        Una proposta del Parlamento europeo che prevedeva limiti di velocit&agrave; diversi per le moto rispetto alle auto, con validit&agrave; per tutto il continente, &egrave; stata bocciata. Come avrebbe funzionato il sistema Il programma, presentato all'inizio del 2023 dalla relatrice Karima Delli, &egrave; stato respinto dal Parlamento europeo a dicembre. Se fosse passato, avrebbe implementato un sistema che avrebbe dato limiti di velocit&agrave; diversi alle moto rispetto alle auto attraverso limiti diversi per i possessori di differenti patenti. Ad esempio, un motociclista con la patente A1 sarebbe stato limitato a non pi&ugrave; di 90 km/h, uno con la A2 a non pi&ugrave; di 100 km/h e uno con la A a non pi&ugrave; di 110 km/h. Alla base del piano vi era l'idea era che i motociclisti meno esperti sarebbero stati limitati a velocit&agrave; inferiori e quindi avrebbero corso meno rischi sulla strada rispetto allo standard attuale, in cui tutte le moto rispettano lo stesso limite di velocit&agrave;. "Proposta ridicola e pericolosa": ecco perch&eacute; Tuttavia, il segretario generale della FEMA (la federazione delle associazioni di motociclisti europei), Tim Waal, ha definito la proposta "ridicola e pericolosa", affermando che scoraggerebbe le persone dall'andare in moto o in scooter. "La velocit&agrave; diversa per i diversi titolari di patente &egrave; la proposta pi&ugrave; ridicola e pericolosa che abbia mai sentito da molto tempo a questa parte. Questo non solo scoraggerebbe molti utenti della strada a passare alle due ruote, ma metterebbe anche i motociclisti in una situazione di inaccettabile sicurezza. Una vittoria come questa dimostra ancora una volta quanto sia importante avere organizzazioni di motociclisti forti in tutta Europa". SICUREZZA STRADALE, TROPPI AUTOMOBILISTI COL CELLULARE ALLA GUIDA E IL 10% FA UN VIDEO       

Il Parlamento europeo ha respinto il piano che prevedeva una serie di limiti diversi in base al tipo di patente A posseduta: ecco in cosa consisteva il programma rifiutato

Limiti di velocità diversi per moto e auto, proposta bocciata

        Il tema della regolamentazione per ottenere la patente di guida per la moto &egrave; negli ultimi tempi oggetto di discussione. La priorit&agrave; dell'Europa &egrave; quella di far si che sia reso pi&ugrave; semplice l'accesso alle patenti migliorando nel mentre la sicurezza stradale. Dal 18 settembre, &egrave; stata introdotta una nuova procedura che permette di evitare l'esame pratico per le patenti A2 e A, sostituendolo con corsi di formazione specifici, ma il Parlamento europeo sta considerando alcune proposte di modifica delle regole. ASSICURAZIONE MOTO E SCOOTER ELETTRICI: COME FUNZIONA E QUANTO COSTA Limiti di velocit&agrave; pi&ugrave; bassi? Le proposte fanno parte di un piano ambizioso chiamato "Vision Zero", che mira ad azzerare gli incidenti stradali entro il 2050, ma alcune di queste suscitando discussioni: una delle pi&ugrave; dibattute riguarda la definizione di limiti di velocit&agrave; massima assoluta per i motociclisti. Ad esempio, si propone che i titolari delle categorie A1 non possano superare i 90 km/h, quelli delle categorie A2 i 100 km/h e quelli delle categorie A i 110 km/h.&nbsp; Cambia l'et&agrave; minima per ottenere la patente? Un'altra proposta riguarda l'et&agrave; minima per ottenere la patente. Secondo le modifiche proposte si dovrebbe avere almeno 16 anni per ottenere la patente per i ciclomotori (attualmente in Italia &egrave; richiesta l'et&agrave; di 14 anni), 18 anni per&nbsp;le categorie A1 e A2 (attualmente di 16 anni per la categoria A1) e 20 anni per guidare una moto di categoria A, ma solo dopo aver acquisito due anni di esperienza con la patente A2. Ma non solo, perch&egrave;&nbsp;gli Stati membri potrebbero decidere addirittura di aumentare l'et&agrave; minima a 18 anni per ottenere la patente per i ciclomotori, 20 anni per la categoria A2 e 22 anni per la categoria A. CODICE DELLA STRADA: STRETTA SU SMARTPHONE, ALCOOL E DROGHE       

Il progetto europeo "Vision Zero" potrebbe portare grandi modifiche alle regole attuali: dai limiti di velocit&agrave; pi&ugrave; severi all'innalzamento dell'et&agrave; minima per ottenere la patente di guida

Limiti di velocità e patente: cosa potrebbe cambiare per i motociclisti?

        Da giugno 2022, a Bologna non si potranno superare i 30 km/h di velocit&agrave;. Il capoluogo emiliano diventer&agrave; infatti "Citt&agrave; 30". Il limite dei 30 km/h varr&agrave; sulla maggior parte delle sue strade, oltre naturalmente a quelle del Centro Storico. 50 km/h per le strade a scorrimento veloce La giunta comunale bolognese ha approvato la delibera, dal chiaro intento ecologico, seguendo la scia di quanto fatto da alcune citt&agrave; europee come Parigi e Berlino, che hanno gi&agrave; introdotto tale limite. "Vogliamo che Bologna sia apripista a livello nazionale sulla sicurezza stradale - ha dichiarato il sindaco Matteo Lepore -. Il nostro Paese merita, dopo la legge sull'omicidio stradale e quella sulla sicurezza dei bambini in auto, una legge sulle 'Citt&agrave; 30'. Spero che il governo guardi Bologna come esempio e inizi a discutere su questo". Le strade che resteranno a scorrimento veloce avranno il limite di 50 km/h. CON LA MOTO A 108 KM/H IN CENTRO ABITATO: GLI RITIRANO LA PATENTE Il progetto Bologna "Citt&agrave; 30" ha previsto un investimento di 14 milioni di euro che servir&agrave; per la segnaletica stradale, il ridisegno delle strade con interventi per moderare il traffico e la velocit&agrave;, l'installazione di un numero significativo di autovelox, la messa in sicurezza stradale e altri controlli, senza dimenticare le campagne di comunicazione ed educazione. GUIDA SICURA: 10 CONSIGLI PER EVITARE INCIDENTI IN CITT&Agrave;       

