Itinerari moto Romagna: la terra dei campioni 

Itinerari moto Romagna: la terra dei campioni 
Qui i bambini nascono con la stessa passione dei padri e dei nonni: il "mutòr". Così, partendo da Rimini e inoltrandoci nelle zone interne della regione, possiamo scoprire i segreti di un territorio geneticamente ricco di motociclisti

Emilio Salvatori e Cristina Zoli

08.07.2025 ( Aggiornata il 25.07.2025 09:26 )

La Romagna è la “terra dei motori”, de’ mutor come dicono da queste parti. Ma anche la “terra dei campioni”, poiché tanti degli attuali protagonisti italiani del motomondiale o sono nati qui o l’hanno scelta come patria adottiva per crescere come piloti e come uomini. Un risultato che trova la sua ragione nell’anima di questo territorio dove i bambini nascono con la passione dei nonni, che furono a loro volta bambini ai tempi della “Mototemporada Romagnola”, quando la stagione balneare si apriva sui circuiti cittadini di Rimini, Riccione, Cesenatico, Milano Marittima con una serie di corse su strada. Una passione infinita che ha favorito la nascita delle condizioni ideali, come ad esempio le piste delle minimoto, che hanno aiutato più che in altre parti d’Italia la crescita di quei giovani campioni che oggi si contendono sulle piste di tutto il mondo i titoli più prestigiosi. Insieme a loro anche un mondo di tecnici, aziende, artigiani, scuderie che hanno scritto con la loro genialità la storia del motociclismo: uno per tutti, Massimo Tamburini fondatore di Bimota e padre della Ducati 916 e della MV Agusta F4

Le migliori foto del nostro viaggio in Romagna

Le migliori foto del nostro viaggio in Romagna

Dalle colline romagnole alla al Misano World Circuit circuito intitolato a Marco Simoncelli, passando per il Ranch di Valentino Rossi a Tavullia. Queste sono solo alcuni dei paesaggi spettacolari che abbiamo incontrato. Ecco le foto

Guarda la gallery

L'inizio del viaggio

Il nostro viaggio alla scoperta di questi luoghi ha inizio davanti al busto dedicato a un grandissimo quanto sfortunato campione del passato come Renzo Pasolini, a oltre 50 anni dal tragico incidente sul circuito di Monza dove, il 20 maggio del 1973, scomparve con Jarno Saarinen. Rimini e Renzo Pasolini, ma anche città natale di Pierpaolo Bianchi (tre volte campione del mondo classe 125) così come di alcuni degli attuali protagonisti del mondo delle corse, come Enea Bastianini e Marco Bezzecchi ma anche, per rimanere solo a Rimini, di piloti come Matteo Ferrari (campione del mondo MotoE 2019), Mattia Casadei (campione del mondo MotoE 2023), Stefano Manzi o Michael Ruben Rinaldi, entrambi protagonisti in Superbike.

Dall’elegante ponte di Tiberio, da cui prende avvio la via Emilia, all’Arco d’Augusto, la straordinaria porta urbana che, proveniente dalla Roma caput mundi, segna ancora dopo duemila anni la fine della consolare Flaminia. Prima tappa: Coriano a poco più di 10 km, dove negli spazi del teatro comunale sono allestite le sale che raccontano la storia di Marco Simoncelli, un pilota che, con la sua irruenza e personalità, ha saputo incarnare più di altri i pregi e i difetti dei romagnoli. Già arrivando in paese, una gigantografia al centro di una rotatoria, da poco rinnovata grazie all’estro di Aldo Drudi, lo ricorda ai tanti motociclisti che, magari in occasione di una gara, non perdono l’occasione, spesso con un fiore ai piedi dell’installazione di via Garibaldi, per un saluto. Eh sì, perché il circuito, il Misano World Circuit che dal 2012 porta il suo nome, è proprio a un soffio. Per raggiungerlo seguiamo una via un po’ meno diretta ma molto molto suggestiva anche nel nome: via Spaccalasino.

