Durante una tappa dei Dunlop Day, al Tazio Nuvolari di Cervesina, abbiamo provato le nuove Dunlop KR, gomme utilizzate nel CIV Superbike e Supersport
Da ormai un paio d’anni, Dunlop ha presidiato il CIV, il Campionato Italiano Velocità, in maniera massiccia. Per loro, oltre che un’operazione di marketing, è anche un vero e proprio laboratorio, dove poter sviluppare di continuo i prodotti del futuro. Dal 2024 sono fornitori ufficiali di tutte le griglie del Campionato, compresa la 600, e proprio per quest’anno hanno presentato due novità.
La prima novità riguarda il posteriore della Superbike, nella misura 200/70, il cosiddetto gommone. Nome all’anagrafe di questa gomma: VAL35 (sono i nomi dei pneumatici laboratorio).
Rispetto al passato, dovrebbe garantire più grip ai massimi angoli di piega e, grazie a modifiche alla mescola, anche una maggiore stabilità di prestazioni per tutta la durata della gara. “Il nostro obiettivo è accorciare le gare”, queste le dichiarazioni. Ultimo ma non per importanza, grazie a dei miglioramenti strutturali, la carcassa e il battistrada allungano la vita del pneumatico, permettendo ai team di usarli in sessioni diverse senza drop prestazionali.
L’altra novità riguarda appunto la classe media, ovvero la 600 SuperSport. In questo caso Dunlop introduce l’ultima evoluzione del pneumatico slick KR108 nella misura 185/70R17 (prima 190) per esprimere al meglio le prestazioni e l’agilità della classe 600NG. Grazie alla nuova struttura, il nuovo KR108 dovrebbe assicurare infatti maggiore velocità nei di cambi direzione e aumentare l’area contatto in fase di piega e uscita curva.
È stupefacente constatare ogni volta come degli pneumatici possano cambiare faccia a una sportiva come l’R1. È una moto piuttosto intuitiva, tra le superbike replica, di quelle che invitano a spingere da subito, ma equipaggiata con il “gommone” siamo davvero a un altro livello.
Il grip offerto a grandi angoli di piega (che, ricordiamolo, sono tipici di noi amatori: i piloti piegano di meno e per meno tempo) è sorprendente ed è facile trovarsi a spremere saldamente la leva del freno anche a moto molto inclinata. Anzi, è forse proprio questo il loro segreto. Nella fase di frenata a moto dritta infatti non sono forse le più comunicative, ma quando si inizia a inclinare la moto (continunando a frenare forte), l’R1 sembra infilarsi nel binario immaginato dal pilota. Sorprendente. Dimenticate quindi le dicerie sulle slick: anche andando a ritmi piuttosto blandi, il feeling con queste
KR è sempre elevato e non richiede capacità da pilota di alto livello. Se però si ha cuore e capacità, si possono azzardare staccate da cardiopalma, sicuri che la moto rimarrà sempre stabile, incollata sul binario. Forse non sono le gomme più “agili” della categoria: nei cambi di direzione occorre uno sforzo in più rispetto ad altre concorrenti, ma è il prezzo da pagare per un grip così esagerato quando si è in angolo.
Discorso valido anche per la 600, che anche in questo caso risulta molto omogeneo con l’anteriore. Non si hanno strani squilibri, si percepisce chiaramente che il profilo è stato studiato per funzionare all’unisono con l’anteriore. Anche accelerando a moto ancora piegata, gli ondeggiamenti che vengono innescati sono facilmente prevedibili e sempre controllabili. La discesa non è repentina, ma nemmeno lenta: è controllata, proprio come i classici pneumatici racing.
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