Itinerari in moto: Calabria, le vie della Sila Greca

Itinerari in moto: Calabria, le vie della Sila Greca

Chi cerca avventura, natura e realtà genuine, trova pane e companatico per i propri pneumatici nella multiforme regione del Sud

Giovanni Carlo Nuzzo

21.02.2020 11:15

La Sila Greca è quella ruvida parte di montagna calabrese rivolta a levante, dove la civiltà greca, prima, e bizantino-balcanica, poi, impressero il loro sigillo. E qui, garantito, non ci si capita per caso. Sfidando il GPS e cucendo assieme spopolate curve forestali, tornanti imprevedibili che si precipitano verso il cobalto del mare, sorprendenti esempi di storia antica fusi in un paesaggio primigenio, dove dominano i sapori senza compromessi della “sardella” e della liquirizia selvatica, abbiamo dunque ricavato questo affascinante itinerario a prova di veri biker.

DA CASTROVILLARI

Si va dalle pendici del Pollino, ben servito dall’autostrada, fino alla costa ionica che s’apre a compasso sull’ampio golfo di Taranto, fissando come inizio “tecnico” l’uscita Castrovillari-Frascineto dell’A3. Due le “filosofie”. La prima corre subito al mare a conoscere il Parco Archeologico di Sibari (SS534, 35 km), con annesso museo, dove sono stati appena spesi 18 milioni di euro per mettere in sicurezza i resti dell’antica colonia achea della Magna Grecia. Logistica e indicazioni stradali sono purtroppo ancora da mani nei capelli. Quindi sull’asse costiera della E90/SS106 (tra le direttrici statisticamente più incidentose d’Italia, occhio!) si può approfittare per cercare qualche bella spiaggia ionica tra le tante a disposizione tra Roseto Capo Spulico, col suo pittoresco castello federiciano del X sec. incombente sulle acque, e la Marina di Cariati alle foci del fiume Nicà. Buona fortuna.

La seconda opzione da Castrovillari – previa occhiata al castello aragonese e, in piazza Stazione, alla locomotiva a vapore degli anni Venti (mitica serie FLC503) – ci guida sul tracciato della vecchia SN19 delle Calabrie (oggi SP241) fino a Spezzano Albanese. Gli interessati vi troveranno calde acque salsobromoiodiche in un parco termale di 10 ettari. Come indica il nome, la zona è un’enclave “Arbëreshë”, comunità albanese stabilitasi alle falde della Sila nel tardo Medioevo. Tra un turbinare di grandi pale a vento, a 6 km ecco il lago di Tarsia, formato da una diga sul fiume Crati, il più importante della Calabria per lunghezza e portata d’acqua. Comprende una riserva naturale con fauna palustre e rapaci, parco eolico e cimitero memoriale internazionale dei migranti affogati nel Mediterraneo. I lavori di quest’ultima opera sono attualmente in esecuzione.

NEL CUORE DELL’APPENNINO

Ci siamo, adesso si può affrontare il vero nocciolo dell’Appennino calabrese. L’instradamento è sempre un’avventura e i percorsi possono essere variati a piacere. Alcuni capisaldi: la SS660 da Acri, una magnifica strada da moto che conquista subito la Riserva del Gallopane. Area dei cosiddetti Giganti di Fallistro, pini larici antichi come cattedrali gotiche, alti fino a 45 metri e larghi due. Siamo nel territorio di Longobucco, il comune più alto della Sila greca.

Calabria, le vie della Sila Greca FOTO

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Di qui, per gettarsi a capofitto fino al mare “greco”, ci sono diverse possibilità, tutte ubriache di curve e con asfalti sempre imponderadibili. Per esempio la SS177, una collana di tornanti a scendere che infilano il borgo antico di Longobucco. Poi, da Cropalati, si piega sulla SP250 per Paludi (Parco archeologico ellenistico del Castiglione) e quindi Rossano, issata a sella sulla sua timpa (forra). Definita con un pizzico d’enfasi “Ravenna del Sud”, Rossano è tra i centri più importanti dell’impero di Bisanzio nel nostro Mezzogiorno.

Si vedano la chiesetta di S.Marco, del Mille, la Panaghia, il palazzo Vescovile con conservato un prezioso Codex Purpureus bizantino, miniato, del VI secolo. Senza dimenticare, nella parte bassa del paese, l’antica fabbrica di liquirizia Amarelli (1731) tutt’oggi attiva, con spaccio aziendale e museo storico.

TRA BOSCHI E ROCCE

Altro instradamento è la SP255 + 108ter, via Bocchigliero e Campana: budello contorto che scende a precipite tra boschi sterminati e curiose formazioni rocciose. Capolinea è Cariati, su un orizzonte tutto turchino. Tornando al bosco di Gallopane, lungo la SS660, si può prendere direttamente il bivio SP188 per Rossano, aggirando il Monte Paleparto.

Giunti al bivio di Cozzo del Pesco, sede di giganteschi castagni pluricentenari, si gira a sinistra su asfalto fino al suggestivo convento bizantino del Patirion, con vista eccezionale. Per raggiungere invece il remotissimo e umilissimo eremo antico di Sant’Onofrio lo sterrato è piuttosto malmesso. Qui, ogni terza domenica di maggio, si svolge una festa pastorale che sembra quasi una pagina firmata dall’etnologo Ernesto De Martino (1908-1965). Infine, ulteriore alternativa, la ruspante provinciale 187 che conduce direttamente a Corigliano Calabro. Tanto per far raffreddare i freni, non perdetevi il castello Ducale dell’XI sec. con un Museo e belle sale sontuosamente arredate (tutti i giorni, tranne lunedì).

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