Rewind, Ducati 748: sorella terribile

Rewind, Ducati 748: sorella terribile

La media bolognese era la versione "in scala" della 916. Guizzante e maneggevole tra le curve questa sportiva venne in parte oscurata dalla più blasonata sorellona, ma con Paolo Casoli vinse nel 1997 la prima edizione del mondiale Supersport 

Redazione - @InMoto_it

30.10.2021 17:39

Messa sul cavalletto era praticamente impossibile distinguerla dalla mitica 916. La 748, la "media" bicilindrica uscita dalla catene di montaggio di Borgo Panigale nel 1995, era una copia esatta della blasonata sorellona di 916 cc. Al netto dell'evocativa decal sulle fiancate, con impresse le tre cifre distintive, la 748 sprigionava tutto il fascino delle linee tratteggiate da Massimo Tamburini per la maxi sportiva venuta alla luce un paio di stagioni prima.

Piccola peste

Ma al netto delle somiglianze estetiche e tecniche, a livello dinamico la Ducati 748 era decisamente affilata, forse più della 916. Moto ancora più votata all'esaltazione in pista, spalleggiata da una ciclistica svelta, la media bolognese era un fulmine in fase di inserimento in curva e ancora più godibile nelle manovre alle basse velocità. Aveva una maneggevolezza quasi da 125 del periodo. Il motore bicilindrico di 748 cc (appunto) bisognava farlo girare alto per dare il meglio di sè: tra i 7.000 ed i 10.000 giri il Desmoquattro V2, che usava misure caratteristiche della serie Pantah 750 (80mm x 61,5 i valori alesaggio-corsa), era un "frullino" di quelli belli vivaci accompagnato da una sonorità di scarico simile alla 916. 

Le prestazioni al periodo parlavano di 90,88 CV a 10.900 giri/min (rilevati la banco) per una coppia massima di 6,97 Kgm a 8.750 giri/min. Il peso a secco dichiarato per la Ducati 748 era di 202 Kg a secco (207 effettivi con 5 kg di carburante). Al periodo costava 22.400.000 lire, che equivalgono ai circa 11.500 euro odierni.

Nelle corse la Ducati 748 non raggiunse mai le vette della 916 ma riuscì comunque a togliersi le sue belle soddisfazioni contro la plurifrazionate 600 giapponesi: 10 vittorie, 19 pole position, 11 giri veloci e 31 piazzamenti a podio nella categoria Supersport, dove gareggiò fino lal 2002. Paolo Casoli  vinse nel 1997 la prima edizione del mondiale (non ufficialmente riconosciuto dalla FIM, e definito Supersport World Series) e la Ducati il titolo costruttori. Oltre a Casoli da segnalare le vittorie di  Fabrizio Pirovano, Stéphane Chambon e Rubén Xaus.

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