Il mese scorso, come redazione di InMoto, siamo stati invitati dal Moto Club Motolampeggio a partecipare ad uno degli eventi più importanti ed attesi del calendario italiano adventouring, la 1000 Sassi. Camminando nel paddock di Piazza del Popolo, a Orvieto, abbiamo notato come, nel giro di pochissime edizioni, sia cambiato sensibilmente il “parco moto” presente a questo tipo di appuntamento. Se nei primi anni avevamo visto prevalere a livello numerico le moto del segmento delle maxi enduro (GS e Africa Twin in particolare), nel 2025 abbiamo notato una presenza nutrita anche di altre tipologie: le dual sport, capitanate dalla Honda CRF 300 nelle versioni L e Rally, ma anche altre enduro di media cilindrata come Kove 450 Rally, o Aprilia Tuareg e Yamaha Ténéré (tra l’altro protagoniste, in versione Rally, di un confronto a due proprio su questo numero, con tanto di rilevamenti e banco prova).
1000 SASSI: le foto dell'evento
Un evento di adventouring non competitivo, autorizzato dalla Federazione Motociclistica Italiana. Abbiamo partecipato a questa manifestazione che ci ha fatto conoscere paesaggi mozzafiato e percorsi inediti tra Umbria, Toscana e Lazio, per un'esperienza completamente rinnovata rispetto alle edizioni precedenti.
Guarda la galleryRiguardo alla presenza delle dual sport, il segnale è importante e non è da sottovalutare: ci dice che tra l’utenza motociclistica di questi anni c’è chi compra una moto dai costi relativamente contenuti, facile da guidare e leggera da spostare. Un mezzo con cui andare a lavoro ogni giorno, al mare o al lago la domenica e a fare “motoesplorazione” nei weekend.
Soprattutto, se vogliamo rimanere in tema adventouring, una moto con cui godersi i single track tra i boschi e i panorami durante le escursioni in off-road, in maniera appagante ma senza troppi pensieri. Ovvero dover gestire i pesi e la potenza in situazioni di terreni scivolosi o troppo impegnativi.
Finora, i più smaliziati dell’off-road potevano contare su una scelta limitata: o le specialistiche (con tutta la manutenzione che ne consegue), o le meno potenti 300 e similari (comunque in grado di ben comportarsi, se messe alla frusta) o le più strutturate 660, 700, 1100 e 1300. Che però, per i motivi di cui sopra, vanno prese spesso con le pinze.
Mancava la via di mezzo. L’anello di congiunzione. Fino ad oggi.
Suzuki ad EICMA 2024 ha presentato una delle moto più attese dell’anno, la DR-Z4S. Una sigla che richiama una delle dual sport di maggior successo del passato. Una moto, quindi, potenzialmente in grado di catturare i cuori dei motociclisti più navigati ma, con la sua linea aggressiva e le sue dotazioni tecniche, anche di quelli che il passato lo conoscono poco. Una enduro facile, leggera e maneggevole, ma allo stesso tempo dotata di un motore grintoso e appagante, con cui andare all’avventura in totale relax ma concedendosi anche qualche “numero” più sportivo. Un mezzo che potrebbe fare da apripista, nello stesso segmento, ad altri modelli di altri costruttori: ad EICMA 2025 potrebbero esserci novità, da questo punto di vista. Noi, intanto, la Suzuki DR-Z4S l’abbiamo provata. E ve la raccontiamo nelle prossime pagine.
Buona lettura!
Test Suzuki DRZ-4S: la dual-sport per eccellenza è tornata
La mitica DR-Z è tornata! Mancava dal 2008, ma oggi è qui, più gialla che mai. 38 CV per 151 kg e una dotazione giusta per farci davvero fuoristrada. Dal nostro test sulle montagne dell’Oregon è emerso il vero carattere di questa moto. Sarà ancora la moto più dual di sempre come la sua progenitrice? Seguiteci e scopriamolo in questo video.
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