        Brutte notizie. Il&nbsp;2 gennaio 2023, Ken Block &ndash; stella della Gimkana Rally e pilota di Motocross &ndash; &egrave; deceduto a causa di un incidente con la motoslitta negli Stati Uniti. La sua scomparsa tocca i cuori di tutti, sia quelli che lo seguivano su Youtube sia i grandi appassionati che lo amavano come pilota. L'accaduto Ken Block aveva 55 anni. Stava guidando una motoslitta nello Utah quando, purtroppo, &egrave; stato coinvolto nell'incidente. Seppur quel giorno fosse uscito in gruppo, al momento della morte era da solo e come riporta l'ufficio dello sceriffo, in quel particolare frangente stava affrontando un pendio ripido, ritrovandosi poi la motoslitta che cadeva su di lui. La sua azienda, la Hoonigan Industries, gli rende omaggio con un post Instagram in cui sono riportate le seguenti parole: &ldquo;&Egrave; con profondo dispiacere che possiamo confermare che Ken Block &egrave; deceduto oggi in un incidente con la motoslitta. Ken era un visionario, un pioniere e un'icona. E soprattutto un padre e un marito.Ci mancher&agrave; moltissimo. Vi preghiamo di rispettare la privacy della famiglia in questo momento di lutto".              Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Hoonigan Industries (@thehoonigans)      LE MOTO STORICHE DI GUY MARTIN E COLIN EDWARDS SONO IN VENDITA!       

Il pilota &egrave; deceduto a seguito di un incidente avvenuto mentre era a bordo di una motoslitta nello Utah

Il mondo del cross piange Ken Block

        Storia di un desiderio irrealizzato, di un'amicizia e di un'idea mai avuta prima. Nel 202 Bobby Haas, fotografo e collezionista di moto, mor&igrave; all'et&agrave; di 74 anni e non fece in tempo a godersi l'esemplare che aveva ordinato a Dirk Oehlerking e alla sua azienda di custom. Per Haas, le moto erano molto pi&ugrave; di semplici mezzi di trasporto, erano sculture, oggetti d'arte. Nonostante la sua morte, Oehlerking ha voluto produrre per lui un esemplare davvero particolare.  HONDA CUSTOMS COMPETITION 2022: IL VINCITORE &Egrave; ITALIANO Il progetto Da sempre Bobby era proprietario e curatore dell'Haas Moto Museum di Dallas, in Texas, doveva aveva esposte gi&agrave; tre Kingston Custom nel museo. Per il suo quarto esemplare aveva discusso con il customizzatore su come sarebbe dovuta essere: per base una classica BMW R 100 con motore boxer a due valvole e doveva essere pi&ugrave; lunga di tutte le versioni precedenti. Ecco allora che da questi presupposti &egrave; nata la moto pi&ugrave; estrema mai prodotta da Dirk Oehlerking: col suo classico gusto anni '30 dalla spiccata eleganza (tanto che "Eleganza" era diventato inizialmennte il nome del progetto) stava infatti nascendo un modello con le classiche carenature rotonde aerodinamiche e le ruote scomparse sotto le coperture in lamiera di alluminio modellata a mano. Quando Dirk ebbe sistemato la sagoma allungata, invi&ograve; a Bobby una foto il quale per&ograve; mor&igrave; quattro giorni dopo. Il trauma e l'opera d'arte Dirk era rimasto scioccato e traumatizzato dalla tragica notizia e aveva quindi di coprire con un panno il progetto, lasciandolo al buio per un mese. Grazie a una telefonata emotiva con Stacey, la compagna di Bobby, ha avuto la forza di tornare al lavoro. L'"Eleganza" diventa cos&igrave; "Omaggio": la carrozzeria in pi&ugrave; parti &egrave; stata formata a mano da lastre di alluminio dello spessore di due millimetri. L'abito stretch in alluminio &egrave; completato da dettagli: all'anteriore presenta un faro nascosto dietro gli stretti "reni BMW", al posteriore c'&egrave; invece un fanale posteriore originale della BMW 700. I carburatori sono sotto la sella rivestita in pelle scamosciata marrone, mentre le poche parti che si vedono attraverso la carenatura sono i lunghi collettori di aspirazione, le pedane e il manubrio curvo verso il basso con raccordi, nonch&eacute; il tachimetro a lancetta dal look vintage. Un altro dettaglio di rilievo &egrave; lo specchietto retrovisore singolo con cornice cromata di una Porsche 356 Speedster. Ma la "Omaggio" non &egrave; proprio la moto pi&ugrave; "guidabile" che esiste: la sua lunghezza complessiva di 3,74 metri la rende per niente fluida, ma il problema non si pone perch&egrave; l'esemplare rester&agrave; esposto presso l'Haas Moto Museum di Dallas, Texas. INTERMOT 2022, TUTTO PRONTO PER IL PRIMO APPUNTAMENTO CON LE NOVIT&Agrave; 2023       

