Prova maxi Crossover: ecco qual è la regina del 2022

Prova maxi Crossover: ecco qual è la regina del 2022

Ciascuna di queste moto può conquistare il mondo, perché di fatto non hanno limiti. Ognuna ha il suo specifico carattere, che emerge con chiarezza guidandole assieme, ma quali sono i pregi e i difetti di ciascuna? Quale avrà avuto la meglio?

06.10.2022 16:21

Ducati Multistrada V4 S

È difficile immaginarsi una moto che faccia tutto bene quanto la GS, o addirittura meglio, ma la Ducati potrebbe anche riuscirci. Scesi dalla BMW, la Multi sembra avere le dimensioni di una naked. È tutta più compatta e anche la posizione di guida è decisamente più raccolta. Forse le gambe persino troppo, per le lunghe distanze, ma lo schiumato della sella è degno di nota e non vi infastidirà anche dopo moltissimi chilometri. C’è da dire però che in Ducati hanno lavorato come pazzi, per riuscire a contenere tutta la rabbia di questo V4, ma il risultato è stupefacente. Nonostante si percepisca la ferocia del V4, come se non vedesse l’ora di scatenarsi, non si ha mai la sensazione di esserne sopraffatti. I motoristi sono riusciti ad addomesticarlo, ma soprattutto a renderlo perfettamente gestibile dal comando del gas, che rasenta le perfezione per quanto è ben connesso con le farfalle. Anche la ciclistica, più sportiva della GS e meno ciondolona, è precisa ma senza risultare scomoda. È come se avessero studiato tutte le attenzioni che il pilota più pigro del mondo potrebbe mai desiderare (le alette per convogliare aria sulle gambe sono solo uno dei tanti esempi), per poi confezionarle in un pacchetto confortevole e dannatamente efficace. 

E il fatto che fosse efficace nella guida sportiva era piuttosto prevedibile. Nello stretto forse non ha la capacità di improvvisazione della GS, ma quando le strade sono aperte e pulite non c’è storia. La precisione del suo avantreno, la stabilità in frenata, l’elettronica che pensa a tenere tutto sotto controllo…E poi, tirare il motore fino al limitatore è roba da pelle d’oca. Il V4 si lancia in una corsa furibonda verso la zona rossa, allungando all’infinito e ingoiando metri e metri di asfalto, esattamente come farebbe una moderna sportiva. Con il sound di una MotoGP, ma questo è un dettaglio. Non immaginatevi però un motore buono solo per gli alti regimi, tutt’altro. Sotto e ai medi è sempre presente, non è dirompente come le migliori bicilindriche ma spinge con una forza inaudita. Menzione d’onore per il quickshifter, probabilmente il migliore di questa sfida. È una moto precisa, confortevole, stabile, potente ma gestibile. Non è la più leggera ma sembra esserlo, soprattutto quando c’è da guidare. Costa uno sproposito, è vero, ma paragonata alle altre…siamo lì. 

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