A partire da giugno 2022, il capoluogo emiliano avvier&agrave; il progetto ecologico "Citt&agrave; 30": Centro Storico (e non solo) con limiti ben fissati

A Bologna non si potrà andare oltre i 30 km/h di velocità

        Negli ultimi anni sono state tantissime le limitazioni imposte alle moto, tra velocit&agrave;, circolazioni ridotte e scarichi rumorosi. I centauri, ovviamente, non sono stati fermi a guardare e sono scesi in piazza a protestare, in diverse parti d&rsquo;Europa. Ma d&rsquo;altronde, la legge e legge, e nonostante i tentativi i limiti sono rimasti, e sembrano crescere ogni mese di pi&ugrave;. L&rsquo;ultima notizia arriva dall&rsquo;Austria, dove su alcuni passi di montagna c&rsquo;&egrave; l&rsquo;intenzione di stabilire dei limiti di velocit&agrave; (un po&rsquo; come &egrave; successo da noi in Trentino), regola accompagnato da una segnaletica orizzontale specifica per i motociclisti. Limiti e segnaletica A proporre queste nuove limitazioni, oltre alla polizia, ci sono anche l&rsquo;Austrian Automobile, Motorcycle and Touring Club e il Grohag, la societ&agrave; che gestisce la maggioranza dei passi alpini della nazione. L&rsquo;idea &egrave; quella di fissare il limite di 70 km/h di velocit&agrave; per Grossglockner e Gerlospass. Tornando alla segnaletica orizzontale di cui dicevamo qualche riga sopra, Grossglockner e il Gerlospass come obiettivo quello di evitare che i motociclisti taglino le curve, tracciando dunque la corretta traiettoria. La proposta potrebbe essere accettata ed entrare in vigore gi&agrave; entro il 2022. Si tratta quindi dell'ennesima limitazione alle moto e soprattutto al mototurismo: la scorsa estate, per esempio, vi avevamo raccontato dei controlli mirati su Alpi e Dolomiti per monitorare la velocit&agrave; delle moto. SUZUKI GSX-S, ESPLORANDO LA TOSCANA IN SELLA ALLA ROADSTER GSX-S       

La proposta potrebbe essere accettata ed entrare in vigore gi&agrave; entro il 2022: si tratta dell&rsquo;ennesimo vincolo per i motociclisti

Austria, possibili limiti di velocità a 70 km/h sui passi montani

        Proveniente da Mantova, in sella alla sua Ducati e bloccato dagli uomini della Polizia Stradale ad una velocit&agrave; di 156 km/h, oltre 40 km/h il limite imposto dalla legge. &Egrave; successo nei giorni scorsi nei pressi di Reggio Emilia, su una delle tante strade provinciali presenti nel territorio, quando ultimati gli accertamenti, il motociclista, colto improvvisamente dalla rabbia, ha abbandonato la moto agli agenti per poi dileguarsi. Forza il blocco con la moto, cade e prosegue a piedi: multato e denunciato Multa, punti e sospensione patente Nonostante la strana &ldquo;fuga&rdquo; &ndash; se cos&igrave; vogliamo chiamarla &ndash; nei confronti del quarantenne motociclista &egrave; stata emessa una sanzione che, vista la velocit&agrave; elevatissima rilevata dagli autovelox della Polstrada, si attester&agrave; sicuramente tra le 527 e le 2.108 euro; come previsto dal codice della strada. Unitamente alla sanzione, poi, al motociclista mantovano sono stati decurtati ben 6 punti sulla patente, unitamente alla sospensione della stessa per tre mesi. Dov&rsquo;&egrave; la mia moto? Tuttavia, colto forse dal rimpianto per aver abbandonato la sua Ducati senza nemmeno pensarci due volte, l&rsquo;uomo si &egrave; presentato alla porta del comando di Polizia chiedendo agli agenti di poter rientrare in possesso della propria moto, che nel frattempo per&ograve; era stata recuperata dal carro attrezzi e portata in deposito. Oltre alla multa e alla sospensione della patente, quindi, il motociclista avr&agrave; dovuto farsi anche carico dei costi relativi al servizio di rimozione del mezzo. Bella beffa!&nbsp; Scooter truccato: a oltre 160 km/h in autostrada VIDEO        

Colto forse dal rimpianto per aver abbandonato la sua Ducati, il motociclista si &egrave; presentato al comando di Polizia chiedendo agli agenti di poter rientrare in possesso del proprio mezzo

