L&#39;editoriale di InMoto di aprile si chiudeva con un auspicio: che il mondo tornasse pacificamente silenzioso. Che si deponessero le armi. Che riprendesse il dialogo. Nulla di tutto ci&ograve; &egrave; successo. Nel momento in cui scrivo queste righe, i missili continuano a cadere sull&rsquo;Ucraina e si intensificano le sanzioni economiche contro l&rsquo;aggressore. La diplomazia sembra impotente. La situazione &egrave; drammatica. Il futuro molto incerto. Il dramma di milioni di persone in fuga e i morti si accompagnano a problematiche economiche che investono l&rsquo;Europa intera. Il 40% del gas che arriva nel vecchio continente &egrave; russo.  E si profilano all&rsquo;orizzonte nuove sanzioni che con tutta probabilit&agrave; determineranno il blocco (parziale o totale) della fornitura. Un&rsquo;azione politica doverosa, che si intreccia con quella di rilancio europeo post Covid (il PNRR) imperniato su una svolta green del pianeta. Confindustria disegna un quadro dell&rsquo;Italia in recessione nei prossimi mesi, ritoccando il PIL al ribasso per il 2022 e suggerendo una revisione proprio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in funzione del nuovo assetto economico mondiale. Proposta che per ora non sembra essere all&rsquo;ordine del giorno del Governo. Non sono giochetti di palazzo o schermaglie tra opposte fazioni politiche: sono scelte concrete che riguardano tutti noi. La bolletta energetica per l&rsquo;industria ha un impatto diretto sui prezzi, sulla competitivit&agrave;, sui posti di lavoro. L&rsquo;approvvigionamento del gas, e di conseguenza il suo costo, incide sulle bollette a fine mese. L&rsquo;incertezza regna sovrana. E ci&ograve; alla lunga non pu&ograve; non avere qualche ripercussione anche sui beni superflui quali la motocicletta e il trasporto leggero nelle citt&agrave;.    La transizione ecologica &egrave; a rischio?  Il costo della benzina (o del diesel), argomento caldo delle ultime settimane, &egrave; un esempio di quanto abbiamo appena detto. In un momento confuso come questo, non sorprende ritrovarsi a fare il pieno di super con prezzi alla pompa spaventosamente alti. Senza peraltro aver ben chiari i motivi reali degli aumenti: abbiamo provato a spiegare il fenomeno nella nostra inchiesta scoprendo che non c&rsquo;&egrave; un fattore determinante, ma un insieme di concause in qualche modo da ricondurre al contesto internazionale. Il governo &egrave; corso ai ripari con un decreto che lima le accise. Ma &egrave; una situazione temporanea... vedremo che cosa accadr&agrave; alla fine di aprile (prorogati gli sconti fino al 2 maggio, ndr). E ancora una volta, con l&rsquo;attenzione si torna l&igrave;, alla transizione ecologica in atto, alla mobilit&agrave; elettrica e alla presa di posizione (troppo spesso rigida) delle istituzioni sull&rsquo;argomento.  Doppia cover, doppio gusto  Le aziende produttrici di settore (quello delle due ruote) si stanno attrezzando sempre meglio per rispondere al cambio di rotta impresso dalla societ&agrave; alla mobilit&agrave;. Per ora quella urbana, che risulta la meno sensibile al deficit infrastrutturale (e culturale) che permea l&rsquo;Italia. Ne parliamo approfonditamente nello speciale che trovate in questo stesso numero di InMoto, caratterizzato da un lay-out davvero particolare. Una doppia copertina, la seconda &ldquo;rovesciata&rdquo; opposta a quella tradizionale, che anticipa una serie di approfondimenti sul mondo dell&rsquo;elettrico e su quello degli scooter tradizionali per offrire al lettore uno spaccato di quello che lo attende nel breve e medio periodo. Con qualche spunto per ragionare anche sul futuro pi&ugrave; lontano. Insomma, in un momento in cui anche le materie prime hanno aumentato il loro costo (leggi: la carta) InMoto vola alto, offrendo contenuti extra allo stesso prezzo. Un messaggio chiaro e forte.  

