Ciascuna di queste moto può conquistare il mondo, perché di fatto non hanno limiti. Ognuna ha il suo specifico carattere, che emerge con chiarezza guidandole assieme, ma quali sono i pregi e i difetti di ciascuna? Quale avrà avuto la meglio?
Dannazione. È già un paio d’ore che guidiamo la GS, tra autostrada e strade di montagna, eppure nessuno di noi è ancora riuscito a trovarle un vero difetto. Qualche imperfezione forse c’è, ma il pacchetto globale è, ancora una volta, maledettamente valido. Il momento più brutto con lei è quando tocca spingerla da spenta: la sua massa non è per tutti ed è piuttosto alta. Ma bastano pochi metri per ritrovarsi a pensare “Ah, ecco perché sei la più amata”. La magia di tutto questo è il suo innato equilibrio, in qualunque senso lo si voglia intendere. Andare piano, con lei, non è un sacrificio, perché il motore non scalcia mai, nemmeno a zero giri, e scalda pure poco. Le sospensioni assorbono qualunque (lo ribadiamo: qualunque) ostacolo, dal pavé al tombino profondo 10 centimetri. Ha un baricentro rasoterra (grazie boxer) e un manubrio largo e con un ridottissimo angolo di sterzo e il risultato è che si può direzionare come un motard, nelle manovre a bassa velocità. In autostrada non teme rivali: protegge bene tutto il corpo, vibra zero e riprende in sesta da 100 km/h con un vigore stupefacente. È intuitiva ma potente, imponente ma snella dove serve (zona cosce), assorbe tutto ma è agile. Una guida efficace ma che non impegna, mai. E se c’è da guidare…
Se c’è da guidare, Riding Mode Dynamic e non se ne parla più. Riesce a essere precisa e stabile pur mantenendo quella sua innata dote di agilità e grazia. Nello stretto teme davvero poche rivali. Gira in un metro quadrato e senza che sia necessario uscire col busto o, peggio, con la chiappa interna. Probabilmente è anche merito dell’elettronica se riesce a stare in strada in questa maniera, ma non crediamo che sia una semplice questione di algoritmi. Stiamo parlando di un pacchetto meccanico più unico che raro (sospensioni Telelever - Paralever e motore boxer “appeso”), ma che BMW è riuscita negli anni, versione dopo versione, a rendere incredibilmente efficace. Un po’ come la 911 per Porsche. Ah già, il motore: il banco prova dice che è il meno potente, agli alti regimi. Ma non ci arriverete praticamente mai, agli alti regimi, perché sotto, ai bassi e ai medi, c’è tutto quello che un motociclista possa desiderare. E anche di più. Nessun’altra moto di questa comparativa ha una simile spinta in questa zona del contagiri. Accelera con forza, decisione; un’erogazione dirompente come una mareggiata, ma al tempo stesso dolce e sempre controllabile. 2, 3 o 4.000 giri, non importa: si apre il gas e, almeno nei primi metri, gli altri restano al palo. Forse, in frenata non è più il riferimento della categoria, soprattutto se siete appena scesi dalla Multistrada V4…
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