Limiti bassissimi e Velox nascosti? Vi hanno fatto una contravvenzione che non ritenete di meritare? Ecco una vera e propria guida su come contestare una multa ingiusta

Multe autovelox: come contestarle e ricorrere quando "ingiuste"?

<a href="https://www.inmoto.it/news/news/attualita/2019/07/23-2282217/caesar_il_super_tutor_che_incombe_sulla_capitale/">Velox</a>., una questione scottante in Italia. Un Paese sulle cui strade spesso vigono limiti di velocità assurdi e ingiustificatamente bassi, con amministrazioni che non perdono occasione <a href="https://www.inmoto.it/news/news/2019/05/23-2142907/google_maps_in_arrivo_la_segnalazione_degli_autovelox/">per piazzare le macchinette </a>proprio dove tali limiti sono inaspettati. E poi un mare di norme sulla localizzazione,la visibilità e la segnalazione delle postazioni. Pagare quando si sbaglia è un dovere, ma quando le amministrazioni pongono dei limiti troppo bassi e impossibili da rispettare, e poi ci piazzano il Velox, magari anche nascondendolo, allora è giusto difendersi. Soprattutto è giusto che le amministrazioni che invocano il rispetto della legge, siano le prime a rispettarla.
Per aiutarvi a capire in quali casi si può fare ricorso per una contravvenzione ingiusta, abbiamo sentito due avvocati  La prima è Lucia Izzo, dello Studio Cataldi, un quotidiano giuridico online. La seconda è Maria Antonietta Cenciarelli, membro del comitato dei legali dell’Associazione Konsumer. Due punti di vista differenti, perché la prima si occupa abitualmente di analizzare e commentare leggi e sentenze; la seconda è invece più orientata alla tutela dei consumatori.<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2>Quante irregolarità nelle multe </h2>
Il Legislatore è intervenuto spesso sulla questione Velox. A volte la finalità degli interventi era mettere un freno ai ricorsi facili dei multati, ad esempio con l’obbligo di versare un contributo unificato se si presenta ricorso al Giudice di pace. Altre volte l’intento è stato tacitare le polemiche,come quando si è prescritto che le postazioni dovessero essere visibili. Nel tempo si sono sovrapposte norme che dicono tutto e il contrario di tutto. Il risultato è che per chi non è esperto, è difficile capire se una contravvenzione è potenzialmente illegittima; al contrario, per gli esperti è facile trovare cavilli sulla base dei quali opporsi alle sanzioni.

È corretta questa analisi? "Solo a metà – risponde l’avvocato Cenciarelli di Konsumer – È vero che sulla materia dei Velox c’è una giurisprudenza incandescente. Ci sono tantissime pronunce, perché è innegabile che con i Velox le amministrazioni spesso facciano cassa. E questo nel tempo ha portato a innumerevoli ricorsi da parte degli utenti, costretti a tutelarsi da vere forme di prevaricazione". Dunque tanti casi di multe illegittime? "Agli enti che guadagnano con le macchinette non interessa seguire alla perfezione tutte le norme e fare in modo che ci sia sempre l’autorizzazione del Prefetto per i tratti di strada dove piazzano i controlli. Perché percentualmente sul totale dei multati, sono pochi gli utenti veramente informati che faranno ricorso basandosi su questi profili di illegittimità dellacontravvenzione. Saranno in molti invece a pagare, senza rendersi conto che quella sanzione è illegittima. Volete qualche esempio? Quanti utenti sanno che dietro ogni cartello che indica il limite di velocità, debbono essere riportati gli estremi dell’ordinanza prefettizia che ha fissato tale limite? E quanti vanno a controllare dietro il cartello? In quanti sanno che le postazioni di misurazione della velocità debbono essere segnalate?".<div style="page-break-after: always"> </div> 
Si direbbe che molte amministrazioni operino in maniera irregolare. "Basta guardare lo stato delle strade - prosegue l'avvocato Cenciarelli - le amministrazioni sarebbero obbligate a investire i proventi delle multe in opere di manutenzione stradale o di sicurezza della mobilità: vi pare che qualcuno faccia qualcosa, nonostante raccolgano tantissimi soldi dalle contravvenzioni? E così torniamo alla nostra giurisprudenza, che ho definito incandescente. Perché aveva ragione Tacito, quando diceva “Corruptissima re publica plurimae leges”: moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto. Ovviamente non mancano enti che fanno correttamente il loro dovere di amministrare, ma la situazione descritta è purtroppo molto diffusa".