L'esemplare su base BMW R100, frutto di una customizzazione da parte del tedesco Dirk Oehlerking, era stata richiesta da Bobby Haas, morto solo 4 giorni dopo aver visto il progetto

"Omaggio", la moto più lunga del mondo dedicata a chi non l'ha potuta vedere

L'esperto di custom Dirk Oehlerking era stato incaricato dal fotografo ed appassionato di moto Bobby Haas di creare un esemplare su base BMW R 100 con motore boxer a due valvole e più lungo di tutte le versioni che già aveva in esposizione al suo Haas Moto Museum di Dallas, in Texas. Oehlerking iniziò il progetto chiamato "Eleganza" ma dopo 4 giorni che Haas lo vide morì. Dopo un mese di incertezze, il customer realizzò "Omaggio", il particolarissimo modello lungo 3,74 metri.

"Omaggio" by Oehlerking: la moto lunga 3,74 metri

Ieri, domenica 29 maggio, &egrave; stata una giornata di estrema tristezza per il Campionato Europeo e Italiano Velocit&agrave; in Salita e per tutto il mondo del motociclismo. Poco l&rsquo;inizio della competizione a Pieve Santo Stefano, il pilota fiorentino Claudio Fioravanti ha perso la vita a seguito di un incidente in sella alla sua Ducati 1000 4T.  Tentativi vani di soccorso  La dinamica del sinistro che ha spezzato la vita al 53enne del Motoclub Sparks Reggello &egrave; purtroppo chiara: poco dopo la linea di partenza la sua moto &egrave; uscita di strada tra i tornanti conosciuti come Curvone e Acquedotto, terminando la corsa con un impatto violentissimo. Immediati i soccorsi per rianimare l&rsquo;uomo, ma nonostante numerosi tentativi non c&rsquo;&egrave; stato nulla da fare. Attivato anche l&rsquo;elisoccorso Pegaso, il quale per&ograve; &egrave; tornato dopo pochi minuti nel proprio hangar. Alla gara erano presenti la moglie e i figli di Claudio Fioravanti, visibilmente sotto shock e assistiti da alcuni medici. La corsa &egrave; stata immediatamente sospesa.  &quot;Il silenzio era terribile, assordante. &Egrave; stata una giornata davvero molto triste per il motociclismo. Purtroppo, come amministrazione, non possiamo che dirci vicini al dolore della famiglia&rdquo;, ha commentato con la voce rotta dalla commozione Claudio Marcelli, sindaco di Pieve Santo Stefano, mentre tutta la Federazione Motociclistica Italiana, a partire dal presidente Giovanni Copioli, ha voluto porgere le pi&ugrave; sentite condoglianze alla famiglia e ai cari di Claudio.  Alla famiglia le condoglianze dalla redazione di InMoto. 

