Da Roma a Trieste con le BMW R 1250 GS Ultimate Edition e R 1250 RT

Da Roma a Trieste con le BMW R 1250 GS Ultimate Edition e R 1250 RT

Un appassionante viaggio con due modelli “Boxer Doc” senza confini. Tra appennino, pianura e mare: paesaggi unici senza stress

02.08.2023 17:34

Più si avvicinava la data del “The Great Rally” - il grande tour attraverso le Alpi che da Trieste ci avrebbe condotto a Monaco per celebrare i 100 anni di BMW – più un pensiero persistente si andava sedimentando di riunione in riunione: perché mai usare un semplice aereo per raggiungere l’elegante capoluogo friulano, quando avremmo potuto goderci il tragitto in moto? Nasce così l’idea di una piccola avventura nell’avventura, una cavalcata con partenza da Roma, toccando alcuni punti particolarmente significativi lungo il percorso per piacere di guida, paesaggi e ricchezza culturale. Il tutto in sella a due modelli che per la Casa tedesca rappresentano la massima espressione del turismo in salsa boxer: la R 1250 GS nella versione celebrativa Ultimate Edition, e la R 1250 RT.

Il viaggio con l'RT...

Salutiamo Roma sotto un cielo di inizio luglio insolitamente grigio, preludio di un’instabilità che avrebbe accompagnato tutta la prima parte dell’avvicinamento a Trieste. Ad un’estate che stenta, ad ogni modo, non corrisponde la determinazione con cui le nostre moto si bevono, tutti d’un sorso, i chilometri che ci separano da Orvieto dove lasciamo finalmente l’autostrada. Due vere passiste di rango! Entrambe, GS ed RT, condividono molta della tecnologia a bordo e sono spinte dall’ultima evoluzione del bicilindrico boxer di 1254 cm3, con fasatura variabile ShiftCam dell’albero a camme che incrementa la coppia su tutto l’arco di erogazione e migliora l’efficienza: 136 CV, la potenza massima erogata e riding mode perfetta- mente a punto, che ne modulano l’intensità, integrandola con l’elettronica di bordo in base al tipo di percorso e alle condizioni di marcia.

Le prime pieghe appenniniche sulla “Millecurve”, la celebre strada che corre lungo il versante nord del lago di Corbara (bacino umbro nato dallo sbarramento del fiume Tevere) mettono immediatamente in luce la natura differente di questi mezzi. I tratti più caratterizzanti della RT sono l’incredibile versatilità, il comfort negli spostamenti, e il coniglio che nasconde nel cilindro. Un modello che interpreta in maniera magistrale il concetto di granturismo, con un pacchetto tutto “comodità e tecnologia” che la piazza dritta nell’olimpo delle regine delle grandi distanze. Per combattere la noia sui lunghi trasferimenti, è sufficiente rimanere in poltrona (la seduta è meglio di una Frau), alzare al massimo il parabrezza con regolazione elettrica e, perché no, gustarsi la musica che fuoriesce dal potente impianto audio. Poi quando arrivano le curve, ecco il colpo di magia, il coni- glio nascosto nel cilindro: il bisonte si trasforma in gazzella. Non si può che rimanere sbalorditi davanti alla capacità di questa moto di piegare forte e di muoversi nel misto stretto con la stessa agilità di una naked guizzante; e que- sto, nonostante la mole e i 279 chili di peso. Chapeau!

… e con la GS

Gelande/Strasse, fuoristrada/ strada, tale è il significato dell’acronimo G/S: una sigla che da oltre 8 lustri simboleggia il mito delle bavaresi pronte a tutto. Più che una famiglia di modelli, ormai, una vera categoria motociclistica, apprezzata in tutto il mondo da chi ama consumare gomme su ogni terreno. Un concetto evolutosi negli anni, fino a raggiungere lo stato dell’arte con l’attuale modello in commercio. In particolare, la versione usata durante il viaggio è una Ultimate Edition, prevista in soli 2100 esemplari su base Triple Black e caratterizzata da una serie di dettagli dedicati e da una dotazione particolarmente completa.