<h2>Multe Moto, quando fare ricorso </h2>
La situazione più frequente è probabilmente la mancata segnalazione della presenza del controllo, come spiega l’avvocato Izzo di Studio Cataldi: "Salvo le postazioni mobili all’interno dei veicoli di servizio, i dispositivi devono essere preventivamente segnalati e il segnale deve essere ben visibile; non nascosto ad esempio da cespugli o rami non potati. Per la Cassazione l’avviso va fatto con un cartello sul lato destro della strada, ben visibile, a una distanza adeguata, ovvero che consenta il tempestivo avvistamento. Va dunque verificato lo stato concreto del luogo, non esiste una distanza minima universale. In difetto di segnalazione e/o di visibilità della postazione, o in mancanza del cartello indicante la presenza sul luogo di Autovelox, l’accertamento può essere dichiarato illegittimo (cfr. Cass., n. 7419/2009). In tal caso, qualora ci si sia resi conto di essere stati “beccati” dal dispositivo, sarebbe consigliabile scattare una foto, visto che lo stato dei luoghi può cambiare nel tempo".
<a href="https://www.inmoto.it/news/news/2020/02/11-2730437/motociclista_dribbla_la_polizia_e_fugge_contromano_multa_da_record/">Scooterista dribbla la Polizia e fugge contromano: multa da record</a>
Prosegue l’avvocato Izzo: "Gli apparecchi devono essere regolarmente omologati; e i dati che riguardano l’apparecchio vanno indicati sulla multa (marca e modello), ma anche le verifiche condotte sul medesimo. Perché le apparecchiature impiegate per l’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità devono essere sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e taratura. Lo si desume da quanto stabilito dalla Corte Costituzionale (sentenza n.113/2015) e recepito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (cfr. decreto n. 282/2017) dettando le regole pratiche sulle verifiche sia iniziali che periodiche degli apparecchi, nonché riguardo alle modalità di segnalazione delle postazioni di controllo".
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<h2>La legittimità della sanzione </h2>
«Se mancano omologazione e/o taratura periodica, il cittadino può ragionevolmente dubitare della legittimità della sanzione e sarà l’amministrazione a dover provare che l’apparecchio era debitamente omologato e tarato (non solo ab inizio, ma anche periodicamente).Ma non è tutto, la giurisprudenza ritiene che anche l’indicazione di un modello diverso rispetto a quello utilizzato in concreto per il rilevamento possa inficiare il provvedimento sanzionatorio».
<h2>La contestazione differita della multa </h2>
«<a href="https://www.inmoto.it/news/news/2015/09/25-55138/autovelox_multe_contestabili/">La contestazione dell’infrazione</a> – chiarisce l’avvocato Izzo – dovrebbe essere immediata, ma non sempre questo è possibile. La contestazione differita è consentita in casi previsti dall’art. 384 Regolamento di Attuazione al Codice della Strada. Sarebbe bene verificare, qualora si riceva la multa a casa, se si rientra in uno di questi casi:
a) impossibilità di raggiungere un veicolo lanciato ad eccessiva velocità; b) attraversamento di un incrocio con il semaforo indicante la luce rossa; c) sorpasso in curva; d) accertamento di una violazione da parte di un funzionario o di un agente a bordo di un mezzo di pubblico trasporto; e) accertamento della violazione per mezzo di appositi apparecchi di rilevamento che consentono la determinazione dell’illecito in tempo successivo, ovvero dopo che il veicolo oggetto del rilievo sia già a distanza dal posto di accertamento o comunque nella impossibilità di essere fermato in tempo utile o nei modi regolamentari; f) accertamento della violazione in assenza del trasgressore e del proprietario del veicolo.<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2>Il verbale della multa, quando può essere annullata </h2>
"Il verbale deve contenere una serie di elementi essenziali – spiega l’avvocato Izzo – come previsto dall’art. 383 del Regolamento di Attuazione al Codice della Strada: indicazione giorno, ora e località nei quali la violazione è avvenuta, generalità e residenza del trasgressore e, ove del caso, l’indicazione del proprietario del veicolo, o del soggetto solidale, degli estremi della patente di guida, del tipo del veicolo e della targa di riconoscimento, la sommaria esposizione del fatto, nonché la citazione della norma violata e le eventuali dichiarazioni delle quali il trasgressore chiede l’inserzione. Vanno poi indicate la somma da pagare, i termini del pagamento e dove e come questo può essere effettuato, nonché l’autorità competente a decidere un eventuale ricorso. In mancanza di elementi, o in caso di verbale inesatto o incompleto, la multa può essere annullata, tuttavia per eccepire l’illegittimità del verbale, l’errore o l’omissione dovranno essere tali da compromettere il diritto di difesa dell’automobilista".
