        Lazareth, costruttore francesce di moto custom, ha annunciato la sua chiusura. La sua fama deriva principalmente dal fatto che &egrave; riuscito a mettere in strada modelli in cui venivano fuse le due e le quattro ruote, come la LM847 con motore Maserati, moto a quattro ruote basculante da oltre 450 CV, e esemplari pi&ugrave; convenzionali basate su Yamaha V-Max e Harley-Davidson V-Rod. Lazareth era anche conosciuta per la sua &ldquo;moto volante&rdquo; VTOL. Il saluto del fondatore A confermare l'addio &egrave; stato sui social media il suo fondatore, Ludovic Lazareth. Di seguito, le parole nel post pubblicato: &ldquo;25 anni fa mi sono dedicato anima e corpo, molto pi&ugrave; che a una professione, a una vera e propria ragione di vita: la costruzione di veicoli, principalmente auto e moto, che si distinguessero per il loro design, la loro concezione tecnica, le loro prestazioni. Ci lavoravo, 365 giorni all'anno, 15 ore al giorno, dormendo sopra l'officina per non creare un filtro tra i miei sogni e la realt&agrave;, per essere in contatto diretto con le mie creazioni. Questo mi permette di portare avanti le idee pi&ugrave; folli, i progetti pi&ugrave; audaci, i progetti pi&ugrave; complessi. A 55 anni &egrave; arrivato il momento di prendersi una pausa e mi trovo costretto, per molteplici motivi, ad annunciare la chiusura del laboratorio. &nbsp;A presto, per nuove avventure e per sogni da vivere...&rdquo;              Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Lazareth Motors (@lazarethmotors)      ECOBONUS 2024: TUTTO QUELLO CHE C'&Egrave; DA SAPERE PER MOTO E SCOOTER       

L'annuncio &egrave; stato fatto dal suo fondatore sui canali social, il quale scrive che la sua oltre a essere una passione era &ldquo;una vera e propria ragione di vita&rdquo;

Lazareth conferma la sua chiusura: addio al costruttore di stravaganti custom

Marelli, produttore di componenti automobilistici, ha dichiarato la chiusura del suo stabilimento di Crevalcore, con conseguente spostamento dellla produzione a Bari. L&#39;annuncio &egrave; stato fatto durante un incontro a Roma tra l&#39;azienda e i sindacati. La fabbrica con 230 dipendenti, produce collettori di aspirazione aria e componenti in alluminio per motori automobilistici. La decisione &egrave; motivata da gravi perdite finanziarie, l&#39;aumento dei costi energetici e dalla riduzione della domanda di componenti per motori a combustione interna. La chiusura &egrave; prevista per l&#39;inizio del prossimo anno, intanto I sindacati hanno indetto uno sciopero.    MASTER INGEGNERIA DELLA MOTO DA CORSA: MIX TRA PASSIONE E LAVORO  &quot;Una decisione inaccettabile&quot;  Stefano Bonaccini, presidente dell&#39;Emilia-Romagna, Matteo Lepore , sindaco della Citt&agrave; Metropolitana di Bologna e l&rsquo;assessore regionale allo Sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla, hanno commentato: &ldquo;Una decisione assurda e inaccettabile. Non possiamo perdere una eccellenza del territorio, per storia e competenze, un pezzo importante della filiera della Motor Valley dell&rsquo;Emilia-Romagna. N&eacute; permettere che vengano messi a rischio i posti di lavoro e la realt&agrave; produttiva. C&rsquo;&egrave; una sola soluzione: il Fondo americano KKR riveda la decisione di chiudere lo stabilimento di Crevalcore.  Siamo a fianco dei lavoratori in questo momento critico. Come Istituzioni chiederemo la convocazione urgente del tavolo regionale e ci uniamo alle richieste dei Sindacati affinch&eacute; il Governo convochi immediatamente un tavolo di confronto. In questo nuovo scenario di transizione del sistema dell&rsquo;automotive, non affatto semplice, occorre tenere il tradizionale ma al contempo investire puntando sulle prospettive future dell&rsquo;elettrico e dell&rsquo;ibrido, non fare facili scelte che colpiscono solamente e duramente i lavoratori, impoverendo il territorio.   Il passaggio da Stellantis alla giapponese Calsonic Kansei, controllata dal fondo americano Kkr, avvenuto nel 2018, doveva garantire la continuit&agrave; della Marelli- sottolineano Bonaccini, Lepore e Colla-, un marchio storico conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Non possiamo permettere che venga depauperata in questo modo la filiera italiana dell&rsquo;automotive, a tutto vantaggio di altri Paesi europei, lasciando a casa centinaia di lavoratori. A maggior ragione alla luce dell&rsquo;accordo fra Mef e Kkr su NetCo, la nuova societ&agrave; che comprender&agrave; la rete di telecomunicazioni di Tim, non &egrave; accettabile un disimpegno del fondo americano sullo stabilimento di Crevalcore&rdquo;.  MOTO GUZZI, NUOVO STABILIMENTO DI MANDELLO CON ANIMO GREEN 

