La collezione ASI “micromotori”: pezzi di storia esposti a Villa Rey

La collezione ASI “micromotori”: pezzi di storia esposti a Villa Rey

Quella acquisita da ASI è una collezione frutto di 25 anni di ricerca tra mercati e vari collezionisti, meccanici e artigiani italiani, francesi, tedeschi e inglesi

Redazione - @InMoto_it

23.04.2021 ( Aggiornata il 23.04.2021 10:16 )

ASI (Automotoclub Storico Italiano) tiene moltissimo al patrimonio motoristico del nostro paese, tanto che ha da poco annunciato l’acquisto di una nuova collezione dedicata ai “micromotori”, con il solo obiettivo di preservare e tutelare alcuni particolari veicoli che hanno rappresentato il sistema di mobilità individuale del secondo dopoguerra.

Collezione ASI “micromotori”

Collezione ASI “micromotori”

Tutta la nuova collezione – esposta nell’atrio di Villa Rey, a Torino, sede nazionale dell’Automotoclub Storico Italiano - è composta da 36 “micromotori” tutti costruiti tra gli anni ’40 e ’50 del 1900. Ecco alcune foto

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Collezione senza tempo

Tutta la nuova collezione – esposta nell’atrio di Villa Rey, a Torino, sede nazionale dell’Automotoclub Storico Italiano - è composta da 36 “micromotori” tutti costruiti tra gli anni ’40 e ’50 del 1900.

Come fa sapere ASI, la selezione dei mezzi ha seguito principalmente due principi: quello essenzialmente estetico, orientato verso veicoli poco noti e particolari nelle forme e nelle soluzioni tecniche, e quello per il confronto tra le creazioni di diversi Paesi. Tra i pezzi più interessanti della collezione troviamo, infatti, un raro esemplare di Lamone, la Bici Arbos con motore ausiliario Polenghi, una Alpino - che con il suo motore da 48 cc stabilì nel 1952 il record mondiale di velocità sul miglio lanciato alla velocità di oltre 92 km/h -, la francese Ajax con motore Salmson - uno dei veicoli più antichi della collezione - la tedesca Durkopp con motore Rex e una Flying Eagle degli anni ’50 direttamente dagli Stati Uniti.

Cosa sono i “micromotori”

I “micromotori” sono sostanzialmente delle biciclette alle quali è applicato un piccolo motore: alcuni nascevano come un “unicum” di uno stesso costruttore che proponeva telaio e propulsore, ma la maggior parte sono soluzioni miste con motori ausiliari abbinati alle biciclette dell’epoca, con trasmissione a rullo o a catena.

Questo genere di collezioni – ha dichiarato Alberto Scuro, presidente ASI – hanno un valore storico e culturale incalcolabile ed è fondamentale che ASI le valorizzi quando ne ha l’opportunità”.

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