"Avevo un sogno: guidare la Cagiva C591 di Eddie Lawson"

"Avevo un sogno: guidare la Cagiva C591 di Eddie Lawson"© Russell Lee

Andrea Barbieri, 47enne appassionato di moto, con passato da crossista ed addetto ai lavori per Cagiva, Bimota e poi Ducati, ha realizzato il suo desiderio sul tracciato di Donington:" "Dedicato a Claudio Catiglioni"

24.08.2020 18:38

"Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare" scriveva, più o meno, così Paolo Coelho. Verrebbe da aggiungere che il mondo, quindi, è nelle mani dei motociclisti. Be', forse non del tutto ma sicuramente noi, appassionati di due ruote, avremmo la nostra bella fetta di globo su cui regnare. Sì, perchè ci nutriamo di sogni: dalla prima moto, alla prima uscita in pista, alla prima piega, alla prima avventura in viaggio, alla moto che vorremmo guidare, anche per un solo giorno. Ne abbiamo di cose a cui aggrapparci per dare un senso alla nostra passione... 

Andrea Barbieri, 47 anni di Varese, è uno che un sogno lo aveva. E mica uno qualsiasi: guidare una GP 500 in pista. Esagerato secondo voi? Sarà... ma lui quel sogno lo ha realizzato e non con una GP 500 qualsiasi (che già basterebbe ai 9/10 dell'universo dei motociclisti), ma bensì in sella alla C591 di Eddie Lawson sul tracciato di Donington in occasione del Classic Motorcycles Festival. Mica poco...
La storia, di come tutto è successo, ce la racconta lui stesso:
Da qualche tempo era in contatto con Dean e Martyn - racconta Andrea apassionato, ma anche pilota di motocross nel 1994 e tra i primi in Italia ed in Europa a praticare il freestyle - fondatori del Classic Cagiva Racing (un’organizzazione che si occupa del restauro e del mantenimento funzionale di moto da Gran Premio della Casa di Schiranna ma anche di altri gioielli su due ruote tra cui Bianchi, Benelli, Magni ed MV Agusta) e in occasione di un importante raduno ci siamo finalmente conosciuti di persona e la conoscenza si è ben presto trasformata in amicizia.

Quando è cominciato tutto

"In occasione del funerale del Sig. Magni, mentre si parlava di moto e della sua collezione, mi sono trovato a dirgli: "Se hai bisogno di una mano per spostare le moto dimmelo che vengo ad aiutarti!" e lui mi rispose: "Portati il casco e la tuta e io te le faccio provare in pista!".
Pensando fosse una battuta, ma in verità speravo non lo fosse, ho accettato all’istante comunicando alla mia ragazza che le prossime ferie estive non si sarebbe andati al mare ma in pista a Donington!
Col passare dei giorni la realtà prendeva il sopravvento, bisognava organizzare davvero la trasferta in terra inglese, oltre le normali pratiche di un viaggio, quindi voli e alloggi, occorreva anche capire le modalità dell’evento a cui mi accingevo a partecipare.
Il Classic Motorcycles Festival è uno dei più importanti eventi a livello europeo e mondiale, cui partecipano centinaia di piloti che si affrontano, suddivisi per categorie, in sella a motociclette classiche, in decine di gare.
Come contorno alle gare vere e proprie ci sono le cosiddette sfilate delle moto da corsa che hanno fatto la storia del motociclismo, moto di ogni cilindrata e specialità dei campionati della velocità.

L’avventura vera può iniziare

Atterriamo a Donington il giovedì e già dal pomeriggio siamo in circuito. Si inizia ad allestire la postazione nel paddock per esporre i “gioielli” e a preparare le moto con cui si correrà: abbiamo ben quattro bellissime Cagiva GP500 ed una 125 oltre ad una rara Bianchi, una Benelli di Renzo Pasolini, una MV Agusta di Giacomo Agostini ed una Suzuki.
Il venerdì il circuito si anima da subito ed il paddock continuerà a riempirsi fino a pomeriggio inoltrato, hanno tutti voglia di correre e si vede.
Arriva il sabato, inizia ad arrivare anche il pubblico e dalle 9 i primi motori iniziano a rombare. Di lì a poco ci saranno le qualifiche e poi le batterie: si inizare a fare sul serio!
Noi facciamo ancora un po’ i turisti, andando in giro ad ammirare moto e piloti, nessuna tensione: "è una parata, non è una gara!" mi ripetono continuamente.