Fermato a 156 Km/h abbandona la moto e si dilegua: multa e patente sospesa

Fa discutere la decisione del presidente della Pat (Provincia Autonoma di Trento) Maurizio Fugatti, che ha imposto da sabato 25 luglio il limite massimo di 60 km/h su alcuni tratti stradali della provincia. A primo impatto non sembrerebbe un&rsquo;azione sorprendente, se non fosse che in alcuni punti il limite &egrave; riservato esclusivamente alle motociclette.  La decisione &egrave; stata presa guardando ai preoccupanti dati del 2019: il numero di incidenti stradali tra aprile e giugno dello scorso anno si &egrave; rivelato ben al di sopra della media. Da qui, la netta contromisura.  IL MOTO CLUB TRENTO SI OPPONE  Dall&rsquo;altro lato della disputa, si &egrave; espresso il presidente del Moto Club Trento Bruno Garzetti: &ldquo;Sapete a cosa serve in alcune strade il limite solo per le moto dei 60 km/h? A creare confusione e pericolo&rdquo;. La preoccupazione di Garzetti &egrave; sulle diverse norme che regolano i vari tratti asfaltati, che rischiano di creare scompiglio. &nbsp;Un altro punto a sfavore, secondo il presidente del Moto Club, &egrave; quello del turismo a due ruote: le vie della provincia sono molto appetibili per gli appassionati, che muovono in modo importante l&rsquo;economia della zona. Inoltre, con limiti di velocit&agrave; diversi per auto e moto, le quattro ruote si troveranno spesso a dover occupare la corsia di viaggio opposta per sorpassare i centauri, portando non pochi rischi alla circolazione sulle strade di montagna. Il dubbio, insomma, &egrave; se la toppa non sia peggio del buco. La contro-proposta di Garzetti &egrave; di intensificare i controlli, di tenere pulite le strade da sabbia e terriccio, o di installare dei nuovi guard-rail apposta per le due ruote.  I TRATTI INTERESSATI  In particolare, le strade in cui i limiti sono destinati solo alle moto sono: S.S. 42 del Tonale e della Mendola, nel tratto compreso tra la fine del centro abitato di loc. Passo del Tonale, passando per Vermiglio, fino all&rsquo;inizio del centro abitato di loc. Fucine; S.P.31 del Passo Manghen&nbsp;nel tratto compreso tra l&rsquo;inizio del passo, in corrispondenza dell&rsquo;intersezione con la S.P.65 Panoramica della Valsugana, passando per loc. Calamento, Passo Manghen, loc. Ponte Stue, loc. Canton, fino all&rsquo;intersezione con la S.P.232 di Fiemme dir Molina, nei comuni di Telve e Castello-Molina di Fiemme.  &ldquo;Una sorta di sperimentazione&rdquo;, &egrave; cos&igrave; che Fugatti ha definito l&rsquo;iniziativa riguardante i passi dolomitici, dopo aver ascoltato i pareri di diverse categorie del territorio, tra cui amministrazioni e residenti. Saranno i dati a dare ragione o torto all&rsquo;amministrazione provinciale, nonostante l&rsquo;opposizione della categoria dei motociclisti.  Abruzzo, troppi motociclisti &quot;della domenica&quot;: giro di vite sulle moto 

Le nuove norme si rivolgono alle moto ed in alcuni tratti della provincia. Botta e risposta tra Fugatti, presidente della Pat, e il Moto Club Trento, che avverte dei possibili rischi

Trento, limite a 60 km/h: scontro tra Provincia e motociclisti

Gli appassionati delle due ruote, bici e moto, avranno certamente notato recentemente cartelli inusuali lungo le strade della Valtiberina, Arezzo. Il motivo di questa novit&agrave; si spiega nella decisione dell&rsquo;amministrazione provinciale di istituire nuovi limiti di velocit&agrave; in alcuni tratti: fino a 5 km/h per le bici e fino a 10 km/h per le moto. Ma &egrave; davvero possibile rispettare limiti del genere? Forse &egrave; pi&ugrave; facile scendere dal mezzo e andare a piedi e, infatti, spuntano anche alcuni cartelli con la dicitura &ldquo;a passo d&rsquo;uomo&rdquo;.  Itinerario Alto Adige Sudtirol: salite in vetta e voli in planata  La risposta  A dare risposta di queste regole &egrave; Angiolino Piomboni, consigliere delegato alla viabilit&agrave; della Provincia di Arezzo. &ldquo;Le risorse a nostra disposizione per gli asfalti sono davvero poche: pensate che sono circa 2 milioni di euro le entrate destinate alla manutenzione per circa 1200 chilometri di strade asfaltate. Ci sono strade che hanno un traffico medio giornaliero sostenuto e altre irrisorio: siamo stati costretti a sacrificare un tipo di utenza, seppure &egrave; una forma di tutela anche loro; una sensibilizzazione a centauri e ciclisti ad andare piano poich&eacute; il fondo stradale non versa in ottimo stato e soprattutto presenta delle fessure longitudinali pericolose&rdquo;. Sembra, infatti, che alcuni tratti di strada in questa zona siano davvero dissestati e, in mancanza di fondi per sistemarle, l&rsquo;amministrazione ha preferito ricorrere a misure drastiche. &ldquo;L&rsquo;installazione di questo tipo di cartello non rappresenta n&eacute; cattiveria e n&eacute; tantomeno negligenza, ma in questo momento non ci sono le risorse necessarie per intervenire. &Egrave; una situazione temporanea, ma al tempo stesso anche di tutela doppia sia nei confronti dell&rsquo;utente che dell&rsquo;ente. La provincia di Arezzo ha provveduto a installare dei limiti di velocit&agrave;, ma altre province confinanti hanno proprio messo il divieto di transito. Una decisione presa senza far torto ai ciclisti: sono circa 30 i chilometri di viabilit&agrave; interessati da questi limiti, tutte strade di montagna con bassi tassi di traffico giornaliero. Una posizione anche per sensibilizzare il Governo centrale a mettere a disposizione maggiori risorse&rdquo; prosegue il consigliere.  Interventi futuri  Questi limiti, tuttavia, sono temporanei e destinati a trasformarsi in interventi. &Egrave; lo stesso consigliere ad annunciare che &ldquo;lungo la Sp50 per esempio, la strada che da Pieve Santo Stefano conduce al Passo di Viamaggio gi&agrave; nel 2020 prenderanno il via degli interventi di sistemazione degli asfalti, i quali proseguiranno anche per il 2021&rdquo;. Ma per il momento, i limiti ci sono e questo vincola non poco tutti gli appassionati che vorrebbero fare una gita&nbsp; lungo le strade delle Valtiberina. La multa &egrave; dietro l&rsquo;angolo.  Bonus vacanze, tutto quello che c&#39;&egrave; da sapere per l&#39;estate 

In provincia di Arezzo l&rsquo;amministrazione provinciale, data la mancanza di fondi per i lavori di rifacimento del manto stradale, ha imposto limiti quasi impossibili da rispettare. Il turismo ne risentir&agrave;?