<a href="https://www.inmoto.it/news/news/2020/01/15-2644782/esce_per_un_giretto_in_moto_beccato_a_210_km_h_in_tangenziale/">Esce per un giretto in moto: beccato a 210 Km/h in tangenziale</a>
Corrisponde al vero che sul verbale deve essere scritto se la postazione che ha rilevato l’infrazione era di tipo fisso o mobile? "Si ritiene che nel verbale di accertamento debba essere indicato anche il carattere temporaneo o permanente della postazione di controllo per il rilevamento elettronico della velocità, come confermato anche dalla Cassazione (ord. 5997/2014), seguita dalla giurisprudenza (es. Tribunale di Udine, n. 715/16) ritenendo che ciò risponda a un preciso obbligo di trasparenza nei confronti dei cittadini".
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<h2>I tempi di notifica della multa </h2>
Uno dei casi nei quali si può fare ricorso è quando la contravvenzione viene notificata oltre il tempo massimo di 90 giorni dalla data dell’accertamento dell’infrazione. "Va fatta qualche precisazione – dice l’avvocato Cenciarelli. – Il termine si estende a 150 giorni per le infrazioni compiute all’estero. E poi c’è uno sdoppiamento nel calcolo dei tempi. Mentre per l’ente che notifica la multa è prescritto un tempo massimo di 90 giorni dall’accertamento dell’infrazione, conteggiandoli dal momento nel quale la raccomandata viene consegnata alla posta, per il destinatario del verbale il tempo utile per fare ricorso parte dal momento nel quale questo firma la ricevuta della raccomandata o lascia decorrere i termini della compiuta giacenza".
A tal riguardo è giusto far notare che le notifiche sono valide anche se nessuno ritira la raccomandata. Quello che capita in questi casi è di ricevere una seconda raccomandata, che avvisa del procedimento  giacenza presso l’ufficio postale, come spiega l’avvocato Izzo: "Il postino dà avviso al destinatario del tentativo di notifica e del deposito del verbale presso l’ufficio postale, mediante raccomandata. Con tale raccomandata il destinatario viene invitato a ritirare l’atto. Se il ritiro non avviene entro 10 giorni dall’avviso di giacenza, la multa si considera notificata per “compiuta giacenza”. Da tale data inizieranno a decorrere tutti i termini correlati alla multa (es. per ricorrere contro il verbale, per decurtare punti dalla patente). Si ritiene sussistente, in pratica, una finzione di conoscenza da parte del destinatario. Se questi ritira il verbale dopo la compiuta giacenza, dall’undicesimo giorno in poi, dovrà tenere conto che i termini decorrono dalla data suddetta".
"Se il destinatario è irreperibile neppure sfugge alla notifica, in quanto l’atto viene depositato presso la Casa Comunale e il destinatario viene messo al corrente di tale deposito con l’invio di una raccomandata a/r informativa. Vale la pena rammentare che la Corte di Cassazione ha ritenuto che sia nulla la notifica del verbale di accertamento di violazione al codice della strada “mediante il deposito presso l’ufficio postale”, se non è stata data notizia al destinatario, tramite raccomandata a/r, del compimento delle formalità della notificazione".<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2>Ricorso per la multa, giudice di pace o prefetto ?</h2>
"Si tratta di due procedimenti differenti – dice l’avvocato Cenciarelli – al di là del fatto che per il ricorso al GdP ci sono 30 giorni di tempo dalla notifica e per quello al Prefetto ce ne sono 60. Il Prefetto non è un giudice, ma un organo che dà una valutazione sulla correttezza procedurale di un processo sanzionatorio. Quindi si punta al Prefetto se ci sono irregolarità procedurali. Se invece si fa ricorso per presunte errate interpretazioni della legge, se insomma c’è bisogno di analizzare i fatti e giudicare, allora è opportuno rivolgersi al Giudice di pace. Detto questo, sono in parecchi a far conto sul fatto che gli uffici del Prefetto spesso non riescono a rispondere nei termini prescritti dalla legge (180 giorni se si presenta il ricorso al corpo di polizia che ha accertato l’infrazione e 210 se viene presentato direttamente al Prefetto. Ma in caso di rigetto del ricorso, l’amministrazione avrà ulteriori 150 giorni per notificare il rigetto e l’ingiunzione di pagamento, n.d.r.).  Un termine decorso il quale si considera valido il silenzio/assenso del Prefetto, e quindi il ricorso si considera accettato. Di solito chi fa questo calcolo mette in conto di proporre un ulteriore ricorso al Giudice di pace, nel caso in cui il Prefetto respinga il ricorso; anche perché se il Prefetto non accoglie l’istanza, la sanzione viene automaticamente raddoppiata".
