Dopo lo scontro su strada, è il momento della prova in pista. I valori in campo si sono ribaltati e alla fine c'è stata più di una sorpresa...in fondo all'articolo, trovate la pagella e i tempi sul giro sulla pista di Vallelunga

Comparativa Superbike 1000: ecco la regina 2020 tra i cordoli!

Fuoco per tutti. Fino a qualche anno fa, la potenza di queste moto era appannaggio dei mezzi da corsa. 200 CV alla ruota gestisti dal solo polso destro: roba per piloti professionisti. Negli anni però la tecnologia ha fatto passi da gigante e l’elettronica ha invaso inesorabilmente il mondo delle moto, con il risultato che oggi tutti (o quasi) possono guidare moto da 200 e più cavalli senza rischiare la vita a ogni uscita di curva. Spesso si sente dire “eh ma senza l’elettronica era un’altra cosa…”; ed è vero, ma non per forza in meglio. 



Il fatto è che, senza elettronica, le moderne supersportive non potrebbero esistere. Non giriamoci attorno: guidare in pista una qualunque tra queste sportive è un toccasana per l’anima. Dovrebbe passarlo la mutua come anti-depressivo. Non molto tempo fa (pre-lockdown) le abbiamo guidate in strada, ma il potenziale di queste moto è esprimibile solamente tra i cordoli di una pista. Potevamo sottrarci a tale sacrificio? Naturalmente no…Quindi, mettetevi comodi: vi raccontiamo come sono andate le superbike stradali sulla pista di Vallelunga. Ovviamente, ve le raccontiamo in ordine alfabetico. E alla fine trovate anche la pagella finale e i tempi sul giro…



 

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<h2 class="p1">Aprilia RSV4 Factory</h2>



Era il 2008 quando l’azienda di Noale presentò <a href="https://www.inmoto.it/video/test/the-test/2018/08/06-1642517/motosprint_the_test_di_riccardo_piergentili_aprilia_rsv4_rf_factory_works/" rel="noopener" target="_blank">l’RSV4</a>, una moto di serie sviluppata sui campi di gara da Max Biaggi. Da allora ha ricevuto aggiornamenti costanti anno dopo anno e possiamo dirlo: nonostante l’età, rimane un riferimento di equilibrio ed efficacia di guida. Le ciclistiche Aprilia si sono sempre distinte per il bilanciamento e l’RSV4 non è da meno. Accelerazione, frenata e piega non fa differenza, il pilota ha sempre l’esatta percezione di cosa stia accadendo sotto le ruote. Scorre a centro curva con una velocità e una stabilità imbarazzanti. 



Non ci sono mai movimenti indesiderati: è l’unica di questa comparativa a non accusare alcun effetto quando si entra in curva con il freno ancora saldamente in mano. Al bilanciamento superlativo si accompagna un motore dalla forza brutale. L’uscita dalle curve medio-lente sono il suo punto forte: nessun’altra accelera con la sua veemenza. E poi allunga con ferocia, fino a poco prima della zona rossa. Un motore che non ha punti deboli, ma che in realtà non è accompagnato dall’elettronica più evoluta del gruppo. È evidente quando si esce dai tornantini: complice anche la coppia devastante, il controllo di trazione (anche sui livelli più bassi) taglia in maniera decisa, costretto agli straordinari. 

 

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<h2 class="p2">BMW S 1000 RR</h2>



Se Aprilia è un bisturi che richiede mani esperte, la <a href="https://www.inmoto.it/news/news/2019/05/27-2152883/troy_corser_adrenalina_in_pista_con_la_s_1000_rr_video/" rel="noopener" target="_blank">BMW S 1000 RR</a> è una mannaia buona per tutti. È la più confortevole, soprattutto per i più alti. La posizione non è esasperata e c’è una buona distanza tra manubri e sella. Ma il punto focale di questa moto è il motore. Il 4 in linea ha una forza devastante ma è estremamente fluido. La risposta al comando del gas in particolare è dolce come miele, anche nei Riding Mode più aggressivi. Si esce dalle curve con un impeto mostruoso ma mai eccessivo, tutto rimane sempre sotto controllo. E la ciclistica è la giusta compagna. 