Strade dissestate? Limiti da 5 e 10 km/h e Autovelox

        Il provvedimento era annunciato e, ora, si appresta a diventare effettivo. L'amministrazione comunale di Londra, guidata dal sindaco Sadiq Khan, ha deciso in accordo con le forze di polizia di imporre un limite di velocit&agrave; di 20 miglia orarie (circa 30 km/h) sulle strade del centro della capitale inglese che rientrano nella cosiddetta Congestion Charging Zone, ovvero nelle aree pi&ugrave; trafficate dove &egrave; pi&ugrave; forte e capillare anche la presenza dei pedoni.&nbsp; Per rendere operativo il limite di velocit&agrave; sar&agrave; installata un'apposita segnaletica stradale verticale e orizzantale, supportata da sistemi per la rilevazione della velocit&agrave;. Le motivazioni del provvedimento Il nuovo limite di velocit&agrave; riguarda, indistintamente, tutte le categorie dei veicoli (moto, scooter, auto, mezzi pubblici) e rientra tra le iniziative del progetto Vision Zero che si pone l'obiettivo, nel lungo periodo, di ridurre il pi&ugrave; possibile i rischi per l'incolumit&agrave; e la sicurezza di tutti gli utenti della strada. Un progetto, quello della municipalit&agrave; londinese, che gode di un forte sostegno popolare e che si basa anche su un'analisi statistica stando alla quale, ad esempio, un pedone colpito a 30 km/h ha possibilit&agrave; cinque volte inferiori di essere ucciso rispetto a un urto avvenuto con il limite attualmente in vigore di 50 km/h. &ldquo;Sono assolutamente determinato &ndash; spiega il sindaco Sadiq Khan &ndash; a intraprendere ogni iniziativa possibile per contenere il numero di morti e feriti gravi sulle strade di Londra. Questa nuova misura &ndash; prosegue &ndash; con il taglio dei limiti di velocit&agrave; ci permetter&agrave; di salvare vite umane e rendere pi&ugrave; attraenti le nostre strade per camminare o andare in bicicletta.&rdquo; Incidenti moto: in Gran Bretagna, un segnale stradale per prevenirli       

Il provvedimento rientra nelle iniziative del progetto Vision Zero che ha l'obiettivo di garantire la sicurezza e l'incolumit&agrave; di tutti gli utenti della strada

