Tornando al punto di partenza, avevamo detto che su una cosa eravamo d’accordo tutti e quattro, ed è su chi ha meritato di vincere la comparativa. La regina della sportività su strada, secondo InMoto, è l’Aprilia Tuono V4, in questo caso in una sfavillante versione Factory.
Seconda piazza per la M 1000 XR, una moto talmente folle e senza senso da essere formidabile. Quello che viene da pensare è che questa moto non sia nata da approfondite ricerche di marketing. Ci viene più facile immaginare un ingegnere un po’ pazzo, che durante una riunione dei project manager entra dalla porta in vetro, interrompe il meeting sbattendo dei fogli scarabocchiati sul tavolo e minaccia i presenti dicendo: “ora basta fare moto intelligenti, facciamo questa!”. E potrebbe anche essere andata proprio così, perché guidandola si ha davvero la sensazione di avere a che fare con qualcosa di folle.
È una moto alta, imponente e pesante che però accelera come un caccia al decollo. Guidarla in pista ha del surreale, perché si può spremere tutta l’energia del demoniaco 4 cilindri tedesco.
Il fatto di essere seduti così in alto e allo stesso tempo affiancare le moderne supersportive in rettilineo... fa impressione.
Oltre i 10.000 giri si entra nella zona off-limits, dove tutto diventa sfocato e la XR si catapulta nell’iperspazio. E non si ferma prima dei 14.000. Dovessimo fare un paragone automobilistico, probabilmente sarebbe con una Lamborghini Urus (giusto per non dire una BMW XM). Anche la frenata è devastante: sfiorare la leva del freno è sufficiente per fermare tutta l’imponente mole di questo mostro su due ruote, anche quando ci si lascia trascinare un po’ troppo dall’erogazione fantastica del 4 cilindri. E si guida pure bene tra le curve. Specialmente chi predilige il manubrio alto ai semimanubri, in lei troverà una compagna fedele, con sospensioni rigide e un avantreno solido come l’acciaio.
Perché la sportività non si riduce alle prestazioni in linea retta, altrimenti avremmo organizzato una drag race. E per quanto sia sorprendentemente efficace anche tra le curve, purtroppo per la XR la fisica rimane una verità assoluta, non relativa. Quello che cerchiamo di dire è che, quando la posta in gioco si alza e l’andatura si alza, la BMW mette sempre più in luce i suoi limiti, primo fra tutti il peso maggiore, evidente soprattutto nelle strade in discesa, a seguire la poca mobilità offerta al pilota (peccato per la sella: per quanto migliorata rispetto al passato, offre ancora poco spazio di manovra) per arrivare alla posizione di guida, non così naturale se si vuole guidare con mezza chiappa fuori. Ma detto questo, rimane comunque un assurdo, incomprensibile e adorabile mezzo fuori dagli schemi. Se cercate prestazioni da brivido ma non volete proprio saperne di affaticare i polsi, lei potrebbe essere l’insospettabile compagna ideale.
E dunque ha vinto un’Aprilia. Ma potremmo tranquillamente chiamarla l’Aprilia con la A maiuscola, perché è certamente il punto di arrivo per tanti motociclisti, l’anello di congiunzione tra i mezzi da corsa e le moto da strada. Se amate la guida sportiva, in qualunque forma si possa intendere questo concetto, lei ha tutto quello che potreste mai chiedere.
Che a Noale sappiano realizzare ciclistiche da sogno ormai lo sanno anche i sassi, ma il come questa ciclistica si integra con tutto il resto lascia di stucco. Prendiamo il motore. Nonostante la devastante forza che riesce a scaricare a terra (anche se l’allungo non è perentorio come sulla BMW... in questo, la tedesca rimane un riferimento), il pilota riesce a centellinare perfettamente ogni grammo di Nm da inviare alla ruota attraverso un perfetto comando del gas. E questo è un aiuto incredibile, non solo tra i cordoli, ma anche nella guida su strada. Tutto è amalgamato, tutto è armonico, tutto è studiato per farti godere quando hai semplicemente voglia di guidare.
Una moto che ti dona i superpoteri. Anche se parliamo di frenata: mentre la BMW ha un comando un tantino brusco, sulla Tuono c’è altrettanta potenza ma decisamente più modulabilità. Sembra di stringere i dischi freno con le mani, tanto è perfetta la connessione.
E l’elettronica non è certo da meno. Sviluppata in casa da Aprilia stessa, dopo decenni di evoluzione siamo giunti a un livello davvero sopraffino. Non percepisci l’intervento, e questo è forse il complimento più grande che si possa fare a un pacchetto elettronico così completo.
Una moto che non ha limiti, se parliamo di guida sportiva (a livello estetico, pur non essendo mai stata una modella di Victoria’s Secret, in quest’ultima versione è talmente ben disegnata dal vento che ha tutto un suo fascino), e che forse proprio per questo non è una moto per tutti. Un po’ per le prestazioni esuberanti, un po’ perché un neofita non riuscirebbe ad apprezzare le sue infinite capacità. Ma se avete esperienza, cuore e qualche risparmio, non esistono tanti altri modi per godere così.
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