Stefano Bonaccini, Matteo Lepore e Vincenzo Colla hanno espresso il loro rammarico per la decisione presa dall&#39;azienda, intanto i sindacati chiedono un intervento del Governo

Marelli, chiude lo stabilimento di Crevalcore: 230 dipendenti a casa

Il mondo delle due ruote perde uno dei suoi pi&ugrave; importanti attori. Si tratta di Egli Motorcycles, una delle aziende pi&ugrave; note a livello mondiale per la costruzione dei telai. Un&rsquo;azienda storica, fondata nel 1965 da Fritz W. Egli, ex pilota svizzero, nel piccolo comune di Oberwil. Dopo cinque anni, in cui i telai di Egli si fanno conoscere, la sede viene trasferita a Betwill, sempre in svizzera. Nel 1975 nasce, a tutti gli effetti, Egli Motorradtechnik.  L&rsquo;annuncio  Il 24 agosto 2023, il sito dell&rsquo;azienda comunica ai clienti l&rsquo;imminente chiusura. &ldquo;Nonostante gli sforzi intensi non siamo riusciti a trovare un successore per la nostra attivit&agrave; a Bettwil.&nbsp;&Egrave; quindi con grande rammarico che abbiamo deciso di chiudere l&rsquo;azienda. Naturalmente, tutti gli ordini in corso continueranno a essere gestiti e completati dal nostro team con la massima cura e puntualit&agrave;. Purtroppo non saremo pi&ugrave; in grado di accettare nuovi lavori o ordini&rdquo;.  L&rsquo;azienda, dal 2015, era passata nelle mani di Alexander Frei (stesso anno in cui Fritz W. Egli lascia il consiglio di amministrazione). La volont&agrave; era quella di trovare un successore entro cinque anni, ma il piano non &egrave; andato come previsto. &ldquo;A tempo debito &ndash; probabilmente nella seconda met&agrave; di ottobre &ndash; avr&agrave; luogo una &ldquo;svendita&rdquo; - si legge ancora sul sito-. Vi informeremo per tempo tramite questo canale&rdquo;.  LA MOTO PI&Ugrave; VENDUTA DEL MONDO? ECCO QUAL &Egrave; 

Da quasi sessant&rsquo;anni un punto di riferimento del settore. Il 24 agosto scorso &egrave; arrivata la notizia della chiusura