Londra, moto in centro a passo d'uomo: limite a 30 km/h

        Velox., una questione scottante in Italia. Un Paese sulle cui strade spesso vigono limiti di velocit&agrave; assurdi e ingiustificatamente bassi, con amministrazioni che non perdono occasione per piazzare le macchinette proprio dove tali limiti sono inaspettati. E poi un mare di norme sulla localizzazione,la visibilit&agrave; e la segnalazione delle postazioni. Pagare quando si sbaglia &egrave; un dovere, ma quando le amministrazioni pongono dei limiti troppo bassi e impossibili da rispettare, e poi ci piazzano il Velox, magari anche nascondendolo, allora &egrave; giusto difendersi. Soprattutto &egrave; giusto che le amministrazioni che invocano il rispetto della legge, siano le prime a rispettarla. Per aiutarvi a capire in quali casi si pu&ograve; fare ricorso per una contravvenzione ingiusta, abbiamo sentito due avvocati&nbsp; La prima &egrave; Lucia Izzo, dello Studio Cataldi, un quotidiano giuridico online. La seconda &egrave; Maria Antonietta Cenciarelli, membro del comitato dei legali dell&rsquo;Associazione Konsumer. Due punti di vista differenti, perch&eacute; la prima si occupa abitualmente di analizzare e commentare leggi e sentenze; la seconda &egrave; invece pi&ugrave; orientata alla tutela dei consumatori.&nbsp; Quante irregolarit&agrave; nelle multe&nbsp; Il Legislatore &egrave; intervenuto spesso sulla questione Velox. A volte la finalit&agrave; degli interventi era mettere un freno ai ricorsi facili dei multati, ad esempio con l&rsquo;obbligo di versare un contributo unificato se si presenta ricorso al Giudice di pace. Altre volte l&rsquo;intento &egrave; stato tacitare le polemiche,come quando si &egrave; prescritto che le postazioni dovessero essere visibili. Nel tempo si sono sovrapposte norme che dicono tutto e il contrario di tutto. Il risultato &egrave; che per chi non &egrave; esperto, &egrave; difficile capire se una contravvenzione &egrave; potenzialmente illegittima; al contrario, per gli esperti &egrave; facile trovare cavilli sulla base dei quali opporsi alle sanzioni.  &Egrave; corretta questa analisi? "Solo a met&agrave; &ndash; risponde l&rsquo;avvocato Cenciarelli di Konsumer&nbsp;&ndash; &Egrave; vero che sulla materia dei Velox c&rsquo;&egrave; una giurisprudenza incandescente. Ci sono tantissime pronunce, perch&eacute; &egrave; innegabile che con i Velox le amministrazioni spesso facciano cassa. E questo nel tempo ha portato a innumerevoli ricorsi da parte degli utenti, costretti a tutelarsi da vere forme di prevaricazione". Dunque tanti casi di multe illegittime? "Agli enti che guadagnano con le macchinette non interessa seguire alla perfezione tutte le norme e fare in modo che ci sia sempre l&rsquo;autorizzazione del Prefetto per i tratti di strada dove piazzano i controlli. Perch&eacute; percentualmente sul totale dei multati, sono pochi gli utenti veramente informati che faranno ricorso basandosi su questi profili di illegittimit&agrave; dellacontravvenzione. Saranno in molti invece a pagare, senza rendersi conto che quella sanzione &egrave; illegittima. Volete qualche esempio? Quanti utenti sanno che dietro ogni cartello che indica il limite di velocit&agrave;, debbono essere riportati gli estremi dell&rsquo;ordinanza prefettizia che ha fissato tale limite? E quanti vanno a controllare dietro il cartello? In quanti sanno che le postazioni di misurazione della velocit&agrave; debbono essere segnalate?".&nbsp;  Si direbbe che molte amministrazioni operino in maniera irregolare. "Basta guardare lo stato delle strade - prosegue l'avvocato Cenciarelli - le amministrazioni sarebbero obbligate a investire i proventi delle multe in opere di manutenzione stradale o di sicurezza della mobilit&agrave;: vi pare che qualcuno faccia qualcosa, nonostante raccolgano tantissimi soldi dalle contravvenzioni? E cos&igrave; torniamo alla nostra giurisprudenza, che ho definito incandescente. Perch&eacute; aveva ragione Tacito, quando diceva &ldquo;Corruptissima re publica plurimae leges&rdquo;: moltissime sono le leggi quando lo Stato &egrave; corrotto. Ovviamente non mancano enti che fanno correttamente il loro dovere di amministrare, ma la situazione descritta &egrave; purtroppo molto diffusa". Multe Moto, quando fare ricorso&nbsp; La situazione pi&ugrave; frequente &egrave; probabilmente la mancata segnalazione della presenza del controllo, come spiega l&rsquo;avvocato Izzo di Studio Cataldi: "Salvo le postazioni mobili all&rsquo;interno dei veicoli di servizio, i dispositivi devono essere preventivamente segnalati e il segnale deve essere ben visibile; non nascosto ad esempio da cespugli o rami non potati. Per la Cassazione l&rsquo;avviso va fatto con un cartello sul lato destro della strada, ben visibile, a una distanza adeguata, ovvero che consenta il tempestivo avvistamento. Va dunque verificato lo stato concreto del luogo, non esiste una distanza minima universale. In difetto di segnalazione e/o di visibilit&agrave; della postazione, o in mancanza del cartello indicante la presenza sul luogo di Autovelox, l&rsquo;accertamento pu&ograve; essere dichiarato illegittimo (cfr. Cass., n. 7419/2009). In tal caso, qualora ci si sia resi conto di essere stati &ldquo;beccati&rdquo; dal dispositivo, sarebbe consigliabile scattare una foto, visto che lo stato dei luoghi pu&ograve; cambiare nel tempo". Scooterista dribbla la Polizia e fugge contromano: multa da record Prosegue l&rsquo;avvocato Izzo: "Gli apparecchi devono essere regolarmente omologati; e i dati che riguardano l&rsquo;apparecchio vanno indicati sulla multa (marca e modello), ma anche le verifiche condotte sul medesimo. Perch&eacute; le apparecchiature impiegate per l&rsquo;accertamento delle violazioni dei limiti di velocit&agrave; devono essere sottoposte a verifiche periodiche di funzionalit&agrave; e taratura. Lo si desume da quanto