La tragedia &egrave; avvenuta durante il primo round tra&nbsp;Pieve Santo Stefano e Passo allo Spino. La gara &egrave; stata immediatamente interrotta

Lutto nel CIVS: morto in un incidente in pista Claudio Fioravanti

L'imprenditore che nel 1969 ha fondato l'azienda di Pedrosa si è spento all'età di 75 anni

Luigi Termignoni, una vita per le moto: FOTO

Uno di quei nomi, Termignoni, che nel mondo delle due ruote &egrave; da sempre sinonimo di passione, prestazioni e qualit&agrave;. Pi&ugrave; esattamente, lo &egrave; dal lontano 1969, quando Luigi Termignoni fonda a Predosa, nell&rsquo;alessandrino, l&rsquo;omonima azienda. Dapprima un&rsquo;officina, poi concessionaria moto, fino all&rsquo;intuizione geniale - quella di produrre sistemi di scarico e silenziatori ad alte performance - che proietta la Termignoni nel gotha del motociclismo internazionale, con l&rsquo;approdo alle pi&ugrave; importanti competizioni motociclistiche a livello mondiale e a numerose partnership nella produzione di serie.    SUPERBIKE, MotoGP, ma anche gare estreme come la Paris Dakar. Il palmares Termignoni &egrave; davvero ampio: tante le moto &ldquo;mondiali&rdquo; la cui voce ha ruggito forte attraverso i tubi dell&rsquo;azienda di Pedrosa. Una storia che, dagli anni &lsquo;80, si lega a doppio anello (sport e produzione) a quella della Ducati, dando inizio ad una collaborazione lunga e proficua.&nbsp;  DOPO AVER CEDUTO L&rsquo;AZIENDA NEL 2009, Luigi Termignoni ha continuato a seguirne le sorti da vicino, ricoprendo il ruolo di presidente fino al 2015. Un grande protagonista del motociclismo che purtroppo ci lascia. Da tutti noi, le pi&ugrave; sentite condoglianze alla famiglia. 

Il noto imprenditore, patron dell&rsquo;azienda di Predosa fondata nel 1969, si &egrave; spento all&rsquo;et&agrave; di 75 anni