Un equipaggiamento premium – anche elettronica e componentistica sono al top – capace di innalzare l’inossidabile concetto GS al suo massimo: guidabilità estrema su ogni percorso, divertimento nel misto, efficacia in fuoristrada; il tutto, in qualunque con- dizione di guida, anche a pieno carico. Con una capacità di muoversi nello stretto, e un’agilità sui tornanti, semplicemente sorprendenti per una moto così. In ogni caso, si tratta del “canto del cigno” per quest’ultima generazione di GS prima dell’arrivo (in autunno) della nuova 1300, che metterà in campo un progetto totalmente rivisto.

Le moto messe alla prova

Il tempo di rientrare in autostrada nei pressi di Firenze per un breve trasferimento alla volta di Barberino del Mugello, che un temporale si abbatte impetuoso sulle nostre teste. Qui la protettività totale della RT fa subito la differenza: incredibile come i guanti riescano a rimanere pressoché asciutti nonostante il muro d’acqua. Allo stesso modo, la posizione di guida della GS infonde grande fiducia e una sensazione di controllo imperturbabile; così riusciamo a raggiungere velocemente la meta senza particolare affanno e dopo una fiorentina d’ordinanza, perfetta per risollevare il morale della truppa, siamo nuovamente pronti a partire. Le moto non sono di quelle adatte a incrociare i cordoli, e dunque il circuito del Mugello lo sfioriamo appena (impossibile, comunque, non sentire i tamburi tribali della San Donato echeggiare nel casco) e decidiamo di andare a esplorare i dintorni del lago di Bilancino a caccia di scorci “fuori rotta”.

Arrivo a Padova

Qui, tra stradine in salita dalla carreggiata strettissima, asfalto non proprio perfetto e casali in pietra persi nel nulla, la GS è indiscutibilmente protagonista. Il manubrio largo offre una leva infinita e una manovrabilità totale, resa ancora più agevole dalla posizione di guida col busto eretto e dal peso tenuto in basso dalle teste dei cilindri che si sviluppano in orizzontale. Non è un caso che questa moto sia tra le più gettonate “globetrotter” di tutti i tem- pi. La RT, invece, decisamente fuori dal suo habitat, impegna un po’ di più alla guida ma avanza senza problemi. Un ultimo colpo di reni, e con le vorticose pieghe appenniniche oramai alle spalle iniziamo la traversata della Pianura Padana per raggiungere Padova. La città ci accoglie con gli 88.620 m2 del Prato della Valle, che per estensione è seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca. Al suo centro si trova l’iso- la Memmia circondata da un canale lungo 1,5 chilometri e da una doppia fila di statue (sono ben 78) raffiguranti personaggi del passato.

Al GALOPPO FINO A TRIESTE

Un colpo d’occhio semplicemente impressionante; proprio come quello che si gode all’interno della Cappella degli Scrovegni, dove è il genio di Giotto ad andare in scena con un ciclo di affreschi consi- derato il più importante al mondo; o al cospetto della basilica di Sant’Antonio, con la facciata romanica, le cupole bi- zantine e i campanili moreschi. Poco più avanti, sono invece le eleganti ville della Riviera del Brenta – magnifica, in particolare, Villa Pisani – ad accogliere le nostre BMW al trotto, prima della galoppata finale per raggiungere Trieste. Città di mare e di frontiera, la vista dall’alto sul suo golfo immerso in un bagno di sole, è di quelle immagini che tolgono il fiato e alimentano l’urgenza di raggiungere la meta. E allora giù, a cilindri spiegati. In picchiata fino al Molo Audace attraverso le ripide discese che tagliano i palazzi come le strade di San Francisco. E pensare che volevano farci viaggiare in aereo.

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