Sempre facile, intuitiva, l’S 1000 RR mette a proprio agio anche il pilota meno esperto. Si muove, sì (le sospensioni sono le meno sostenute del gruppo), ma non allarga mai la traiettoria. Anzi: i cerchi in carbonio del pacchetto M la rendono tra le più rapide nel gettarsi alla corda. Di contro, i piloti più esigenti potrebbero desiderare più precisione nella staccate o nei cambi di direzione più rapidi. Non è una moto estremamente rigorosa ma è facile, potentissima e non impegnativa. Per molti può essere la giusta ricetta. 

 

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<h2 class="p2">Ducati Panigale V4 S</h2>



L’alfabeto prosegue e dopo la B di BMW c’è la D. La <a href="https://www.inmoto.it/news/test/primo-contatto/2020/01/21-2665735/prova_ducati_panigale_v4s_2020_quanto_e_piu_facile_/" rel="noopener" target="_blank">Ducati Panigale V4 S</a> è un colpo al cuore già da ferma. La sua posizione di guida è pensata con l’unico scopo di farvi andare forte in pista. Caricata (ma non eccessivamente), con i manubri molto aperti, offre una buona dose di spazio anche a piloti di taglia maxi. Come ogni Ducati che si rispetti, anche sulla Panigale il motore è il centro di tutto. Ha una potenza selvaggia, ben gestita però da un acceleratore chirurgico. Un po’ come Aprilia, in uscita di curva ha un bel vantaggio rispetto alle under 1.000 cc, prodigandosi poi in un allungo spaziale. Tuttavia, anche se i tecnici hanno lavorato sodo per renderla più amichevole, rimane una Ducati. 



Significa che si muove, scalpita e scalcia. Anche quando, banalmente, si sale di rapporto a gas pieno. Ha un’agilità micidiale ed è probabilmente tra le più rapide nella delicata fase d’ingresso curva (merito dell’albero controrotante? Può essere), ma di sicuro non è la più stabile. Una volta che il motore non deve più spingere è il momento di frenare e in questo, la Panigale, non la batte nessuna. Basta un dito per togliere in pochi istanti centinaia di km/h. Stupefacente. Anche l’elettronica è da riferimento: permette di fare tanta strada senza tagli improvvisi o imprevisti. Se amate i fuochi d’artificio, lei avrà ciò che fa per voi. 

 

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<h2 class="p2">Honda CBR 1000 RR-R Fireblade SP</h2>



La più attesa della festa però stavolta è lei, la Honda <a href="https://www.inmoto.it/foto/test/primo-contatto/2020/01/31-2699621/honda_cbr_1000_rr-r_urlo_da_mondiale_sbk/" rel="noopener" target="_blank">CBR 1000 RR-R Fireblade SP</a>. C’è grande aspettativa nei suoi confronti: Honda ha investito tantissimo tempo e denaro con l’unico obiettivo di creare la miglior moto da pista. La classifica finale dirà se ci sono riusciti, in compenso possiamo anticiparvi che non è certamente la più comoda. Lo spazio longitudinale non manca, ma la distanza tra sella e pedane è realmente contenuta. E poi c’è il motore. Serve un po’ di tempo per capirlo: dove con le altre si viaggia di terza (con la Ducati anche in quarta), con lei bisogna tassativamente utilizzare la seconda. I rapporti estremamente lunghi (in quarta si arriva a 299 km/h indicati!) e la potenza racchiusa ad alti regimi creano un mix inizialmente sconcertante. Azzardiamo: sembra quasi di andare piano. 



Già, quasi. Perché dopo il rettilineo arriva la prima curva e possiamo garantirvi che ci arriverete più in fretta di quanto possiate immaginare. Non è un motore che divora le marce, ma allunga con una tenacia devastante. Il motore così affilato è affiancato da una ciclistica estremamente precisa. Non è la più svelta a chiudere le traiettorie ma diamine, quanto è stabile. A guardarla da ferma non si direbbe, eppure è proprio la precisione la sua caratteristica principale. L’avantreno in particolare sembra solcare l’asfalto alla ricerca dell’ultimo briciolo di grip. Questo dà grande fiducia al pilota che in questo modo può forzare le staccate fin dentro la curva. Non è la più svelta a girare attorno ai tornantini, ma con molta probabilità è la più rigorosa. 