Lutto nel mondo moto: addio a Luigi Termignoni

Leopoldo Tartarini, padre dell'Italjet ci ha lasciato. Il ricordo di un incontro Suona il telefono: &ldquo;Federico, sono Leopoldo. Volevo ringraziarti per l'articolo e rinnovarti l'invito a casa. Vorrei che la vedessi, casa mia, &egrave; un po' particolare. Ci facciamo una grigliata, invitiamo anche Lucia (Voltan, all'epoca collega a Motosprint) e ci divertiamo, vedrai.&rdquo;.  Erano tre mesi fa. Inutile dirvi che per una cosa o per l'altra questa grigliata non si &egrave; mai fatta.  Appassionato. Ecco come definirei Tartarini. Appassionato senza limiti e senza schemi. Non di moto, non solo. Appassionato alla vita. Quando mi ha raccontato del suo viaggio intorno al mondo con l'amico Giorgio Monetti l'ha fatto con una semplicit&agrave; e una dolcezza che mi hanno spiazzato. Come fosse la cosa pi&ugrave; naturale del mondo: &ldquo;Sai&rdquo;, diceva, &ldquo;quello che volevo fare era innanzitutto uscire da Bologna, poi chiss&agrave;. Ho chiesto se qualcuno voleva venire con me, e Giorgio ha detto-io!-&rdquo;.  Elegante: ecco la prima cosa che ho pensato stringendogli la mano Mi ha fatto sedere davanti ad un'enorme scrivania. Si &egrave; posizionato affianco a me e ha iniziato a raccontare la sua storia.  Tartarini bambino su &ldquo;minimoto&rdquo; inventate dal padre, Tartarini pilota ufficiale, l'incidente, i sidecar, il viaggio, l'Italemmezzeta, l'Italjet. Tartarini alla porta di Brandeburgo con l'auto e un motore MZ nel bagaglio, alla ricerca di un partner commerciale perch&eacute; &ldquo;volevo fare qualcosa di nuovo, e di mio&rdquo;.  Poi i successi della Italjet: i cinquantini che hanno fatto sognare prima la generazione di mio padre, poi la mia. Io avevo un Formula 50 e fantasticavo sul Dragster; mio padre sulla Vampire. Dietro questi sogni adolescenziali, i pi&ugrave; belli e puri, c'era quest'uomo seduto al mio fianco, appoggiato ad un'enorme scrivania.  Ah la vita. Oggi Leopoldo Tartarini ci ha lasciato. Rimpiango di averlo incontrato solo una volta. Ma che bello che &egrave; stato.  Grazie di tutto.  Vi ripropongo la parte finale dell'intervista che mi ha rilasciato. E' quella dove pi&ugrave; si capisce la persona che era.&nbsp;  Questa voglia di inventare, cambiare, &egrave; sempre stata la sua forza. Si pu&ograve; dire che hai sempre inseguito le tue idee...  Avevo voglia di innovare, non tiravo ai grandi numeri e non prevaleva mai il calcolo economico. Avevo voglia di fare, di cambiare, di mettermi in gioco. Cercavo il consenso, pi&ugrave; che il denaro. Feci tante moto, anche per gli altri. Non ce la facevo nemmeno io a stare dietro a me stesso.  Credo, anzi sono sicuro, che la tua inventiva ti sia sempre stata riconosciuta. Tartarini &egrave; un personaggio molto romantico del mondo moto  Ho sempre inseguito i miei sogni: il giro del mondo, le corse, fare moto.... Ho fatto molte cose nella mia vita...  Dimmi una cosa: pensi che potrebbe esistere un Tartarini oggi?  Per me si. Guarda anche l'ultima Grifon, quella del 2000.... secondo me &egrave; pi&ugrave; attuale adesso che quindici anni fa., quando l'ho fatta. Tutt'ora io ne ho di idee...&nbsp;  Secondo te l'evento che ha cambiato la tua vita &egrave; stato il viaggio?  Si perch&eacute; nel viaggio si pensa... Devi capire che si facevano dieci, dodici ore di guida al giorno. Non voglio fare l'Archimede Pitagorico ma non ho cercato di inventare solo nel mondo moto, anche nelle bici... anche casa mia &egrave; una cosa un po' strana, molto piacevole.  Qual'&egrave; la realizzazione di cui vai pi&ugrave; fiero?  Difficile dirlo perch&eacute; sono i momenti che hai vissuto nel farla che ti danno soddisfazione, non tanto quando va sul mercato. E' tutto l'iter prima.. andare a cercare un motore...Quando sei li che pensi cosa fare dormi tre ore per notte...  Hai mai dormito pi&ugrave; di tre ore per notte?  (Ride, si alza, mi mostra le moto).  Cos&igrave; voglio ricordarlo.&nbsp;  Ciao  Federico Garbin  

Leopoldo Tartarini ci ha lasciato oggi, all'et&agrave; di 83 anni. Era il padre dell'Italjet. Il ricordo di un incontro

Ciao Leopoldo 

La terza tappa della Dakar, quella tra San Juan e Chilecito, si chiude con una terribile notizia.  La morte del pilota polacco trentanovenne Michal Hernik, al suo debutto al raid con il numero 82.&nbsp;Hernik non era comunque nuovo nell'ambiente, aveva infatti gi&agrave; partecipato all'Abu Dhabi Desert Challenge nel 2014 e al Rally&nbsp;del Marocco nel 2013.  Poco dopo le 16,00 (ora locale), il corpo senza vita del giovane &egrave; stato trovato da un elicottero medico dell'organizzazione a circa 300 metri dalla pista, dopo che ne era stata segnalata l'assenza all'arrivo qualche ora prima. Ancora ignote le cause del decesso, anche perch&eacute; il concorrente non presentava alcun segno esteriore di lesione.  La Dakar conta cos&igrave; la settima morte dal suo arrivo in terra sudamericana (e la ventottesima dalla prima edizione del 1979): il&nbsp;francese Thierry Pascal nel 2009, l'argentino&nbsp;Jorge Mart&iacute;nez Boero nel 2012, il francese&nbsp;Thomas Bourgin nel&nbsp;2013 e il belga&nbsp;Eric Palante lo scorso anno.  &nbsp;  Giulia Cassinelli    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

Un elicottero medico trova il corpo senza vita del pilota polacco Michal Hernik al km 206 della terza tappa

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