Il conflitto in Ucraina riguarda tutti noi e incide, direttamente o indirettamente, anche sulle nostre abitudini, le nostre passioni. E mette in dubbio le certezze riguardo la transizione ecologica e la mobilit&agrave; del futuro

Editoriale del Direttore: L&rsquo;economia delle bombe

        Ecologia e motociclette, come sappiamo, &egrave; un binomio controverso. La passione per le due ruote &egrave; condizionata - molto pi&ugrave; che per le auto - da un viscerale amore per meccanica e benzina, ed &egrave; anche per questo motivo che la diffusione delle moto elettriche &egrave; molto pi&ugrave; lenta rispetto alle quattro ruote. Ma la sostenibilit&agrave; non &egrave; solo un argomento limitato a "elettrico s&igrave;, elettrico no", e le aziende produttrici questo lo sanno bene. Fin dove si sta spingendo l'impronta ecologica del mondo delle due ruote e che cambiamenti porter&agrave; nel futuro? Ci sono progetti concreti o &egrave; solo greenwashing? Qualcosa si muove, ma c'&egrave; ancora tanto da fare&nbsp; E' vero, le moto elettriche non inquinano quando le utilizziamo, ma &egrave; giusto ribadire che anche loro non sono a impatto zero. La sostenibilit&agrave; dei mezzi a batteria in commercio al momento &egrave; tale solo se consideriamo l'uso effettivo, perch&egrave; i metodi di produzione non hanno ancora iniziato ad essere davvero amici dell'ambiente. Ci troviamo in una situazione particolare, in cui per produrre un mezzo ecologico usiamo tecniche e macchinari non ecologici. L'estrazione degli elementi naturali necessari per queste nuove tecnologie (cobalto e litio, ad esempio) si basa ancora sulla distruzione del suolo e sullo sfruttamento della manodopera (moderno schiavismo). La produzione in catena non ha ancora ridotto l'inquinamento degli stabilimenti e il trasporto avviene ancora con il solito sistema di container/navi/camion che incide tantissimo nella CO2 emessa nell'atmosfera. Le case motociclistiche stanno facendo qualcosa a riguardo?  &nbsp; Dichiarazioni di intento e report, ma nessuna rivoluzione Fino ad ora le conferme ufficiali di un netto cambio di rotta dell'industria due ruote non sono ancora arrivate, ma si fa narrazione green con delle dichiarazioni di intenti che dovrebbero portare - un giorno - a passi avanti pi&ugrave; concreti. Harley-Davidson (Livewire a parte) ha una sezione dedicata alla sostenibilit&agrave; in cui porta avanti il "verbo" green e l'obbiettivo di ridurre il consumo e le emissioni delle sue moto endotermiche e dei suoi impianti di produzione.&nbsp; C'&egrave; Ducati, che facendo parte del Gruppo Volkswagen aderisce al piano di azienda a emissioni zero di CO2 entro il 2050, e dichiara che il 90% delle moto prodotte a Borgo Panigale &egrave; riciclabile (attenzione, riciclabile e non realizzata con materiali riciclati). Sul fronte orientale anche Honda &egrave; sullo stesso progetto di "carbon neutrality" per il 2050, mentre Yamaha e Kawasaki propongono un report con un po' di dati concreti sulle attivit&agrave; di trasformazione ecologica che stanno portando avanti (qui e qui, se avete confidenza con l'inglese). Insomma, pi&ugrave; o meno tutti i marchi hanno una sezione ufficiale che si sta occupando dell'ambiente e della sostenibilit&agrave; di produzione e processi.&nbsp; Chi invece sta portando avanti ricerca e sviluppo per realizzare davvero qualcosa di nuovo e 100% green non ha un nome altisonante, ma sono una serie di startup che in giro per il mondo fanno esperimenti con materiali, tecniche di produzione particolari e nuove tecnologie. Per esempio l'elettrica americana Tarform, che produce una elettrica "biodegradabile" utilizzando una fibra di semi di lino al posto della plastica, scarti vegetali per la sella e pigmenti naturali per la carrozzeria al posto di vernici tossiche. C'&egrave; anche un'azienda svedese di nome Stilride che metter&agrave; in commercio uno scooter elettrico con una innovativa tecnica di produzione tramite piega di acciaio riciclato. Sono solo due esempi, ma validissimi.  &nbsp; Il greenwashing &egrave; un problema serio Sembra tutto magnifico, il futuro ci sorride e le aziende hanno finalmente cambiato rotta. Ma non facciamoci ingannare troppo. Ultimamente il termine "greenwashing" &egrave; molto utilizzato, perch&egrave; sintetizza in una parola la tendenza di tantissime aziende a dichiararsi a favore della sostenibilit&agrave; con mosse di marketing e comunicazione ben precise, atte anche a nascondere le pratiche tutt'altro che green che ancora vengono perpetuate.&nbsp; E' con il greenwashing che vediamo aziende petrolifere cambiare logo e mission, diventando in brevissimo tempo paladine dell'ambiente, e i produttori di mezzi inquinanti improvvisamente amici della natura. Facciamo quindi le giuste distinzioni e non prendiamo tutte le dichiarazioni ufficiali come oro colato, perch&egrave; al momento (con dichiarazioni di intenti e comunicazione vaga sui principi di sostenibilit&agrave; dei brand) &egrave; difficile capire chi sta facendo davvero qualcosa di concreto e chi invece le spara grosse per motivi di immagine e marketing.&nbsp;  Triumph TE-1: le immagini della naked elettrica       

Il mondo industriale punta alla rivoluzione ecologica, ma a parte le moto elettriche cosa stanno facendo veramente le Case motociclistiche per l'ambiente? Proviamo a fare il punto

Il settore motociclistico sta diventando davvero ecosostenibile?

        La moto non &egrave; solo compagna di avventura su pista e su strada, ma &egrave; anche un oggetto di cui prendersi cura. Tra i nuovi prodotti presenti sul mercato c'&egrave; anche Prodream, lo spray protettivo per moto creato non solo per chi ha profondamente a cuore il proprio mezzo, ma anche per i professionisti. Versatile, semplice da utilizzare e di lunga durata, Prodream ha una triplice funzione: protegge le superfici creando una pellicola trasparente, pulisce e sgrassa senza lasciare aloni e ravviva i colori, creando un effetto lente. Prodream &egrave; un&rsquo;azienda ancora giovanissima: &egrave; stata, infatti, creata nel 2018 da un team di 8 persone, tutte con lo sguardo rivolto al futuro e con un approccio al mercato differente. I prodotti Prodream sono ecologici e altamente biodegradabili, con presenti tensioattivi di origine vegetale per incidere il meno possibile sull&rsquo;ambiente.       

I prodotti della giovane azienda proteggono le superfici della due ruote, puliscono, sgrassano e ravvivano anche i colori, il tutto a zero impatto per l&rsquo;ambiente

Prodream e i prodotti ecologici per la protezione della moto

BMW crede nell'elettrico e lo ha dimostrato presentando il nuovo C-Evolution. Propulsione pulita al 100%, zero emissioni e un piacere di guida garantito da prestazioni in grado di togliere davvero il fiato. Si perch&eacute; il picco di 35 kW regala accelerazioni tali che attaccarsi al manubrio &egrave; obbligatorio. Il tutto in un sibilo che &egrave; parte integrante del gioco.  Facile: si pu&ograve; gestire la potenza utilizzando le quattro mappature disponibili: Eco Pro- Dynamic- Road- Sail che si differenziano sia per la dolcezza di erogazione che per il freno motore che permette anche di ricaricare le batterie. L'autonomia &egrave; notevole: 100 km reali e una strumentazione che consente di tenere sotto controllo tutto, dal consumo istantaneo (di energia), all'autonomia residua.  Il resto &egrave; stile: design BMW, un tocco verde a ricordare la bont&agrave; dei principi e un prezzo elitario (15.750 Euro), abbattibile con gli incentivi statali (il 20% del prezzo al netto delle Imposte). Insomma con poco pi&ugrave; di 13.000 Euro si porta a Casa un mezzo divertente quanto pulito, esente da limitazioni in termini di emissioni.  Si ricarica completamente in 4 ore, dalla presa di casa. Ma se avete fretta in poco meno di tre ore avrete disponibile l'80% dell'autonomia.  Prossimamente su InMoto il primo piano completo  Federico Garbin  [gallery ids="5681,5680,5679,5678,5682"]

Lo scooter elettrico BMW &egrave; arrivato: ecco come va

4 risultati per 'ecologia'

Editoriale del Direttore: L’economia delle bombe

Il settore motociclistico sta diventando davvero ecosostenibile?

Prodream e i prodotti ecologici per la protezione della moto

BMW C-Evolution: prime impressioni