Dopo aver toccato l’antico borgo di San Clemente, nelle cui vicinanze ha vissuto per lungo tempo Nicolò Bulega, arriviamo al circuito e non deve stupire se anziché un albero al centro della rotatoria tra via Tavoleto e via San Giovanni troviamo una Ducati 998 “Troy Bayliss replica” sotto una teca protettiva. Al circuito “Marco Simoncelli” la passione per i motori non si vive solo in occasione dei grandi appuntamenti motociclistici mondiali come la MotoGP e la Superbike, ma sempre, soprattutto da quando, proprio all’ingresso dell’impianto, è stata realizzata la MWC Square, uno spazio con libero accesso al pubblico 360 giorni all’anno, con tanto di possibilità di visitare lo stesso circuito che ha da poco superato i 50 anni. Un circuito nato negli anni ’70 all’indomani dell’incidente mortale di Angelo Bergamonti (MV Agusta) a Riccione, quando fu chiaro che non sarebbe stato possibile proseguire con le corse sui circuiti stradali cittadini per la loro pericolosità. Da allora, sono stati fatti passi avanti giganteschi e non è un caso se oggi il Misano World Circuit “Marco Simoncelli” sia tra gli impianti sportivi dedicati ai motori più apprezzati al mondo, sede di epiche sfide del campionato del mondo della MotoGP o della Superbike ma anche di grandi e importanti manifestazioni come l’EICMA Riding Fest dove è possibile provare dal vero le tante nuove proposte delle Case motociclistiche di tutto il mondo. 

Da Misano, lasciando sulla destra la Riccione di Mattia Pasini e del “nippo-riccionese” Tatsuki Suzuki che qui ha trovato una seconda casa, ben presto entriamo nella Cattolica di Nicolò Antonelli, una piccola cittadina che accanto alla vocazione balneare di qualità ha saputo mantenere, con la sua marineria e il suo porto, ben salda la propria storia. Per giungervi passiamo in prossimità del kartodromo “Motor Park”, alla sua periferia, una di quelle strutture nate a supporto del turismo come piste di go kart ma che la genialità romagnola ha trasformato in piste per le minimoto su cui si sono formati tanti dei futuri campioni del motomondiale come Marco Simoncelli, Enea Bastianini, Manuel Poggiali, Lorenzo Savadori, Niccolò Antonelli e Andrea Migno, oltre naturalmente a Mattia Pasini e, ancora prima, Andrea Dovizioso.

Ed ecco che, al di là del porto, ci sono le Marche che in quanto a passione per la moto fanno il pari con la Romagna. Una “terra di confine” tanto che qualcuno si è spinto a definire “marchignoli” i suoi abitanti. Da qui prende avvio la “Panoramica” che dalla Gabicce delle discoteche degli anni ’90 sale su in alto verso quella Gabicce Monte da cui lo sguardo può spaziare sul panorama stupendo della Riviera Romagnola fino a Rimini e oltre.
La Panoramica, che seguendo dall’alto la costa copiando dolcissime curve e tornanti, è ben più di una semplice strada: è diventata leggenda, e viene ricordata nelle cronache degli amanti della moto come l’itinerario su cui da Tavullia, prima Graziano Rossi e poi Valentino con la sua masnada d’amici, venivano a misurarsi.
Non è più quel tempo, e ogni cosa consiglia un approccio più dolce e in sintonia con l’incanto di questi luoghi per godere di tanta bellezza: la linea lunga e blu del mare visto dall’alto, la spalla del monte che vi si getta e, ciliegina sulla torta, il fascino degli antichi borghi di Casteldimezzo e Fiorenzuola di Focara, che Dante canta nella Divina Commedia, ricordando come i marinai abbiano sempre temuto questo promontorio per il suo infido vento. 