Nel pomeriggio mi presentano "Phil"

“E chi sarebbe questo Phil?” penso tra me e me, Dean intuisce e aggiunge "Phil... Read", “Aaaaah, QUEL Phil!!”, figura colossale e giù risate da parte di tutti gli altri!!
Facciamo alcune foto e si continua a scherzare, si avvicina l'ora del briefing e la tensione inizia a crescere, di lì a poco salirò sulla moto: la Cagiva C590 di Ron Haslam, con cambio rovesciato sul lato destro, sarà mia per il sabato mentre i mie amici useranno rispettivamente la Cagiva GP 125 di Pier Paolo Bianchi e la Cagiva C591 di Eddie Lawson.
Durante il briefing la sala è piena di piloti famosi, campioni del mondo, campioni europei, campioni britannici e... io!
Faccio qualche foto (quando mi ricapita un’occasione simile?) e si inizia. Ci ricordano le regole da rispettare, le bandiere e poi ripetono: "E' una parata, non è una gara, divertitevi ma state attenti!! I primi a partire saranno gli ospiti dell'evento poi entreranno gli altri, avete 15 minuti".

CI SIAMO

Finalmente ci siamo, spingiamo le moto verso la corsia box e ci prepariamo a salire in sella, accendiamo a turno i motori e abbassiamo le visiere, si và dentro!

Mi sento strano, un sogno che si realizza, mille pensieri che iniziano a turbinare e che poi spariscono per lasciar spazio al godimento ed alla paura che mi accompagnano.
I piloti che iniziano a spingere, lascio la corsia box e subito finisce il rettilineo, curva a destra, allargo e poi chiudo nuovamente a destra, la pista scende in picchiata verso sinistra mentre la velocità aumenta. Staccata e poi a destra, si sale in accelerazione, sinistra e poi ancora a sinistra, curva in terza verso destra, apro su un breve rettilineo in fondo c'è come un gradino, appena sopra la pista gira verso destra in due tempi e poi si torna a dare gas, i giri del motore salgono e dopo metà rettilineo mi sento il casco che si alza su un leggero dosso, probabilmente la ruota anteriore galleggiava a mezz'aria, stacco ed entro nella chicane verso destra che immette sulla partenza, continuo ad aprire sempre più, passano i giri ed iniziano i doppiaggi, sì, i doppiaggi, qualcuno il gas lo dà alla grande (ma quella frase "e' una parata, non è una gara divertitevi..." l'ho sentita solo io?).
Passano le ore, arrivano tutti e si delinea il programma per la Special Parade: io salirò in sella alla Cagiva C591 di Eddie Lawson mentre gli amici useranno la Cagiva C590 di Ron Haslam e la Cagiva C592 di Eddie Lawson. Ci sarà da divertirsi con tre GP 500 in pista!

IN SELLA CON UN AMICO

Stavolta l'emozione è più intensa. Su quella moto non sono solo, ho con me un amico e ne porto il ricordo sul casco.
Entriamo in pista poco distanti l'uno dall'altro con le nostre Cagiva, quasi sfilando per farle ammirare, e diamo gradualmente gas.
Le sensazioni di guida sono simili ma allo stesso tempo diverse, stavolta ho il cambio rovesciato a sinistra e questo mi aiuta molto, anche la posizione in sella è diversa, con la sella ancora più alta e un maggior carico sull'anteriore.

Inizio a spingere ma senza esagerare, cerco di stare con le altre Cagiva per fare ammirare queste moto tutte rosse che fumano ed hanno un suono così particolare, giochiamo a superarci e stiamo davanti a turno. E' impressionante come salgono di giri e ci si sente sparati in avanti, le quattro tempi staccano dopo ma quando si è in curva le si passa con una facilità inaspettata con un filo di gas e il motore riprende anche da 4000 giri senza esitazioni. Che moto!

FINE DEI GIOCHI

Facciamo qualche altro giro e arriva la tanto odiata bandiera a scacchi a metter fine ai giochi, inizio a salutare il pubblico, i commissari, ma anche i piloti che mi hanno accolto tra loro, arriva l'ultimo rettilineo ed io e Dean, l'amico che mi ha permesso di realizzare questo sogno.
Lo affrontiamo stringendoci la mano per alcuni secondi che sembrano lunghissimi, un momento davvero toccante, alzo la mano verso il cielo e saluto il "Signor Claudio", sì , proprio quel Claudio Castiglioni di cui sono tanto amico e che per me è stato come un secondo padre, da lassù ha gioito nel vedere le sue moto di nuovo in pista, ne sono sicuroRaggiungo l'uscita e da lì il paddock, è un momento intenso, la mia ragazza si avvicina, ma per qualche minuto non posso aprire la visiera, scende qualche lacrima.
Dedicato a Claudio Castiglioni, un Presidente, un Signore, un Amico.

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