette anche di montare le Cornering Lights (DCL), sistema che fa una differenza abissale nella guida notturna extraurbana, illuminando notevolmente l&rsquo;interno di ogni curva, a tutto vantaggio del piacere e della sicurezza di guida.    Come va su strada la Multistrada V4 Grand Tour    Una volta in sella, l&rsquo;unica differenza dalla versione S base riguarda il manubrio, che &egrave; fissato su supporti privi di silent-block, come avviene sulla versione Rally. Questo permette un pi&ugrave; diretto feedback con la ruota anteriore, al minimo costo di qualche piccola vibrazione in pi&ugrave;. Per il resto tutto &egrave; al proprio posto e la postura &egrave; di quelle da &ldquo;controllo totale&rdquo; della moto e da intere giornate in sella. Quest&rsquo;ultima non &egrave; troppo alta da terra e nel caso, due secondi di pulsante premuto e la moto si abbassa. Da notare che spegnendola da abbassata, la si ritrova esattamente cos&igrave; al successivo riavvio. In realt&agrave; cos&rsquo;altro pu&ograve; offrire una moto che ha gi&agrave; tutto? Ducati gi&agrave; da anni sta dedicando particolare attenzione a tutto ci&ograve; che riguarda il post-vendita, ovvero l&rsquo;affidabilit&agrave; dei componenti e il service. In passato, la percezione di qualit&agrave; da parte del pubblico non era a livello delle avversarie, ma poi l&rsquo;Azienda ha scelto di cambiare rotta adeguando processi e politiche interne. In merito potete leggere cose interessanti nei due box intervista compresi in questa prova. Tutte le Multi V4 hanno il tagliando &ldquo;serio&rdquo;, quello di controllo gioco valvole, fissato a 60.000 km, una percorrenza impensabile solo qualche anno fa e che buona parte dei proprietari nemmeno riesce a percorrere. La garanzia a chilometraggio illimitato &egrave; di 4 anni e a questa si aggiunge, in opzione, la Roadside Assistance, che comprende tutto il mondo: assistenza stradale, trasporto pilota e passeggero, veicolo sostitutivo e pernotto in hotel 4 stelle.  SCOOP DUCATI, ARRIVA IL MONOCILINDRICO: ECCO LA PROSSIMA MOTARDONA IN ROSSO 

<p>Per celebrare i 20 anni dal lancio, arriva un allestimento speciale dedicato ai viaggi (e con un prezzo interessante). Ecco la nostra prova</p> 

Prova, Ducati Multistrada V4 S Grand Tour: tutto e subito

Ducati lega il suo mito anche alla Pikes Peak, la &ldquo;corsa tra le nuvole&rdquo; americana che pi&ugrave; volte ha visto trionfare una moto di Borgo Panigale, capace di registrare anche il tempo record di categoria. Per questi motivi, a partire dalla prima Multistrada 1200 del 2010, il Marchio ha rilasciato varie versioni Pikes Peak delle sue &quot;Multimoto&quot;. Da quanto emerge dai documenti depositati all&rsquo;EPA (l&rsquo;agenzia USA per la protezione dell&rsquo;ambiente), possiamo attenderci una nuova versione per il prossimo futuro.  DUBBI SULL&rsquo;AVANTRENO    Le indiscrezioni ci lasciano sospettare che la nuova Pikes Peak arriver&agrave; sul mercato americano con lo stesso motore V4 Granturismo delle sue sorelle, con uguali potenza ed emissioni. Oggi la competizione non si disputa pi&ugrave;, dopo il tragico incidente che &egrave; costato la vita a Carlin Dunne nel 2019, ma lo spirito della gara rimane nell&rsquo;immaginario degli appassionati e trova spazio nella gamma Ducati. La nuova Pikes Peak dovrebbe affiancarsi alle versioni standard, S e S Sport della Multistrada V4: quello che dobbiamo capire &egrave; come sar&agrave; la nuova moto. Ci aspettiamo un utilizzo abbondante della fibra di carbonio e di ruote pi&ugrave; leggere, per far scendere i 243 kg della moto standard fino ai 215 kg a secco. Geometrie in linea con la Multistrada standard con la ruota da 19&rdquo; potrebbe essere un&rsquo;opzione, o in alternativa possiamo pensare a una crossover pura con avantreno da 17&rdquo;, ipotesi tuttavia pi&ugrave; percorribile per il futuro che non per l&rsquo;immediato.  IPOTESI PREZZO  Ducati non ha rilasciato dichiarazioni che confermino le voci sulla Pikes Peak, quindi avanziamo teorie anche sul prezzo. La differenza tra la Multistrada 1260 S standard e la sua versione Pikes Peak era di circa 4.000 euro, mentre la nuova Multistrada V4 S parte da 18.990 euro. Se i calcoli sono giusti, la versione speciale dovrebbe assestarsi tra i 23.000 e i 24.000 euro di listino. &nbsp;  Ducati, il secondo semestre 2020 &egrave; da record: 48.042 moto vendute 

<p>Dai documenti EPA conferme sulla versione speciale che andrebbe ad abbinarsi a&nbsp;Standar, S e S Sport della crossover. Stesso motore Granturismo V4, cosa cambier&agrave;?</p> 

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Prova, Ducati Multistrada V4 S Grand Tour: tutto e subito

Ducati, spunta l'ipotesi Pikes Peak per Multistrada V4 S