stabilito dalla Corte Costituzionale (sentenza n.113/2015) e recepito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (cfr. decreto n. 282/2017) dettando le regole pratiche sulle verifiche sia iniziali che periodiche degli apparecchi, nonch&eacute; riguardo alle modalit&agrave; di segnalazione delle postazioni di controllo". &nbsp; La legittimit&agrave; della sanzione&nbsp; &laquo;Se mancano omologazione e/o taratura periodica, il cittadino pu&ograve; ragionevolmente dubitare della legittimit&agrave; della sanzione e sar&agrave; l&rsquo;amministrazione a dover provare che l&rsquo;apparecchio era debitamente omologato e tarato (non solo ab inizio, ma anche periodicamente).Ma non &egrave; tutto, la giurisprudenza ritiene che anche l&rsquo;indicazione di un modello diverso rispetto a quello utilizzato in concreto per il rilevamento possa inficiare il provvedimento sanzionatorio&raquo;. La contestazione differita della multa&nbsp; &laquo;La contestazione dell&rsquo;infrazione &ndash; chiarisce l&rsquo;avvocato Izzo &ndash; dovrebbe essere immediata, ma non sempre questo &egrave; possibile. La contestazione differita &egrave; consentita in casi previsti dall&rsquo;art. 384 Regolamento di Attuazione al Codice della Strada. Sarebbe bene verificare, qualora si riceva la multa a casa, se si rientra in uno di questi casi: a) impossibilit&agrave; di raggiungere un veicolo lanciato ad eccessiva velocit&agrave;; b) attraversamento di un incrocio con il semaforo indicante la luce rossa; c) sorpasso in curva; d) accertamento di una violazione da parte di un funzionario o di un agente a bordo di un mezzo di pubblico trasporto; e) accertamento della violazione per mezzo di appositi apparecchi di rilevamento che consentono la determinazione dell&rsquo;illecito in tempo successivo, ovvero dopo che il veicolo oggetto del rilievo sia gi&agrave; a distanza dal posto di accertamento o comunque nella impossibilit&agrave; di essere fermato in tempo utile o nei modi regolamentari; f) accertamento della violazione in assenza del trasgressore e del proprietario del veicolo.&nbsp; Il verbale della multa, quando pu&ograve; essere annullata&nbsp; "Il verbale deve contenere una serie di elementi essenziali &ndash; spiega l&rsquo;avvocato Izzo &ndash; come previsto dall&rsquo;art. 383 del Regolamento di Attuazione al Codice della Strada: indicazione giorno, ora e localit&agrave; nei quali la violazione &egrave; avvenuta, generalit&agrave; e residenza del trasgressore e, ove del caso, l&rsquo;indicazione del proprietario del veicolo, o del soggetto solidale, degli estremi della patente di guida, del tipo del veicolo e della targa di riconoscimento, la sommaria esposizione del fatto, nonch&eacute; la citazione della norma violata e le eventuali dichiarazioni delle quali il trasgressore chiede l&rsquo;inserzione. Vanno poi indicate la somma da pagare, i termini del pagamento e dove e come questo pu&ograve; essere effettuato, nonch&eacute; l&rsquo;autorit&agrave; competente a decidere un eventuale ricorso. In mancanza di elementi, o in caso di verbale inesatto o incompleto, la multa pu&ograve; essere annullata, tuttavia per eccepire l&rsquo;illegittimit&agrave; del verbale, l&rsquo;errore o l&rsquo;omissione dovranno essere tali da compromettere il diritto di difesa dell&rsquo;automobilista". Esce per un giretto in moto: beccato a 210 Km/h in tangenziale Corrisponde al vero che sul verbale deve essere scritto se la postazione che ha rilevato l&rsquo;infrazione era di tipo fisso o mobile? "Si ritiene che nel verbale di accertamento debba essere indicato anche il carattere temporaneo o permanente della postazione di controllo per il rilevamento elettronico della velocit&agrave;, come confermato anche dalla Cassazione (ord. 5997/2014), seguita dalla giurisprudenza (es. Tribunale di Udine, n. 715/16) ritenendo che ci&ograve; risponda a un preciso obbligo di trasparenza nei confronti dei cittadini". &nbsp; I tempi di notifica della multa&nbsp; Uno dei casi nei quali si pu&ograve; fare ricorso &egrave; quando la contravvenzione viene notificata oltre il tempo massimo di 90 giorni dalla data dell&rsquo;accertamento dell&rsquo;infrazione. "Va fatta qualche precisazione &ndash; dice l&rsquo;avvocato Cenciarelli. &ndash; Il termine si estende a 150 giorni per le infrazioni compiute all&rsquo;estero. E poi c&rsquo;&egrave; uno sdoppiamento nel calcolo dei tempi. Mentre per l&rsquo;ente che notifica la multa &egrave; prescritto un tempo massimo di 90 giorni dall&rsquo;accertamento dell&rsquo;infrazione, conteggiandoli dal momento nel quale la raccomandata viene consegnata alla posta, per il destinatario del verbale il tempo utile per fare ricorso parte dal momento nel quale questo firma la ricevuta della raccomandata o lascia decorrere i termini della compiuta giacenza". A tal riguardo &egrave; giusto far notare che le notifiche sono valide anche se nessuno ritira la raccomandata. Quello che capita in questi casi &egrave; di ricevere una seconda raccomandata, che avvisa del procedimento&nbsp; giacenza presso l&rsquo;ufficio postale, come spiega l&rsquo;avvocato Izzo: "Il postino d&agrave; avviso al destinatario del tentativo di notifica e del deposito del verbale presso l&rsquo;ufficio postale, mediante raccomandata. Con tale raccomandata il destinatario viene invitato a ritirare l&rsquo;atto. Se il ritiro non avviene entro 10 giorni dall&rsquo;avviso di giacenza, la multa si considera notificata per &ldquo;compiuta giacenza&rdquo;. Da tale data inizieranno a decorrere tutti i termini correlati alla multa (es. per ricorrere contro il verbale, per decurtare punti dalla patente). Si ritiene sussistente, in pratica, una finzione di conoscenza da parte del destinatario. Se questi ritira il verbale dopo la compiuta giacenza, dall&rsquo;undicesimo giorno in poi, dovr&agrave; tenere conto che i termini decorrono dalla data suddetta". "Se il destinatario &egrave; irreperibile neppure sfugge alla notifica, in quanto l&rsquo;atto viene depositato presso la Casa Comunale e il destinatario viene messo al corrente di tale deposito con l&rsquo;invio di una raccomandata a/r informativa. Vale la pena rammentare che la Corte di Cassazione ha ritenuto che sia nulla la notifica del verbale di accertamento di violazione al codice della strada &ldquo;mediante il deposito presso l&rsquo;ufficio postale&rdquo;, se non &egrave; stata data notizia al destinatario, tramite raccomandata a/r, del compimento delle formalit&agrave; della notificazione".