È il turno di Tavullia e del vicino Ranch che, nato dall’esperienza fatta in una cava abbandonata, è ora, grazie alla genialità di Valentino, divenuto il sancta sanctorum del motociclismo mondiale.
Vi arriviamo, con il mare ormai da tempo alle spalle, seguendo la provinciale che tocca Gradara e il suo borgo poetico, non poi così lontano da Babbucce dove da tempo ha trovato casa il romano Franco Morbidelli. Morbidelli, Valentino Rossi, Luca Marini e i ragazzi dell’Academy che, Francesco “Pecco” Bagnaia in primis, qui sono diventati grandi insieme a Marco Bezzecchi, Celestino Vietti, Andrea Migno, Niccolò Antonelli, Stefano Manzi, ma anche a Romano Fenati, Nicolò Bulega, Lorenzo Baldassarri, Dennis Foggia, e, di passaggio, Lorenzo Dalla Porta.

La strada per arrivarvi, la Provinciale 39, è molto bella e ben presto ci porta sulla terrazza da cui, quasi fossero quelle di Nazca, si possono ammirare le linee delle tre piste che corrono laggiù sul fondovalle. Anche Tavullia, piccolo centro sulla collina legato alla storia dei Malatesta, ha un fascino che le bandiere gialle e il grande murales della piazza centrale rendono unico.
Qualche km ancora e, svoltando a sinistra proprio all’altezza della sede della VR46, la SP56 ci proietta dentro un paesaggio rurale di grande dolcezza, fatto di ampie curve che si fanno largo tra i campi che si tingono di colori diversi a seconda delle stagioni. La destinazione è Saludecio. È in questi luoghi che sono cresciuti Andrea Migno e Alessandro Zaccone ed è da qui che lo sguardo da Porta Marina può arrivare al blu del mare

I borghi di Montegridolfo e Mondaino sono a un soffio, ognuno col proprio richiamo di storia e bellezza, specie Mondaino, la cui piazza centrale ai piedi della rocca malatestiana è caratterizzata da un suggestivo porticato ad arco che la circonda. Sono luoghi dove il tempo sembra essersi fermato così come lontana è l’ansia che si respira nella città. 

Lungo stradine secondarie e dimenticate che si fanno largo tra i campi, attraversiamo Tavoleto, Auditore, Sassocorvaro, che con la sua possente rocca si protende sul lago artificiale ai suoi piedi. Da qui potremmo entrare in breve nel territorio della “Repubblica più antica del Mondo” ma il piacere della guida e il fascino dei luoghi ci induce ad ampliare il giro.

Da Monte Cerignone, che per la sua bellezza fu scelta da Umberto Eco come il proprio “buen ritiro”, sfiorando il monte Carpegna, siamo in breve a Villagrande per arrivare a una delle perle di tutto il Montefeltro, quella fortezza di San Leo che, nelle forme donategli da Francesco di Giorgio Martini, fa buona guardia su tutta la Valmarecchia incantando ora come allora.
Ed ecco, già da distante, ergersi le tre penne di San Marino, i tre castelli della piccola repubblica che deve nome, autonomia, storia e libertà a quel tagliapietre dalmata che dall’isola di Arbe, sulla sponda opposta dell’Adriatico, giunse fino a qua e trovò fama imperitura.
San Marino, oltre che intitolare insieme alla Riviera di Rimini uno dei Gran Premi della MotoGP, è anche la patria di eccellenti piloti come il due volte campione del mondo Manuel Poggiali o Alex De Angelis che, appesi i caschi al chiodo, continuano con la loro passione a trasmettere amore e competenza ai box e ai giovani aspiranti piloti.

Dalla cresta del Monte Titano, il mare è a un tiro di schioppo, ma alla superstrada a quattro corsie che in breve ci riporterebbe a Rimini preferiamo, come sempre, una via di crinale, magari con una deviazione fino a Verucchio che fu culla della civiltà villanoviana, di cui rimangono tracce importantissime e uniche. La via Santa Cristina è una favola, specie quando il sole spegne gli ardori dell’estate e tutto si fa più soffuso.
Laggiù il Colle di Covignano e, più lontano, il grattacielo che, come un faro, dagli anni ’60 a tutti indica una città innamorata della moto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento