Hanno segnato un decennio, dagli anni '80 al 1990, partendo dal modello più celebre, 350 LC, fino alla replica della 500 GP della Casa di Iwata: ecco i modelli più importanti della gloriosa famiglia RD

TOP 10, Serie Yamaha RD LC: prestazioni e nobiltà

<p>La sigla <strong>LC</strong>, per un appassionato che abbia pi&ugrave; di quarant&#39;anni ma non solo, si abbina inevitabilmente alla RD 350 di Yamaha. Apparsa nel 1980, la moto, sportivissima, &egrave; ormai un simbolo delle <strong>stradali due tempi raffreddate a liquido</strong> che apparvero in quel decennio scuotendo il mercato a due ruote.</p>

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<p>La RD (Race Developed) e il suo potentissimo bicilindrico, che le regalava prestazioni che profumavano di corse, introdusse la novit&agrave; del <strong>raffreddamento a liquido, che rispetto al modello ad aria contribuiva a un netto miglioramento sia delle prestazioni che del controllo della carburazione</strong>.</p>

<p><a href="https://www.inmoto.it/news/epoca/approfondimenti/2020/11/02-3526020/moto_che_hanno_fatto_storia_quando_osare_diventa_leggenda/" rel="noopener" target="_blank">Moto che hanno fatto storia: quando osare diventa leggenda</a></p>

<p>Una soluzione tecnica subito riproposta da <strong>Yamaha</strong> su altri modelli di serie, tutti pi&ugrave; o meno famosi come la RD 350. Abbiamo pensato di elencare <strong>le dieci pi&ugrave; rappresentative</strong>&nbsp;secondo noi, <strong>in rigoroso ordine cronologico</strong>, in un piccolo viaggio dal sapore d&#39;antan.</p>

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<h2>YAMAHA RD 250 LC (1980)</h2>

<p>S&igrave;, perch&eacute; oltre alla RD 350, non tutti forse ricordano la <strong>RD 250 LC</strong>.<strong> La &quot;sorellina&quot; della 350</strong> in realt&agrave; arriv&ograve; nel marzo del <strong>1980</strong>, tre mesi prima del modello pi&ugrave; celebre, che accus&ograve; alcuni problemi di produzione. Le differenze rispetto alla 350? Ovviamente la <strong>minore cilindrata (247cc) e la potenza (35 cv)</strong>, ma non solo.</p>

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<p>La 250 si distingue per avere una <strong>diversa ruota posteriore, un impianto frenante con disco all&#39;anteriore e pompa pi&ugrave; piccola</strong>. Per il resto, la RD 250 era <strong>quasi altrettanto veloce come la 350</strong>, tanto che alcuni report parlano di come fosse la prima 250cc a potersi spingere fino ai 160 km/h (un dato ancora oggi in realt&agrave; discusso e mai ufficializzato). La soluzione del raffreddamento a liquido rese la RD 250 LC talmente popolare che alla fine degli anni &#39;80 i club appassionati del modello istituirono addirittura una categoria di corse dedicata.</p>

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<h2>YAMAHA RD 350 LC (1980)</h2>

<p>E&#39; probabilmente <strong>la 2T raffreddata a liquido pi&ugrave; famosa della famiglia RD</strong>, una sorta di Sacro Graal della categoria. Lanciata nel <strong>1980</strong>, la RD 350 era l&#39;erede della RD 400, modello raffreddato ad aria, <strong>ispirato a sua volta alla Yamaha TZ 350 che correva nel Motomondiale</strong>. Da qui infatti arriv&ograve; l&#39;ispirazione per soluzioni come LC (Liquid Cooled), per il cantilever e la colorazione rosso e nera.</p>

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<p>Sviluppata ad Amsterdam (era destinata principalmente al mercato europeo), la RD 350 LC colse nel segno sapendo unire <strong>velocit&agrave;, divertimento alla guida, maneggevolezza e convenienza</strong>, divenendo un mito per i pi&ugrave; giovani. Ancora oggi, &egrave; una delle moto pi&ugrave; ricercate dai collezionisti di modelli del passato.</p>

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<h2>YAMAHA RD 125 LC (1982)</h2>

<p>Due anni dopo la &quot;regina&quot;, si scese di cilindrata. La <strong>125</strong> era spinta da un <strong>monocilindrico dalla potenza limitata a 12,2 cv</strong>. Dal punto di vista stilistico, era caratterizzato dalla carenatura frontale, un nuovo puntale e un monoammortizzatore motatato con schema Cantilever sul forcellone in alluminio.</p>

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<p>Nonostante fosse nettamente meno potente della 250 e della 350, <strong>ottenne un bel successo</strong>, rimanendo in listino fino al 1987 quando venne rimpiazzata dalla TZR.</p>

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<h2>YAMAHA RD 80 LC (1982)</h2>

<p>Uscita sul mercato praticamente insieme alla 125,<strong> RD 80 LC</strong> era, oltre che di cilindrata minore, meno famosa. Commercializzata nel Regno Unito tra il 1982 e il 1984, il <strong>monocilindrico da 79cc erogava 8,7 cv</strong>. Aveva un telaio necessariamente pi&ugrave; piccolo, livrea bianconera e uno scarico direttamente prelevato dalla TZ.</p>

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<p>Era di certo minuscola, ma sicuramente pi&ugrave; economica rispetto alla RD 125, elemento che le fece ottenere un <strong>buon successo di vendita nel mercato britannico</strong>.</p>

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<h2>YAMAHA RD 350 YPVS (1983)</h2>

<p><strong>L&#39;erede della 350 LC</strong>, uscita tre anni dopo: <strong>pi&ugrave; moderna e potente (da 47 a 59 cv)</strong>, la <strong>YPVS</strong> si caratterizzava per il fatto di essere <strong>pi&ugrave; versatile della LC</strong>, grazie alle sospensioni migliorate (al cantilever &egrave; subentrato un monoammortizzatore sempre progressivo ma montato su leveraggi), a una pi&ugrave; fluida erogazione della potenza e al rinnovato impianto frenante.</p>

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<p>Nonostante fosse l&#39;evoluzione della RD 350 LC, <strong>non ottenne lo stesso successo della moto originaria</strong>: addirittura qualche purista estremo la defin&igrave; una &quot;falsa LC&quot;, francamente esagerato. Da segnalare che negli USA venne lanciata con la livrea giallonera di Kenny Roberts ma anche con un convertitore catalitico per ridurre la potenza e le emissioni nocive.</p>

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<h2>YAMAHA RD 350 N (1984)</h2>

<p>E cos&igrave;, dopo solo un anno, la YPVS venne sostituita da ben due varianti: la<strong> naked RD 350 N</strong> e la <strong>carenata RD 350 F</strong>. Sono due moto che hanno risentito dell&#39;avvento, a met&agrave; anni &#39;80, di propulsori di piccola e media cilindrata a 4 T molto pi&ugrave; performanti, tra cui la bicilindrica 2T Suzuki RG250, le 4 cilindri 4T VF500F e il CBX550 di Honda e il GPZ550 Kawasaki. Yamaha decise quindi di concentrarsi maggiormente sul<strong> fattore divertimento</strong>, dato che l&#39;RD non poteva competere con quei motori in fatto di prestazioni.</p>

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<p>La naked RD 350 N era la pi&ugrave; conveniente delle due. Presentava una posizione di guida pi&ugrave; &quot;aggressiva&quot; grazie ai semimanubri abbassati. Ma rimane tutt&#39;oggi <strong>uno dei modelli meno apprezzati della gamma Liquid Cooled</strong>.</p>

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<h2>YAMAHA RD 350 F (1984)</h2>

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<p><strong>Yamaha RD 350 F era praticamente identico alla N, ad eccezione del fatto di essere carenata</strong>. Una carenatura completa, abbinata a una posizione pi&ugrave; rialzata dei manubri. Molto <strong>pi&ugrave; versatile della &quot;gemella&quot; naked</strong>, proprio come lei non conobbe eccessiva fortuna commerciale, rivelandosi comunque il modello ideale per chi voleva acquistare una 2T LC e non spendere tanto.</p>

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<h2>YAMAHA RD 500 LC (1984)</h2>

<p>Sebbene sia classificata come LC, si tratta di una <strong>replica della 500 GP del periodo&nbsp;della Casa di Iwata</strong>, spinta da un <strong>V4</strong> e ricca di soluzioni tale da essere annoverata tra le regine degli anni &#39;80. Erogava <strong>88 cavalli</strong>, presentava una ruota anteriore da 16&quot;, un telaio in acciaio a sezione quadrata.</p>

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<p>Rimane un&#39;icona dell&#39;epoca, anche se alcune &quot;colleghe&quot; di quegli anni come la Suzuki RG500 erano nettamente&nbsp;pi&ugrave; performanti soprattutto in termini di ciclistica.</p>

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<h2>YAMAHA RD 350 N2 (1986)</h2>

<p>Questa moto esce in una fase del mercato ben diversa rispetto al 1980. Perch&eacute; nel <strong>1986</strong> le 2T raggiungevano il picco di notoriet&agrave; grazie a modelli come la RD 500 LC della stessa Yamaha, la Honda NS400R e la RG500 di Suzuki, mentre Kawasaki GPZ600R si poneva come la nuova regina delle medie sportive.</p>

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<p>Dato il momento, da Iwata decisero di dare una rinfrescata alla gamma,<strong> &quot;incattivendola&quot; aumentando la potenza a 62 cv</strong>, alleggerendo il peso e migliorando i freni, anche se la novit&agrave; pi&ugrave; importante era la <strong>nuova carenatura</strong>, resa pi&ugrave; liscia e semplice, fino al serbatoio carburante.</p>

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<h2>YAMAHA RD 350 F2 (1986)</h2>

<p>La versione carenata dell&#39;ultima LC costruita in Giappone ha seguito la <strong>stessa formula della F ma con gli stessi aggiornamenti tecnici della N2</strong>, tra i quali la nuova carrozzeria, il restyling di motore e freni, i nuovi scarichi e le ruote pi&ugrave; leggere.</p>

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<p>Economica e divertente,<strong> venne presto soffocata dal crescente successo delle moto delle altre Case nipponiche</strong>, e rimase in produzione fino al 1990.</p>

<p><a href="https://www.inmoto.it/news/approfondimenti/indimenticabili/2021/10/26-4853633/honda_nsr_500_storia_e_prove_di_una_belva_d_altri_tempi">Honda NSR 500: la prova (e la storia) di una belva d&#39;altri... Tempi</a></p>

<p>Hanno segnato un decennio, dagli anni &#39;80 al 1990, partendo dal modello pi&ugrave; celebre, 350 LC, fino alla replica della 500 GP della Casa di Iwata: ecco&nbsp;i modelli pi&ugrave; importanti della gloriosa famiglia RD</p>