&nbsp; Ricorso per la multa, giudice di pace o prefetto ? "Si tratta di due procedimenti differenti &ndash; dice l&rsquo;avvocato Cenciarelli &ndash; al di l&agrave; del fatto che per il ricorso al GdP ci sono 30 giorni di tempo dalla notifica e per quello al Prefetto ce ne sono 60. Il Prefetto non &egrave; un giudice, ma un organo che d&agrave; una valutazione sulla correttezza procedurale di un processo sanzionatorio. Quindi si punta al Prefetto se ci sono irregolarit&agrave; procedurali. Se invece si fa ricorso per presunte errate interpretazioni della legge, se insomma c&rsquo;&egrave; bisogno di analizzare i fatti e giudicare, allora &egrave; opportuno rivolgersi al Giudice di pace. Detto questo, sono in parecchi a far conto sul fatto che gli uffici del Prefetto spesso non riescono a rispondere nei termini prescritti dalla legge (180 giorni se si presenta il ricorso al corpo di polizia che ha accertato l&rsquo;infrazione e 210 se viene presentato direttamente al Prefetto. Ma in caso di rigetto del ricorso, l&rsquo;amministrazione avr&agrave; ulteriori 150 giorni per notificare il rigetto e l&rsquo;ingiunzione di pagamento, n.d.r.).&nbsp; Un termine decorso il quale si considera valido il silenzio/assenso del Prefetto, e quindi il ricorso si considera accettato. Di solito chi fa questo calcolo mette in conto di proporre un ulteriore ricorso al Giudice di pace, nel caso in cui il Prefetto respinga il ricorso; anche perch&eacute; se il Prefetto non accoglie l&rsquo;istanza, la sanzione viene automaticamente raddoppiata". In strada su una moto da gara: multa salatissima C&rsquo;&egrave; per&ograve; un problema di costi in caso di ricorso al Giudice di Pace. Perch&eacute; per il prefetto si spendono solo i soldi della raccomandata, a meno che non si consegni a mano direttamente in ufficio, mentre per il Giudice di pace c&rsquo;&egrave; un contributo unificato, che difficilmente si recupera. "Per proporre ricorso al Giudice di pace, da diversi anni si paga un contributo unificato minimo di 43 euro, che va a crescere mano a mano che cresce il valore del ricorso, dato dalla somma della sanzione e delle spese di notifica. Nella pratica quei soldi non si recuperano mai, perch&eacute; il Giudice di solito, anche quando d&agrave; ragione al ricorrente, applica la compensazione delle spese, vale a dire che ognuno si paga le sue. In questo modo, di fatto, per le multe di importo ridotto conviene pagare piuttosto che imbarcarsi nel ricorso". Tra l&rsquo;altro, aggiungiamo noi, se il ricorso al Giudice di pace supera in valore i 1.100 euro, diviene obbligatoriofarsi patrocinare da un avvocato. E non ci si pu&ograve; rivolgere al Giudice di pace per cause di importo superiore a 20.000 euro. Qualcuno tenta anche un ulteriore grado di giudizio con la Corte di Cassazione. "Personalmente non l&rsquo;ho mai fatto. I costi divengono alti, almeno 1.000-2.000 euro, con tempi di attesa lunghissimi, e una forte difficolt&agrave; a recuperare le spese. Ne deve proprio valere la pena, sia per l&rsquo;entit&agrave; della cifra in gioco, sia perch&eacute; si deve essere sicuri di vincere; altrimenti si finisce per pagare anche le spese di giudizio". &Egrave; vero che i dati della patente vanno comunicati anche se si fa ricorso? "S&igrave;, sono due procedimenti differenti, e il ricorso per la sanzione non interrompe il conteggio del termine temporale per comunicare i dati del conducente".&nbsp; Quando non fare ricorso&nbsp; Sentiamo l&rsquo;avvocato Cenciarelli: "&Egrave; sconsigliabile proporre ricorso quando non &egrave; individuabile alcuna violazione significativa nel processo amministrativo e procedurale &ndash; vale a dire in tutto ci&ograve; che va dal rilevamento dell&rsquo;infrazione alla verbalizzazione, n.d.r. &ndash; n&eacute; in quello notificatorio che segue &ndash; e qui si parla di notifica fuori dai termini o a destinatari diversi, n.d.r. &ndash; Per&ograve; bisogna stare attenti, perch&eacute; a volte si pensa di aver individuato un errore dell&rsquo;amministrazione, che invece a una pi&ugrave; attenta verifica si scopre non esserci. Mi &egrave; capitato di patrocinare un collega secondo il quale il verbale di contestazione non gli era mai stato notificato; poi in sede di dibattimento l&rsquo;amministrazione ha prodotto le prove della notifica...". Come comportarsi con agenti scorretti&nbsp; Le segnalazioni di questo tipo si moltiplicano: postazioni nascoste, agenti strafottenti, che magari comminano sanzioni non giustificate. In questi casi la situazione diviene difficile per l&rsquo;utente della strada, perch&eacute; il verbale del pubblico ufficiale fa fede fino a querela di falso. Come ci si pu&ograve; difendere? "&Egrave; fondamentale mantenere la calma e dialogare. Importantissimo avere un testimone, perch&eacute; se ci si trova da soli a sostenere il confronto contro uno o due agenti, c&rsquo;&egrave; poco da fare&raquo; - dice l&rsquo;avvocato Cenciarelli -&nbsp; In realt&agrave; possono essere d&rsquo;aiuto anche le immagini di una postazione di controllo della velocit&agrave; nascosta. Cos&igrave; come i video prodotti durante il confronto con eventuali agenti che adottano comportamenti censurabili". Top 10: le dritte per godersi in sicurezza la propria moto       