<a href="https://www.inmoto.it/news/news/2020/01/17-2652375/in_strada_su_una_moto_da_gara_multa_salatissima/">In strada su una moto da gara: multa salatissima</a>
C’è però un problema di costi in caso di ricorso al Giudice di Pace. Perché per il prefetto si spendono solo i soldi della raccomandata, a meno che non si consegni a mano direttamente in ufficio, mentre per il Giudice di pace c’è un contributo unificato, che difficilmente si recupera. "Per proporre ricorso al Giudice di pace, da diversi anni si paga un contributo unificato minimo di 43 euro, che va a crescere mano a mano che cresce il valore del ricorso, dato dalla somma della sanzione e delle spese di notifica. Nella pratica quei soldi non si recuperano mai, perché il Giudice di solito, anche quando dà ragione al ricorrente, applica la compensazione delle spese, vale a dire che ognuno si paga le sue. In questo modo, di fatto, per le multe di importo ridotto conviene pagare piuttosto che imbarcarsi nel ricorso".
Tra l’altro, aggiungiamo noi, se il ricorso al Giudice di pace supera in valore i 1.100 euro, diviene obbligatoriofarsi patrocinare da un avvocato. E non ci si può rivolgere al Giudice di pace per cause di importo superiore a 20.000 euro. Qualcuno tenta anche un ulteriore grado di giudizio con la Corte di Cassazione. "Personalmente non l’ho mai fatto. I costi divengono alti, almeno 1.000-2.000 euro, con tempi di attesa lunghissimi, e una forte difficoltà a recuperare le spese. Ne deve proprio valere la pena, sia per l’entità della cifra in gioco, sia perché si deve essere sicuri di vincere; altrimenti si finisce per pagare anche le spese di giudizio".
È vero che i dati della patente vanno comunicati anche se si fa ricorso? "Sì, sono due procedimenti differenti, e il ricorso per la sanzione non interrompe il conteggio del termine temporale per comunicare i dati del conducente".<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2>Quando non fare ricorso </h2>
Sentiamo l’avvocato Cenciarelli: "È sconsigliabile proporre ricorso quando non è individuabile alcuna violazione significativa nel processo amministrativo e procedurale – vale a dire in tutto ciò che va dal rilevamento dell’infrazione alla verbalizzazione, n.d.r. – né in quello notificatorio che segue – e qui si parla di notifica fuori dai termini o a destinatari diversi, n.d.r. – Però bisogna stare attenti, perché a volte si pensa di aver individuato un errore dell’amministrazione, che invece a una più attenta verifica si scopre non esserci. Mi è capitato di patrocinare un collega secondo il quale il verbale di contestazione non gli era mai stato notificato; poi in sede di dibattimento l’amministrazione ha prodotto le prove della notifica...".
<h2>Come comportarsi con agenti scorretti </h2>
Le segnalazioni di questo tipo si moltiplicano: postazioni nascoste, agenti strafottenti, che magari comminano sanzioni non giustificate. In questi casi la situazione diviene difficile per l’utente della strada, perché il verbale del pubblico ufficiale fa fede fino a querela di falso. Come ci si può difendere? "È fondamentale mantenere la calma e dialogare. Importantissimo avere un testimone, perché se ci si trova da soli a sostenere il confronto contro uno o due agenti, c’è poco da fare» - dice l’avvocato Cenciarelli -  In realtà possono essere d’aiuto anche le immagini di una postazione di controllo della velocità nascosta. Così come i video prodotti durante il confronto con eventuali agenti che adottano comportamenti censurabili".
<a href="https://www.inmoto.it/news/news/2020/02/13-2738123/top_10_le_dritte_per_godersi_in_sicurezza_la_propria_moto/">Top 10: le dritte per godersi in sicurezza la propria moto</a>

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