 

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<h2 class="p2">Yamaha YZF-R1M</h2>



La <a href="https://www.inmoto.it/news/test/2019/09/13-2372533/yamaha_yzf-r1_yzf-r1m_la_forza_della_dolcezza/" rel="noopener" target="_blank">Yamaha YZF-R1</a> è, assieme alla Honda, l’altra moto Euro5 della comparativa. È cambiata poco rispetto al passato, ma esattamente dove serviva. È sempre stata una moto rincuorante, con un motore estremamente generoso e un’elettronica permissiva. Anche oggi è così, e forse ancora un po’ meglio. Il suo motore non allunga come gli altri ma non importa. Quantomeno, non su piste con rettilinei inferiori al chilometro. Anche perché in uscita di curva è estremamente efficace. Sarà merito dell’elettronica, o forse dell’ordine di scoppio del motore, sta di fatto che uscendo dai tornanti più stretti l’R1 ha un’efficacia micidiale nel mettere a terra i cavalli. E sono metri, decimi di vantaggio. 



In curva è rassicurante. Ha un assetto stabile, che invita a osare, anche se in ingresso offre un po’ di resistenza a scendere in piega. Arriva la staccata e Yamaha, in questo frangente, non è mai stata un riferimento. Nemmeno ora lo è. La potenza frenante c’è, ma per fermarsi occorre strizzare la leva con insistenza. L’elettronica dal canto suo è il collante perfetto di una meccanica sana. L’intervento del controllo di trazione è sempre poco avvertibile, come quello dell’ABS. 

 

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<h2 class="p1">AND THE WINNER IS... (Pagella e giudizio finale)</h2>



La classifica finale è estremamente tirata, ma alla fine a spuntarla è la nuova Honda CBR 1000 RR-R Fireblade SP (autrice tra l’altro del miglior best lap). Nessuno ci avrebbe scommesso un euro dopo il primo turno. Poi però la guidi ancora, la capisci, ti spingi oltre, e alla fine sei efficace. I tempi sul giro parlano da sé. Chissà cosa potrebbe fare con un dente in meno di pignone…Poco distante comunque c’è l’RSV4. Gallina vecchia fa buon brodo: anche quest’anno, il suo motore esagerato e la sua ciclistica bilanciata hanno pagato. Terza, staccata di un amen, c’è la Panigale, migliorata ovunque ma non ancora perfetta, quarte a pari punteggio BMW (facile, potente e agilissima) e Yamaha (ottima trazione ed elettronica). 



Classifica a parte, ci teniamo a sottolineare come ciascuna di queste moto sia estremamente emozionante ed efficace, ma soprattutto con un limite altissimo nella guida in pista. Tenetene conto al momento dell’acquisto.

<a href="https://www.inmoto.it/news/test/comparativa/2020/05/09-2976808/comparativa_superbike_1000_la_resa_dei_conti/">Comparativa Superbike 1000 (su strada): la resa dei conti</a>

Abbiamo messo alla frusta, tra i cordoli del celebre circuito laziale, le migliori "sgranocchiacordoli" sul mercato: Aprilia RSV4 1100 Factory, BMW S 1000 RR, Ducati Panigale V4 S, Honda CBR1000RR-R Fireblade SP, Yamaha YZF-R1M

Comparativa SuperBike 2020 a Vallelunga |VIDEO

Un giro in sella alla rinnovata Fireblade sul tracciato di Vallelunga fatto in occasione della nostra comparativa che presto vedrete (e leggerete) su In Moto. I 217,5 CV (dichiarati) del suo 4 cilindri in linea lanciano toni acuti, di stampo racing, tra le curve del circuito "Piero Taruffi"

Comparativa SBK 1000, Vallelunga: Honda CBR 1000 RR-R |Video ON-BOARD

Dopo lo scontro su strada, è il momento della prova in pista. I valori in campo si sono ribaltati e alla fine c'è stata più di una sorpresa...in fondo all'articolo, trovate la pagella e i tempi sul giro sulla pista di Vallelunga