Limiti bassissimi e Velox nascosti? Vi hanno fatto una contravvenzione che non ritenete di meritare? Ecco una vera e propria guida su come contestare una multa ingiusta

Multe autovelox: come contestarle e ricorrere quando "ingiuste"?

        Quando si tocca il tema della sicurezza in strada, soprattutto per le due ruote, va messa da parte la passione e l'adrenalina legata al piacere della guida. E' vero che spesso ci divertiamo a indicare velocit&agrave; di punta di questo o quel modello di supersportiva, ma bisogna sempre ricordare che dal nostro corretto uso del mezzo di trasporto privato, dipende anche la sicurezza degli altri. NON E' LA PRIMA VOLTA che si parla di un innalzamento dei limiti di veloci&agrave; sulla autostrade italiane. Un tentativo venne fatto nel 2001 dall'allora Ministro dei Trasporti Lunardi. Ora ci riprova l'attuale Governo tramite il presidente della Commissione Trasporti della Camera, Alessandro Morelli (Lega), che ha formulato la proposta di elevare da 130 a 150 chilometri orari la velocit&agrave; massima in autostrada. ASAPS DICE NO -&nbsp;La proposta non piace all'ASAPS, storica associazione che si occupa di sicurezza stradale. Il presidente Giordano Biserni sulla questione &egrave; stato piuttosto chiaro: "Non solo &egrave; pericoloso elevare i limiti a 150 km/h ma non si guadagner&agrave; assolutamente tempo perch&eacute; &egrave; dimostrato che alzare anche di soli dieci chilometri (di pi&ugrave; per 20 chilometri) aumenterebbero parallelamente i sinistri, magari anche di lieve entit&agrave; e questo causerebbe pi&ugrave; frequenti code e rallentamenti&raquo;. Biserni aggiunge una riflessione interessante: &laquo;Se tutto invece dovesse filare liscio, in un tratto lungho autostradale come la Milano-Rimini si guadagnerebbero solo 15 minuti". IL CODICE -&nbsp;L&rsquo;articolo 142 del codice della strada, ricorda l'ASAPS, gi&agrave; consente "sulle autostrade a tre corsie dotate di apparecchiature omologate per il calcolo della velocit&agrave; media di percorrenza su tratti determinati, agli enti proprietari o concessionari di elevare il limite massimo di velocit&agrave; fino a 150 km/h sulla base delle caratteristiche progettuali ed effettive del tracciato". Ma nessuna concessionaria al momento lo ha fatto. SPAZIO DI FRENATA - I numeri pi&ugrave; interessanti per avere una corretta percezione della proposta sono quelli realtivi agli spazi di frenata che ASAPS ha diffuso: la differenza da 130 a 150 km/h comporta un aumento percentuale dello spazio di frenata. Con strada asciutta servono 93,14 metri a 130 km/h, mentre 150 ce ne vogliono 124,01 per fermarsi. Con strada bagnata a 130 km/h di metri ne servono 130,40, a 150 km/h invece 173,71. GLI ALTRI - Il presidente Biserni ha parlato anche della tendenza negli altri Paesi Europei, in particolare Francia e Spagna, simili all'Italia come mercato e "traffico": "Nessun Paese al mondo ha pensato o pensa di elevare i limiti di velocit&agrave; , anzi in Francia e Spagna si stanno abbassando di 10 chilometri orari nelle Statali. In Italia si avrebbe il paradosso di aver inventato e realizzato il sistema del Tutor che &egrave; stato determinante per ottenere risultati molto positivi e addirittura clamorosi sul versante della sicurezza, per poi permettere poi di elevarli. Con questa modifica si verificher&agrave; la situazione assurda che chi corre fino a 200 chilometri orari di media se la caver&agrave; con appena 169 euro di sanzione e solo tre punti di prelievo, come per un sorpasso irregolare di lieve entit&agrave;, come accendere gli abbaglianti quando non &egrave; consentito".       

Il Presidente Giordano Biserni critico con la proposta della Commissione Trasporti: "Aumenta il rischio di incidenti e i vantaggi temporali negli spostamenti sarebbero minimi"

Innalzamento limiti di velocità in autostrada: l'Asaps dice no

Quella dei limiti sulle strade &egrave; una materia sempre pi&ugrave; controversa, dove le differenti&nbsp;interpretazioni dei dati statistici, soprattutto in materia di incidentistica, possono determinarte scelte legislative diametralmente opposte&nbsp;tra stato e stato. E cos&igrave;, se in gran parte dei Paesi UE (Italia compresa) sulle strade extraurbane secondarie vige il limite di 90 km/h&nbsp;(salvo diversa indicazione), c&rsquo;&egrave; anche chi propone scelte differenti: come Germania ed Austria, dove si marcia alla velocit&agrave; di 100 km/h, cui si contrappone la Svezia, con il limite pi&ugrave; severo: 70 Km/h.  E&rsquo; DI QUESTI GIORNI la notizia della scelta del Governo di Parigi di abbassare i limiti sulle strade del paese da 90 a 80 Km/h. Il Primo Ministro Edouard Philippe ha spiegato che la misura si rende necessaria per abbassare l&#39;elevato numero di morti e feriti causati da incidenti stradali. Riducendo il limite sulle strade secondarie ad 80 km/h, la Francia si allinea&nbsp;a Paesi Bassi, Svizzera e Norvegia.  MA NON MANCANO VOCI CRITICHE su questa modifica al codice della strada. Molti, ad esempio, si rifanno al caso danese. Qui,&nbsp;con una misura esattamente opposta, si &egrave; deciso di alzare il limite massimo da 80 a 90 Km/h, dopo aver constatato - in seguito ad un periodo di scrupolosa sperimentazione - la diminuzione degli incidenti su strade con maggiore velocit&agrave; consentita. E poco convince, poi, l&#39;obiezione del dato svedese -&nbsp;paese col limite pi&ugrave; basso che pu&ograve; vantare anche il pi&ugrave; basso numero di vittime della strada - visto il tipo di viabilit&agrave;&nbsp;non esattamente confrontabile con quella di altre nazioni con traffico su gomma molto maggiore e disordinato (e quindi, per forza di cose, con maggiore probabilit&agrave; di sinistri). 

&nbsp;Tra i paesi europei, limite pi&ugrave; severo solo in Svezia. Scopriamo i motivi di questa scelta&hellip;

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