25 anni di MV Agusta F4: nascita ed evoluzione di un mito

Nel 1997 venne presentata ufficialmente la moto della rinascita sviluppata con tecnologia Ferrari e disegnata da Tamburini. In realtà la storia iniza molto prima di 25 anni fa, e non sappiamo quando finirà

Michele LallaiMichele Lallai

Pubblicato il 16 settembre 2022, 11:34 (Aggiornato il 17 set 2022 alle 12:15)

Un gioiello prezioso

La F4 750 Serie Oro presentata nel 1997 lasciò tutti a bocca aperta e il motore era finalmente messo a punto e sorprendentemente vigoroso. Nella nostra prova del '98 scrivevamo: "Il motore a quattro cilindri in linea garantisce una potenza che a naso ci sembra più o meno al top della categoria 750, e la distribuisce con una linearità tale da ingannare sulla sua effettiva forza.

Dai 3.000 giri in poi si hanno dolci e progressivi incrementi di coppia. gni 1.000 giri si avverte solo un cambiamento di tono "musicale" allo scarico, ma l'erogazione è così lineare da non mettere mai in crisi la ciclistica anche quando si spalanca il gas inavvertitamente in curva. Una grande motricità che accompagna fino all'intervento del limitatore (poco oltre i 13.000 giri indicati) l'azione superba di questa moto, peraltro servita da un cambio che è un burro oltreché preciso negli inserimenti. Di cavalli ce ne sono abbastanza da spuntare, secondo il costruttore, una velocità massima di oltre 280 km/h effettivi. Noi in fondo al rettilineo di Monza abbiamo "letto" 270 km/h a circa 12.500 giri."

L'estetica, però, era il suo vero punto forte. Il faro a diamante all'anteriore inserito in un cupolino morbido e filante, le fiancate lisce e la pulizia del design che culminavano in un codino alto a cornice dello scarico con uscita a 4 canne. Tamburini si è superato, e dopo la 916 ha realizzato un'altra moto indelebile, con stile unico e un carattere puramente italiano. La Serie Oro fu la prima versione in tiratura limitata con cerchi e telaio dorati, magnesio e carbonio a profusione. Seguì la prima versione S di serie un po' meno "preziosa" ma sempre al top della qualità e delle prestazioni fra le 750.

Lo step successivo portò alla versione biposto 1+1 e a piccoli aggiornamenti di grafiche, ma il vero passo importante fu quello dell'incremento di cilindrata del 2004. Dopo diversi anni con il settemmezzo, il motore venne portato a 1000, in linea con le nuove supersportive che si affacciavano al mondo della Superbike. Ora erogava 166 CV e 108 Nm di coppia, contro i 117CV e 78Nm della 750 S. Il peso rimase praticamente lo stesso, 192 kg invece di 191. Iniziarono anche le serie speciali come la Tamburini, la CC, la Senna, la SPR, la R e la 312, che fu la più performante delle F4 della prima serie e porta nel nome i km/h che era capace di raggiungere, rendendola la moto stradale di serie più veloce di sempre.

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