Chiude Egli Motorcycles, storico produttore di telai

Si fanno sempre pi&ugrave; insistenti le voci relative al cambio di rotta del nuovo Dpcm. Sebbene sia appena entrato in vigore, il presidente del Consiglio Mario Draghi sarebbe gi&agrave; pronto a modificarlo, visto il numero di contagi da Covid-19 che cresce (preoccupano molto le varianti) e la campagna vaccinale che va a rilento. Un insieme di fattori che ha portato a programmare una riunione straordinaria del premier con i ministri competenti. Al centro dell&rsquo;incontro l&#39;ipotesi&nbsp;di decidere per ulteriore strette, come la concreta possibilit&agrave; di chiudere nel weekend.  A Febbraio il mercato moto soffre, ma torna in positivo  Le ipotesi  Il governo sarebbe intenzionato, secondo le voci, ad accogliere il parere del Comitato tecnico scientifico di estendere il parametro di 250 casi su 100 mila abitanti per sette giorni consecutivi (gi&agrave; previsto per la chiusura delle scuole sia nelle regioni gialle e arancioni) per il passaggio diretto in zona rossa. Cos&igrave; facendo, si faciliterebbe la modalit&agrave; dell&rsquo;ingresso delle varie regioni nella fascia di massima restrizione, sperando di tenere pi&ugrave; sotto controllo la curva dei contagi. Queste chiusure dovrebbero anche permettere di organizzare in maniera pi&ugrave; efficace e veloce la campagna vaccinale.  Di certo pare che non ci sar&agrave; alcun lockdown totale come a marzo 2020. Gli interventi, per&ograve;, vogliono prevenire assembramenti: a tal proposito, tra le idee di cui premier e ministri discutono c&rsquo;&egrave; la possibilit&agrave; di anticipare il coprifuoco e agire con chiuse mirate nei fine settimana. Se cos&igrave; fosse niente gite fuori porta per i motociclisti che vogliono iniziare ad assaporare questi primi scampoli di primavera. Il ministro della Salute Speranza ha espresso la sua preoccupazione: &ldquo;La seconda ondata non &egrave; mai finita, assistiamo a una ripresa molto forte dovuta all&#39;impatto delle varianti, che ci sta portando a misure sempre pi&ugrave; restrittive sui territori&rdquo;.  Dalla MotoGP alla lotta al Covid: Il circuito di Austin diventa un centro vaccini 

Tra le varie possibilit&agrave; a cui premier e ministri stanno lavorando, ci sono lockdown mirati nel fine settimana per evitare assembramenti. Potrebbero sfumare, quindi, eventuali giri su due ruote

Chiusure nel weekend, l&#39;ipotesi del Governo per nuova zona rossa

Moto Morni si ferma momentanemente. Causa la grave emergenza per il Coronavirus che sta interessando tutta l&#39;Italia, la casa con sede a Trivolzio (PV) ha deciso di fermare temporaneamente l&#39;attivit&agrave; fino a data da destinarsi.&nbsp; Questo &egrave; solo l&#39;inzio, gi&agrave; altre aziende hanno chiuso i battenti e presto, molto probabilmente, la decisione riguarder&agrave; tutto il settore moto (e non solo).    La nota di Moto Morini rilasciata su FB  &quot;Cari Amici, alla luce di quanto sta accadendo nel nostro Paese, abbiamo in tutta coscienza preso la decisione di chiudere temporaneamente la nostra Azienda a Trivolzio (PV), perch&eacute; riteniamo che l&rsquo;incolumit&agrave; di tutte le persone che lavorano con noi e della comunit&agrave; intera abbia un valore pi&ugrave; grande, e non necessiti di essere soggetta ad obblighi e divieti per essere salvaguardata. Siamo ovviamente preoccupati, ma altres&igrave; certi che supereremo l&rsquo;emergenza e torneremo a crescere. L&rsquo;Italia ha in s&eacute; la possibilit&agrave; di farcela: siamo strutturalmente un Paese forte. Supereremo sicuramente la crisi agendo con unit&agrave; di intenti e di spirito. A Tutti coloro che dall&rsquo;inizio dell&rsquo;emergenza lavorano in prima linea, rischiando la propria incolumit&agrave; per garantirci un ritorno alla normalit&agrave;, vanno i nostri pi&ugrave; sentiti ringraziamenti e la garanzia del nostro impegno nel rispettare le direttive, che &egrave; l&rsquo;unico modo che abbiamo per aiutarli davvero.  Noi non smettiamo di pianificare esperienze uniche da vivere insieme a voi, perch&eacute; quando tutto sar&agrave; finito sar&agrave; ancora pi&ugrave; bello salire in sella e dare gas!&quot;  Moto Morini X-Cape: arriver&agrave; in autunno 

L&#39;azienda con sede a Trivolzio ha annunciato lo stop alla produzione: &quot;Quando tutto sar&agrave; finito sar&agrave; ancora pi&ugrave; bello salire in sella e dare gas!&quot;

Moto Morini: serrande abbassate per Coronavirus

Polini si ferma, momentaneamente. A causa della grave emergenza in corso per la diffusione di Coronavirus, la Polini Motori si rammarica di comunicare la chiusura della sede di Alzano Lombardo (BG).  DECISIONE DIFFICILE MA OBBLIGATORIA  &quot;Si tratta di una decisione sentita - recita una nota dell&#39;azienda - &nbsp;presa per&ograve; in tutta coscienza della difficile situazione in Italia e le conseguenti restrizioni che il governo italiano sta adottando per arginare la diffusione dei contagi. Una scelta dura ma obbligatoria per la tutela e la sicurezza non solo dei lavoratori, ma anche delle loro famiglie. Il tutto motivato dallo spirito di piena collaborazione con le normative attuali e future emanate dal Governo Italiano.   &nbsp; Polini Motori S.p.A. terr&agrave; costantemente monitorato l&#39;evolversi della situazione, nella speranza di poter riprendere l&#39;attivit&agrave; non appena possibile&quot;.  Polini Zip 70 Evolution - 94 Big Evolution - TMax 530 

Ad Alzano Lombardo saracinesche abbassate a causa della situazione di emergenza&nbsp;COVID-19. Scelta dettata dalla tutela e la sicurezza dei lavoratori e le loro famiglie

Polini: chiusa l&#39;azienda per il Coronavirus

Tutti i mercoled&igrave; dalle 9.00 alle 16.00 durante i mesi di luglio e agosto. Questi sono stati i termini della sperimentazione che ha visto interdetto ai mezzi a motore uno dei passi pi&ugrave; belli delle Dolomiti, il Sella, proprio lungo il meraviglioso &ldquo;giro dei 4&rdquo; che coinvolge anche Pordoi, Gardena e Campolongo. Giro che, per un giorno alla settimana, in piena stagione turistica, &egrave; stato praticamente impossibile completare. E se qualcuno penser&agrave; che in fondo un giorno alla settimana, in nome del silenzio e della pace tra i monti, &egrave; poca cosa... altri, invece, immagineranno subito le facce deluse dei tanti mototuristi, soprattutto stranieri, che ignari del divieto quest&#39;estate si sono visti precludere la possibilit&agrave; di guidare attraverso i meravigliosi tornanti che portano in cima.  ANCHE IL COSTALUNGA NEL MIRINO - Insomma, se da un lato &egrave; vero che tanta bellezza va tutelata, dall&rsquo;altro sorge il dubbio che muri e barricate contro i veicoli a motore non siano esattamente la soluzione adatta. Muri e barricate, tra l&rsquo;altro, destinati a moltiplicarsi nel futuro prossimo venturo, viste le numerose iniziative &ldquo;di chiusura&rdquo; allo studio delle amministrazioni delle province autonome di Trento e Bolzano, come ad esempio l&rsquo;estensione del progetto anche al Passo Costalunga.  PASSI PIENI DI RUMORE E AGGRESSIVIT&Agrave; - Non la pensa per&ograve; cos&igrave;, ad esempio, Reinhold Messner. Ecco cosa dichiarava,&nbsp;a proposito dell&rsquo;iniziativa sul Sella, in un&rsquo;intervista ad inizio estate rilasciata a Il Fatto Quotidiano: &ldquo;Questo &egrave; pi&ugrave; che un primo passo verso il futuro. So che per fare ci&ograve; che per me sarebbe assolutamente necessario ci vorranno anni: la maggior parte dei passi dovrebbe essere chiusa, almeno per gran parte della giornata. Il futuro sta in un cambio radicale delle nostre Dolomiti, anche perch&eacute; dobbiamo conservare e incentivare quel turismo che punta alla lentezza, al silenzio. Dobbiamo restituire le strade ai ciclisti, che attualmente sono quasi pi&ugrave; numerosi di chi si muove a piedi. Sono persone che cercano il silenzio e ora invece abbiamo passi pieni di rumore, di aggressivit&agrave;&rdquo;. E poi aggiunge: &ldquo;Ti ritrovi in parete e non riesci nemmeno a sentire cosa urlano i tuoi compagni di cordata perch&eacute; i motori di auto e moto coprono qualsiasi altro suono&rdquo;.  L&rsquo;ESEMPIO DEL PASSO ROMBO - neanche i passi a pagamento sono il massimo, lo sappiamo bene, ma a questo punto sarebbe comunque una soluzione migliore. Prendiamo ad esempio il Rombo, tra Austria e Italia&hellip; &egrave; talmente grandioso quello che provi salendo in cima, che ti &egrave; subito chiaro: lo spettacolo vale il prezzo del biglietto. Come dire, pago, un po&rsquo; mi scoccia, ma lo faccio affinch&eacute; tutto rimanga cos&igrave; e venga preservato con cura grazie ai proventi. Discorso analogo pu&ograve; essere fatto per un altro gioiello alpino, sempre in Austria, come il Grossglockner. Certo sarebbe meglio che fosse tutto libero e gratuito ma per la tutela di determinati luoghi si pu&ograve; essere anche disposti ad accettare un compromesso. Diverso &egrave; prendere la direzione di una chiusura totale&hellip; e soprattutto cieca.  SONO ALTRI I RIMEDI - Cieca, perch&eacute; la soluzione &egrave; nei controlli e nella regolamentazione: fiaccare le intenzioni di chi scambia il Sella per il Mugello, o di chi, in alta quota, si sente improvvisamente come in Formula1. Cieca, perch&eacute; non tiene conto delle perdite per l&rsquo;indotto, con albergatori e ristoratori gi&agrave; sul piede di guerra. Se da un lato, infatti, i promotori dell&rsquo;iniziativa di questa estate si sono affrettati a dichiararne con soddisfazione il successo (#dolomitesvives, si chiama cos&igrave;); dall&rsquo;altra gli operatori economici dei passi hanno presentato un bel ricorso al Tar, in nome dei mancati incassi. Per non parlare poi del vicino Veneto, ben conscio dell&rsquo;importanza del turismo per la propria economia e non particolarmente persuaso della bont&agrave; di certe iniziative (sono note le dichiarazioni al vetriolo del governatore Zaia sull&rsquo;argomento).  L&rsquo;OPINIONE DELL&rsquo;ANAS - &ldquo;Siamo in presenza di strade statali gestite dalle province autonome. Noi come Anas - ha dichiarato durante l&rsquo;estate il presidente Gianni Vittorio Armani - non siamo affatto per la chiusura, tanto &egrave; vero che, gestendo il passo dello Stelvio tra la Lombardia e l&rsquo;Alto Adige, abbiamo un progetto da realizzare che prevede entro due anni l&rsquo;apertura anche invernale del valico: in modo da consentire l&rsquo;accesso a zone che hanno un valore turistico e di accessibilit&agrave; assolutamente compatibili con la fruibilit&agrave; tutto l&rsquo;anno&rdquo;.  DILLO ANCHE TU - Ma soprattutto, sulla chiusura dei passi, la pensano in maniera diversa i tanti motociclisti che la montagna la amano, profondamente, anche loro. E a modo loro! E che sui tornanti pi&ugrave; emozionanti del mondo hanno vissuto - in maniera civile e con gli occhi ricolmi di belezza - alcuni dei momenti pi&ugrave; belli della loro vita su due ruote. E allora, se siete d&rsquo;accordo, ditelo anche voi&hellip; passi chiusi? No, grazie! 

La sperimentazione &egrave; finita e il Passo Sella torna libero dai divieti. Finalmente! In futuro, per&ograve;, potrebbero moltiplicarsi iniziative di questo genere gi&agrave; allo studio delle amministrazioni

Passo Sella: fine dei divieti per auto e moto ma... attenzione!

