Elettrico: la mobilità urbana premia i due ruote green

Elettrico: la mobilità urbana premia i due ruote green

Nel 2022 gli elettrici si sono presi l’8,2% del mercato motociclistico, con una crescita del 59%. La rivoluzione però riguarda piccoli scooter e quadricicli. La moto a benzina dorme insomma ancora sogni tranquilli. Ma per quanto?

26.01.2023 ( Aggiornata il 26.01.2023 14:30 )

Parli di elettrico ai motociclisti e ti fai dei nemici. Allora apriamo questo articolo avvisando che stiamo per parlare dell’incubo peggiore del motociclista duro e puro: gli scooter, le moto e i quadricicli elettrici!

Apriamo ironicamente, ma il fatto è che Confindustria Ancma ha organizzato a Milano una conferenza stampa espressamente dedicata a presentare il consuntivo 2022 delle vendite di veicoli elettrici. E non è un tema da poco, perché questa propulsione alternativa si sta facendo molto largo nel mercato, con numeri di crescita incredibili.

Che ci piaccia o no, è un fenomeno con il quale dobbiamo confrontarci.

E allora iniziamo dal primo numero che ci interessa: nel 2022 l’8,3% dei mezzi venduti, fra moto, scooter, ciclomotori e quadricicli, è rappresentato da mezzi elettrici. 23.383 mezzi con la spina, a fronte di 281.351 termici.

Cosa si vende? Prevalentemente scooter di potenza inferiore a 4 kW, quelli omologati come ciclomotori; ma anche tantissimi quadricicli. Stupiscono però le percentuali di crescita, soprattutto dei 4ruote, che nel 2022 sono cresciuti del 74,1%, arrivando al sorpasso: gli elettrici hanno venduto più dei termici.

Ecco il motivo di questa conferenza: il fenomeno elettrico non è più un qualcosa di nicchia riservato a persone naïf, che scelgono questo tipo di mobilità per convinzione. Piuttosto sta divenendo una parte integrante dell’industria motociclistica, con un fatturato non disprezzabile, investimenti in ricerca e… un probabile futuro radioso già scritto.


Un po’ di numeri

Nel 2022 la crescita dell’elettrico rispetto al 2021 è stata pari al 59%. Sono cresciuti tantissimo i ciclomotori (53,3%), gli scooter (56,9%) e, come detto, i quadricicli (74,1%). Sono in stallo invece le moto, che segnano un +7,5% con numeri veramente bassissimi: 540 pezzi.

Cosa significa tutto ciò? Innanzitutto che, come si dice da tempo, la mobilità motociclistica elettrica, che sia su 2, 3 o 4 ruote, è pronta a sostituire quella termica solo per il commuting. Per gli spostamenti urbani casa-lavoro. Spostamenti di solito brevi, da fare a bassa velocità. Gli scooter sono pronti per lo switch verso la propulsione “a elettroni”, abbandonando la benzina.

Quello che invece non è affatto pronto è il passaggio alle moto elettriche. Laddove la moto è utilizzata per passione o per turismo, laddove servono prestazioni e autonomia, magari anche velocità di ricarica, il confronto fra mezzi elettrici e mezzi termici è ancora sbilanciato verso i termici. E le moto elettriche, per quanto divertenti e performanti, alla fine vendono poco.

Problemi di ricarica?

Oggi ci sono molte colonnine di ricarica, disseminate un po’ ovunque sulle nostre strade. Solo i percorsi più lontani dalla civiltà pongono ancora problemi per la carenza di punti di ricarica. Però rimane una certa sfiducia del consumatore sul funzionamento delle colonnine. E in rete si trovano molte testimonianze di ricariche difficoltose. E se ti trovi con la moto (o l’auto) scarica di fronte a una colonnina che non eroga la ricarica, cosa fai?

Ecco perché, almeno per ora, si stanno diffondendo mezzi di ridotte prestazioni che si ricaricano senza problemi. Si vendono scooterini, che in molti casi prevedono la possibilità di sfilare la batteria e portarsela a casa per ricaricarla con l’utenza normale che abbiamo tutti.

Poi c’è il successo dei quadricicli

Diverso il caso dell’effervescente mercato dei quadricicli elettrici. Un mercato, quello dei 4 ruote leggeri, che c’era già da tempo, con un doppio target: da una parte le famiglie degli adolescenti spaventate dal motorino, dall’altra gli anziani che per i loro piccoli spostamenti scelgono un mezzo simile all’auto, ma più compatto e meno impegnativo.

La novità dell’elettrico è stata portare una motorizzazione pulita in un settore fino a oggi dominato dai diesel monocilindrici. Ecco allora nascere una nuova mobilità, semplice e pulita, che sembra pensata appositamente per adattarsi ai centri storici e a tutte quelle zone dove le strade sono strette, dove ci sono problemi di spazio, dove le emissioni e il rumore portano spesso al divieto di transito.

Le città più aperte all’elettrico

La città dove le vendite di mezzi elettrici è più alta è Roma, con 3.283 pezzi venduti nel 2022 (+114% sul 2021). Quella dove la crescita è stata maggiore è però Milano, passata dai 251 pezzi del 2021 ai 2.636 del 2022, con un +950%.

Quanto contano le flotte in questo? Gli sharing, i Glovo, le Poste… Di certo contano molto, anche se una percentuale in questo senso non siamo riusciti ad averla per ora. Però la terza città per vendite è Trento ( 1.408 pezzi), e questo succede perché il capoluogo trentino è sede di diverse società che gestiscono flotte. Si immatricola a Trento, per spostare poi i mezzi in giro per l’Italia.

Però l’elenco delle città ci mostra anche qualche altro dato inaspettato. Firenze, ad esempio, è piuttosto in basso, considerando che da tanti anni è paladina dell’elettrico: solo 562 pezzi. Forse perché il mercato è già saturo, per le sue potenzialità? Può darsi. In compenso nella Top 10 delle città ci sono 3 capoluoghi del meridione, zone storicamente poco aperte all’elettrico: Napoli, Palermo e Catania.

Quali sono le città più "green" per le due ruote?

Catania, Palermo e Trento sono la provincie dove il mercato dei veicoli elettrici è cresciuto maggiormente in termini percentuali negli ultimi due anni.

Torino è quella dove è cresciuto di più il mercato moto, seguita da Firenze e Palermo.

Catania, Bergamo e Trento sono le provincie che hanno registrato l'incremento percentuale più significativo nelle immatricolazioni dei ciclomotori.

Palermo, Catania e Napoli sono le tre provincie dove è cresciuto di più il mercato dei quadricicli.


Il ruolo degli incentivi

Gli incentivi sono importanti per sostenere l’elettrico. L’Ancma stessa ha elaborato una tabella che parte dal 2020, quando la Legge di Bilancio ha appostato 10 milioni per i mezzi elettrici. Finanziamento raddoppiato nel 2021, e poi cresciuto enormemente nel 2022 (55 milioni). Ora sono già pianificate incentivazioni pure per i prossimi anni. Per il 2023 siamo a quota 35 milioni.

Quello che chiedono i costruttori è però una pianificazione chiara e stabile degli incentivi negli anni. Cosa che può dare un forte contributo a spingere in alto i numeri di vendita, facendo diminuire così i costi tipici dei veicoli elettrici. Che sono prevalentemente le batterie. Intanto l’Europa investe ed entro il 2026 avremo le prime Gigafactory per la produzione di batterie. Perché se il futuro della mobilità urbana è elettrico, sarà importante rompere il monopolio cinese della produzione di questo importante componente.

Ancora qualche tabella

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