Sicurezza in moto: dalla Francia nuovi test sulla comunicazione interveicolare

Sicurezza in moto: dalla Francia nuovi test sulla comunicazione interveicolare

Il progetto per la creazione di un sistema V2X è stato sviluppato da UTAC Ceram Millbrook e finanziato dalla fondazione MAIF e ha come scopo quello di creare una rete di comunicazione tra veicoli così da evitare incidenti

Redazione - @InMoto_it

31.05.2021 ( Aggiornata il 31.05.2021 17:16 )

Sviluppare una sorta di “dialogo” fra veicoli connessi, con particolare attenzione per i mezzi a due ruote, è di sicuro uno dei primi passi da compiere verso la sicurezza in sella alle moto del futuro. La comunicazione auto-moto, infatti, sembra essere ormai una delle questioni più importanti, anche se le due ruote sono ancora molto spesso dimenticate dall’intero settore automotive.

Molto più spesso di quanto si pensi i sensori adottati a bordo delle automobili non sono sempre in grado di riconoscere una motocicletta a causa della stazza ridotta. Per ovviare a questo problema, la fondazione francese MAIF sta cercando di sviluppare un sistema V2X (comunicazione tra più veicoli) che consentirà ai mezzi di inviare informazioni agli utenti della strada che si muovono nelle vicinanze.

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Comunicazione interveicolare

Ma come funziona? Stando a quanto riferito dalla stessa MAIF, l’obiettivo principale della connettività auto-moto avrà come obiettivo primario quello di consentire alle auto di individuare le motociclette per evitare di urtarle.

Il progetto dunque, sviluppato interamente da UTAC Ceram Millbrook e finanziato dalla fondazione ha come scopo quello di creare una rete di comunicazione tra veicoli così da evitare incidenti. Grazie a questa tecnologia di comunicazione interveicolare (V2X) viene inviato un avviso visivo e acustico ad entrambi i conducenti (auto e moto) nel momento in cui si viene a verificare una potenziale situazione di rischio collisione. Segnale che si tramuterà in frenata automatica di emergenza qualora il conducente non reagisca prontamente.

Un calcolo, questo, che viene effettuato dal sistema sulla posizione, il movimento e la velocità di entrambi i mezzi.

Test su 4 scenari tipo

Già avviati i primi test, da MAIF e UTAC Ceram Millbrook fanno sapere che l'efficacia del sistema è stata sperimentata in quattro scenari di incidente, basati sui casi reali più frequenti, che coinvolgono un'auto e una moto ad un incrocio in circa il 35% dei casi in cui resta ferito il motociclista.

Il V2X ha un grande potenziale in termini di sicurezza stradale per i motociclisti. Sta in particolare nella sua capacità di percepirli nel flusso del traffico in modo da informare i veicoli e farli reagire”, ha spiegato Théo Charbonneau, Project Activity Manager di UTAC Ceram Millbrook.

Tuttavia, secondo Jean-Marc Truffet, Project Manager della Fondazione MAIF: “Le nuove tecnologie di bordo non devono privare i conducenti della loro concentrazione, perché la tecnologia deve essere solo un aiuto e non un palliativo”.

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