Honda Customs 2025: come è nata la moto che ha vinto

Nicola Manca, fondatore e responsabile di MAAN Motocicli Audaci, racconta il processo creativo dietro alla realizzazione della Hachimaan
Honda Customs 2025: come è nata la moto che ha vinto

Alessandro VaiAlessandro Vai

22 set 2025

Dopo essere arrivati all'apice, la cosa più difficile è riconfermarsi. Quindi, la seconda vittoria di fila di MAAN Motocicli Audaci al concorso Honda Customs, ha un sapore ancora più intenso. La motocicletta che si è aggiudicata il primo posto distaccando nettamente le rivali si chiama "Hachimaan" e nell'edizione 2025 ha conquistato il 31% dei voti totali. È una cosiddetta hardtail bobber il customizzatore italiano che l'ha creata ha un approccio che incarna una visione europea del mondo custom, dove la moto è un’estensione della personalità e dello stile di vita di chi la guida.

È proprio questa dimensione narrativa, più profonda e personale, a guidare la crescita del mondo della personalizzazione: non si tratta solo di funzionalità o estetica, ma di espressione autentica. La mente dietro a questo progetto è Nicola Manca, fondatore e responsabile di MAAN Motocicli Audaci, che si è prestato a raccontarci la storia di come ha dato vita alla Hachimaan e come la sua visione della GB350S lo abbia portato a vincere due titoli in soli tre anni.

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Cosa significa per voi vincere l’Hondacustoms.com per la seconda volta?

Vincere per la seconda volta è una grande soddisfazione. La prima si può vincere per caso, per audacia o per altri motivi: la fortuna del principiante. Ma vincere una seconda volta è una conferma, sempre difficile da ottenere e mai da dare per scontata. È un sigillo che ci fa capire che siamo sulla strada giusta.”

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Qual è stata l’ispirazione per la ‘Hachimaan’ e come ha influenzato il risultato finale del progetto?

Avendo già partecipato al concorso, ci siamo sentiti in dovere di alzare ulteriormente l’asticella rispetto al già radicale ‘Maanboard’. Una volta vista la moto del concorso abbiamo pensato che fosse perfetta per modifiche in stile café racer, scrambler o brat. Per questo motivo, abbiamo deciso di differenziarci da ciò che immaginavamo sarebbe stato mainstream (e infatti avevamo ragione), mettendo in risalto quella che per noi era la vera novità della moto: il bellissimo motore monocilindrico verticale raffreddato ad aria. Ci siamo quindi ispirati ai chopper giapponesi: snelli, minimalisti e con motori verticali. Un ulteriore omaggio alla terra del Sol Levante.

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Qual è stato l’elemento più difficile da integrare nel design e come lo avete superato?

La ricostruzione del telaio posteriore è stata senza dubbio la parte più importante del progetto. Questo intervento avrebbe potuto compromettere l’intera linea della moto, che nella sua configurazione originale è perfettamente armoniosa ed equilibrata. Il processo costruttivo ha quindi dovuto rispettare quell’armonia, alternando pieni e vuoti per non compromettere l’estetica, pur cambiando radicalmente il concetto.

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Qual è la vostra parte preferita della Hachimaan?

Sicuramente il cambio manuale. Non è stata una scelta funzionale, perché lasciare i comandi della frizione sul manubrio sarebbe stato più semplice, ma non coerente con il concetto di riduzionismo. Per ottenere linee pulite, abbiamo curato ogni dettaglio, quindi liberare il manubrio da leve e cavi era parte di questa necessità. E poi, la palla da biliardo come pomello del cambio ha sempre un grande fascino.”

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Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del progetto? Ci sono stati imprevisti?

Abbiamo ricevuto la chiamata da Honda Italia a marzo. La consegna era prevista per il 15 maggio. Nel frattempo, avevamo un evento in Africa con la Honda CL500, quindi la variabile più importante è stata sicuramente l’organizzazione del lavoro.Abbiamo impiegato circa 250 ore per costruire la moto in 20 giorni, lavorando mattina, sera e notte. Poi abbiamo inviato tutto a Willy Motoart a Milano per la verniciatura. Fortunatamente non è andato storto nulla, perché altrimenti non sappiamo se saremmo riusciti a rispettare la scadenza. A monte di tutto questo, c’è stato un lavoro preliminare di studio delle linee, pianificazione delle attività e condivisione con il team."

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Come si bilanciano forma e funzione in una moto custom?

Quando realizziamo una moto custom, ciò che ci interessa di più sono le sensazioni che può evocare anche a occhi chiusi, prima ancora di salirci. È stato così con la Maanboard, che immaginavamo correre sulla sabbia di Biarritz, ed è stato così anche con la Hachimaan. Abbiamo immaginato una moto che potesse sfilare sul lungomare, catturando l’attenzione di chi la vede. Una moto “lenta”, come suggerisce il suo motore a corsa lunga."

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Cosa rende la GB350S una buona base per una moto custom?

La sua costruzione semplice, pur nascondendo grande tecnologia e dettagli di alto livello, la rende una delle nostre moto preferite nell’attuale gamma Honda, capace di attrarre anche gli appassionati di personalizzazioni non eccessivamente elaborate. Ma al di là di tutto, la vera arma vincente è il motore: un vero capolavoro.

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Quale sarebbe la tua moto dei sogni da personalizzare tra i modelli attualmente in gamma? E che forma avrebbe?

Questa è una domanda trabocchetto, lo so! Personalmente ho un debole per le moto di piccola cilindrata, motivo per cui adoro il Monkey, il Dax, la GB capace di offre infinite possibilità di personalizzazione e la CL500, che trovo una moto versatile come poche altre. Se dovessi pensare a una sfida davvero impegnativa sceglierei la GL1800 Gold Wing: una tourer che permetterebbe un livello di personalizzazione altissimo, a patto di avere il coraggio di stravolgere un’icona. Il suo design potrebbe strizzare l’occhio al mondo dei Baggers, sia cruiser che racer, oppure a quello delle sculture motociclistiche, con carenature futuristiche e soluzioni iper-tecnologiche, fino ad arrivare a interpretazioni più ‘toste’ che richiamano lo stile del passato."

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