Bimota e la citt&agrave; di Rimini. Un connubio indissolubile, parte integrante dell&rsquo;alchimia che ha generato una delle storie pi&ugrave; belle del motociclismo. Quella della factory - fondata nella citt&agrave; romagnola, nel 1973, da Massimo Tamburini, Valerio Bianchi e Giuseppe Morri - che ha innovato con i suoi telai avanzatissimi e ha dato vita ad alcuni dei gioielli a due ruote pi&ugrave; preziosi di sempre. Ed &egrave; proprio la storica sede di Rimini, secondo quanto riferisce Cycle World, ad essere stata smantellata in questi giorni.  RIMANE BEN POCO - Via i cartelli dalla strada. Via ogni riferimento. A quanto pare i locali Bimota in via Lea Giaccaglia, 38 sarebbero oramai completamente vuoti; mentre in un magazzino, qualche centinaio di metri pi&ugrave; in l&agrave;, sarebbero state ammassate le rimanenze e i pezzi di ricambio, in particolare dell&rsquo;ultimo modello prodotto, la sfortunata BB3. Al momento (stiamo verificando) i dipendenti ancora attivi sarebbero appena 3 o 4, impegnati pi&ugrave; che altro nella gestione/smaltimento di ci&ograve; che rimane di Bimota.  UNA LENTA AGONIA - Alla base del declino del marchio, volumi di vendita non sufficienti a rientrare dei corposi investimenti decisi per allargare la propria presenza sul mercato; sfociati poi in continui guai finanziari, fino al fallimento dichiarato nel 2000. Nel 2003 arriva il rilancio, grazie all&rsquo;intervento di un gruppo di investitori ma di nuovo, subito dopo, un lento declino. Oggi, solo un progetto serio e strutturato, sostenuto da un adeguato investimento finanziario, potrebbe salvare dall&rsquo;oblio una delle eccellenze motociclistiche italiane nel mondo. Anche se la situazione sembra ormai disperata... forza Bimota! 

Il marchio italiano ha smantellato la storica sede di Rimini. Si teme la fine per la &ldquo;creatura&rdquo; di Massimo Tamburini, di cui fu cofondatore e direttore tecnico

Bimota sul punto di chiudere definitivamente

        L&rsquo;alpinista Reinhold Messner lancia l&rsquo;idea di chiudere il transito alle due e alle quattro ruote sui passi del Pordoi, Sella, Gardena e Falarego. E di consentire il transito solo alle biciclette.&nbsp; &ldquo;Questo solo per cinque o sei ore al giorno&rdquo;, ha spiegato in un'intervista al Corriere della Sera. &ldquo;Commercianti, albergatori e ristoratori ne dovrebbero essere contenti. Invece sono i primi a fare a opporsi, terrorizzati che il blocco ad auto e moto cambi gli equilibri a loro sfavore. Sulle prime potrebbero essere danneggiati, ma alle lunghe&rdquo;, prosegue Messner , &ldquo;ne trarrebbero solo vantaggi. Ci sarebbe pi&ugrave; possibilit&agrave; di scelta: il turista che vuole salire senza faticare potrebbe lasciare l&rsquo;auto o la moto a valle e prendere navette e funivie. Oppure, semplicemente, attendere le 15,00&nbsp; quando si riapre il transito&rdquo;. Ma cosa spinge Messner a formulare questa proposta? Messner &egrave; il secondogenito di nove fratelli ed &egrave; nato a Bressanone nel 1944, da famiglia di lingua tedesca. Suo padre Josef, oltre che allevatore di polli e conigli, era &nbsp;insegnante ed anche il preside della piccola scuola valligiana. A soli 5 anni compie la sua prima ascensione dolomitica sul Sass Rigais in compagnia del genitore. All'et&agrave; di tredici anni inizia a scalare le vette della Val di Funes in cui cresce; poi &egrave; la volta delle Dolomiti, delle Alpi. Dopo il diploma di geometra studia all'Universit&agrave; di Padova. La sua passione per il grande silenzio lo spinge in Antantide nel 1990 e con l&rsquo;esploratore tedesco Arved Fuchs, &nbsp;diventano i primi uomini ad attraversare l'Antartide a piedi o con gli sci, passando per il Polo Sud, senza l'ausilio di mezzi motorizzati o cani da slitta ma utilizzando l&rsquo;assistenza del vento. Nel 2004, a quasi 60 anni, Messner attraversa a piedi il deserto del Gobi. Nel 1999 inizia l'impegno politico, diventando parlamentare europeo per i Verdi, ma nel 2004, viene espulso dal partito per una sua pubblicit&agrave; ai fucili Berett. Da allora, l'attenzione di Messner &egrave; dedicata principalmente all&rsquo;apertura dei musei della montagna. Adesso &egrave; uno dei principali fautori dell&rsquo;esclusione delle due e quattro ruote dai passi pi&ugrave; importanti per riportare le vallate al magico silenzio.       

