Tunisia d’inverno: in Africa con l’Africa #1

Tunisia d’inverno: in Africa con l’Africa #1

Dopo l’avventura in Asia centrale, un nuovo viaggio del Cicca e la Sere, in sella alla loro Honda Africa Twin, alla scoperta di uno dei paesi più affascinanti del Nordafrica. La prima tappa da Tunisi a Chenini

FRANCESCO CICCARELLO (PUBBLICAZIONE A CURA DI DIEGO D'ANDREA)

31.01.2019 12:04

Serbatoio pieno, moto carica, gomme gonfie e... alle 9:00 in punto ci ritroviamo finalmente nella dimensione che ci piace di più: sulla strada, verso una nuova avventura. Percorriamo velocemente i 200 km che ci separano da Genova e, dopo un paio d'ore, eccoci in fila per l’imbarco: l'Africa ci attende e non vediamo l'ora. Quasi 36 ore di navigazione, una notte a ballare forte ed eccoci a Tunisi, che ormai è buio. Facciamo appena in tempo a raggiungere l’hotel e a gustarci la prima cena, scoprendo come il pesce fresco accompagnato da un buon vino tunisino non ci faccia rimpiangere i sapori nostrani.

Tunisia d’inverno: in Africa con l’Africa #1 - LE FOTO

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Un nuovo viaggio del Cicca e la Sere, in sella alla loro Honda Africa Twin alla scoperta di uno dei paesi più affascinanti del Nordafrica. La prima tappa da Tunisi a Chenini

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DEDICHIAMO UN PAIO DI GIORNI a Tunisi e ai suoi dintorni, compresi i resti dell’antica Cartagine e la cittadina di Sidi Bou Said che, seppur molto turistica, mantiene intatto il fascino di un villaggio mediterraneo di pescatori: case imbiancate a calce con infissi blu e per sfondo il golfo di Tunisi. Cogliamo al volo anche l’occasione per fare la conoscenza della polizia locale. In soldoni, esserci portati dietro il drone (l'idea era quella di girare qualche ripresa aerea) ci costringe a passare ore in caserma per una dichiarazione di possesso; che subito dopo si trasformerà nell’invio alla dogana dello stesso, per rivederlo solo al momento del nostro rientro in Italia.

A TUNISI VISITIAMO IL MUSEO DEL BARDO, tristemente noto per l’attentato del 2015, che ci conquista non solo con i pezzi pregiati provenienti da tutta la Tunisia, ma anche per la bellezza delle stanze riccamente decorate in stile islamico. Al ritorno ci perdiamo nel dedalo di viuzze della Medina con gli affollati souk, un tempo assai famosi in tutto il mediterraneo e dove oggi si trovano per lo più souvenir. Impressionante il numero di motorini in circolazione: Ciao, Bravo e tuboni che ci fanno tornare alla memoria i nostri 14 anni. Ma è già l’ora di salutare Tunisi, da domani inizia il viaggio vero verso Sud.

PERCORRIAMO VELOCEMENTE i 200 km che ci separano da El Jem, col suo famoso anfiteatro dalle dimensioni e fattezze impressionanti. Se dall’esterno la sua bellezza vale tutta la sua fama, è all’interno che si può ammirare l’ovale di 138 m per 11 4m, grazie al quale l'opera conquista il terzo posto assoluto per dimensioni tra gli anfiteatri romani. All’esterno, l'antica villa ‘Casa D’Africa’ ci fa rivivere i fasti di una ricca famiglia della città di Thysdrus.

IL TEMPO DI CONSUMARE DUE OTTIMI CHAPATI (panini ripieni appena sfornati) ad un prezzo irrisorio e siamo di nuovo in strada. Per fortuna, abbiamo l’accortezza di fermarci subito a fare il pieno visto che non troveremo distributori (ma benzina si…) per più di 200 km. Scendendo verso sud, il giallo diventa il colore dominante e si iniziamo a vedere le prime palme da datteri e i fichi d’india.

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