II futuro del green: la benzina "elettrica"?

II futuro del green: la benzina "elettrica"?

Da una parte crescono le motorizzazioni a zero emissioni, dall'altra si demonizzano i motori a combustione interna. Ci sono gli e-fuel (ma costano troppo). Sembra che a salvare valvole e pistoni sarà... l'energia elettrica

Franco Giallini

28.12.2021 ( Aggiornata il 28.12.2021 11:42 )

Partiamo da una notizia: nel 2025 i motori di Formula1 saranno alimentati da carburanti sintetici e lo stesso accadrà dal 2027 in MotoGP. Ma cosa sono i carburanti sintetici? E soprattutto di che tipo di carburanti sintetici stiamo parlando? “Sintetico” è qualunque carburante che non deriva dal petrolio. Storicamente sono nati per affrancarsi dalla “dittattura” dell’oro nero, figli di scelte strategiche per avere carburanti liquidi ottenuti da altri idrocarburi (gas ad esempio) sotto la spinta di esigenze politico-economiche, non certo per salvaguardare l’ambiente. Ma negli ultimi anni il termine carburante sintetico è associato a una nuova generazione di prodotti a impronta ridotta, se non addirittura neutrale, di anidride carbonica. Se ne è iniziato a parlare nel 2009 negli USA ed è parso subito chiaro che la strada era praticabile ed eco-friendly. Dieci anni dopo, le competizioni verranno utilizzate come vetrina e dimostratore tecnologico per promuovere la ricerca e gli investimenti in questo settore. Ma come può essere a “zero emissioni di CO2” un idrocarburo che per definizione al momento della combustione combina le sue molecole fatte di idrogeno e carbonio con l’ossigeno dell’aria emettendo in atmosfera vapore acqueo e, appunto, anidride carbonica? La risposta è semplice: sono prodotti nati estraendo idrogeno dall’acqua per elettrolisi e recuperando anidride carbonica direttamente o indirettamente dall’atmosfera. Quindi: si prende acqua e anidride carbonica si estraggono idrogeno e carbonio per fare una benzina che poi viene bruciata per ricreare… acqua e anidride carbonica!

Gli e-fuel

Nel suo ciclo di vita insomma questo carburante non emette nuova anidride carbonica in atmosfera; semplicemente riemette quella raccolta per la sua produzione. È ovvio che un ciclo di questo genere non è a costo zero, l’energia ottenuta dalla sua combustione sarà immancabilmente meno di quella necessaria per produrlo, questi carburanti insomma saranno anche “puliti”, ma non saranno mai un fonte primaria di energia, ma solo un vettore energetico. Serve quindi una fonte di energia a monte, ed è per questo che vengono chiamati “e-fuel” che è la contrazione di Electrofuels ovvero benzine elettriche, perché vengono prodotti utilizzando energia elettrica, questa possibilmente a sua volta prodotta da fonti rinnovabili. Gli e-fuel propongono un sistema di mobilità concretamente alternativo alla trazione elettrica perché al netto del loro processo di produzione, non richiedono particolari innovazioni tecnologiche per essere utilizzati nel breve periodo. 

Gli ostacoli del green

Ricordiamo quali sono i grandi limiti dei veicoli “verdi” di cui abbiamo più volte parlato. Le vetture o i motocicli elettrici a batteria si devono portare appresso il fardello degli accumulatori: pesanti, ingombranti, costosi e con un ciclo di fine vita la cui sostenibilità è ancora tutta da dimostrare. Inoltre, per contrastare la loro scarsa autonomia richiedono una rete capillare di stazioni di ricarica con potenze in gioco tali da imporre un pesante adeguamento del sistema di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica. A loro volta i veicoli ad idrogeno con fuelcells di cui abbiamo parlato in più occasioni, richiedono infrastrutture complesse e tecnologie raffinate: servono gasdotti ad alta pressione, o sistemi di liquefazione a bassissima temperatura, distributori dedicati, serbatoi ad altissima pressione e celle a combustibile a bordo del veicolo per convertire l’idrogeno in energia elettrica con cui alimentare il motore elettrico.

Una costosa benzina

Con gli e-fuel invece tutto è più semplice: la benzina sintetica viene trasportata come una normale benzina, viene immessa in un normale serbatoio di una normale automobile o motocicletta e bruciata dentro un normale motore. Ed il bello è che sono già disponibili ed iniziano ad interessare a molti. Nel 2020 ad esempio, Porsche ha annunciato il progetto Haru Oni in Cile, che crea metanolo sintetico dall’energia eolica e sempre dal gruppo Volkswagen arrivano voci di studi in fase avanzata per la produzione di e-diesel ed e-benzina. Di fatto c’è solo un problema alla loro diffusione ed è il costo. Un litro di e-benzina oggi costa quasi 10 euro contro i 10-20 centesimi della benzina tradizionale (il resto ricordiamolo sono tasse ed accise), non è quindi una soluzione economicamente sostenibile, ma se davvero gli ostacoli sono solo questi, può darsi che tecnologie dedicate potranno abbattere i costi di una ipotetica produzione di massa ed allora è proprio il caso di gridare: “lunga vita al quattro tempi!”.

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