L'alpinista Reinhold Messner propone di chiudere i passi del Pordoi, Sella, Gardena e Falarego per qualche ora al giorno

Messner proposta Shock! Chiudiamo le Dolomiti alle moto

L'autodromo&nbsp;di San&nbsp;Martino del Lago annuncia la chiusura &nbsp;e la sospensione, temporanea, delle attivit&agrave; Si parla di una controversia con i locatori&nbsp;della propriet&agrave;: sarebbe questa la motivazione che ha portato i responsabili del circuito cremonese di San Martino del Lago a comunicare che per il momento tutte le attivit&agrave; programmate saranno cancellate.  Una chiusura che sembra per&ograve; temporanea, per permettere di risolvere i problemi creati dal presunto mancato pagamento dei canoni di locazione che avrebbe portato alla richiesta di sfratto. Nell'immediato futuro dell'Autodromo di San Martino del Lago potrebbe esserci&nbsp;un eventuale cambio di gestore o il passaggio alla gestione diretta da parte dei proprietari.  Per il momento in via ufficiale &egrave; stato&nbsp;dichiarato l'impegno&nbsp;a prendersi carico e procedere con gli eventuali rimborsi a coloro che avessero acquistato date o altri servizi sospesi. Ecco il link al sito dell'autodromo:&nbsp;www.circuitosanmartinodellago.com.  Giulia Cassinelli    &nbsp;

Sembrerebbe una chiusura temporanea a causa di una controversia tra i gestori e i locatori dell'autodromo

Chiude il Circuito di San Martino del Lago

Il leggendario Ace Caf&eacute; di Londra potrebbe essere chiuso in base alle leggi sul comportamento anti-sociale. La sanzione potrebbe arrivare se la polizia Brent decidesse di far rispettare la Anti-Social Behaviour Crime and Policing Act, che conferisce appunto alla polizia il potere di chiudere locali accusati di comportamenti anti-sociali senza richiedere nemmeno la comparizione in tribunale. Il futuro del Caf&egrave; &egrave; avvolto nel dubbio a seguito della segnalazione di acrobazie in scooter, moto e auto nei pressi del locale, che si trova sulla North Circular Road a Stonebridge.  Il proprietario, Mark Wilsmore, ha cercato di porre fine al comportamento offensivo mettendo manifesti, e lanciando un appello ai suoi clienti: "Il futuro del Caff&egrave; &egrave; nelle vostre mani".  Non &egrave; la prima volta che il caff&egrave; attira l'attenzione della polizia. Dal 2012 a oggi, ha ricevuto una serie di ordini di dispersione e, nel luglio dello scorso anno, il Caff&egrave; aveva pubblicato un avviso sul suo sito web e sulla pagina Facebook, perch&eacute; il Consiglio di polizia e il municipio di Brent avevano reintrodotto una zona Dispersione in Stonebridge Ward dopo che i residenti e le imprese locali avevano lamentato un persistente comportamento rumoroso, tanto che una strada nelle vicinanze era stata anche oggetto di un divieto di circolazione alle moto nel tentativo di ridurre le situazioni di guida pericolosa.  Ace Caf&eacute; rappresenta una ricca sezione di storia del motociclismo: le sue radici affondano infatti al 1930. E' da allora che &egrave; ha iniziato a diventare un punto di riferimento per la sosta dei caf&egrave; racer.  Come Wilsmore ha puntualizzato,&nbsp; le azioni di pochi rischiano di minacciare l'intrattenimento degli altri e, soprattutto, il lavoro degli altri. "Quindi cerchiamo tutti di dimostrare un po 'di rispetto e di comportarci bene", ha detto. 

Dopo le scorribande in scooter, moto e auto nei dintorni del leggendario Caff&egrave; di Londra potrebbero scattare le leggi sul comportamento anti-sociale  

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