Agosto in moto: caldo, sudore e traffico per il motociclista masochista

Agosto in moto: caldo, sudore e traffico per il motociclista masochista
Non c'è dubbio, andare in moto con temperature sopra i 30 gradi è una tortura, e noi - ogni anno - facciamo sempre la solita scelta di viaggiare in moto attraverso le atroci sofferenze agostane

07.08.2025 ( Aggiornata il 07.08.2025 10:12 )

C’è chi, ad agosto, si stende sotto l’ombrellone con un mojito in mano e il mare a due passi, e poi ci siamo noi, i motociclisti, che decidiamo scientemente di trascorrere le ferie dentro un fornetto ventilato in pelle o cordura, fermi a respirare lo scarico dei tir in coda sulla statale che ci porta fuori dalla città. È una scelta che non ha nulla di razionale. Eppure, ogni anno, quando il calendario dice Ferragosto, noi stringiamo le cinghie della giacca tecnica e ci lanciamo nell’impresa del viaggio su due ruote.

La sauna personale che chiamiamo “abbigliamento tecnico”

La preparazione al viaggio è già di per sé un test di resistenza. Metti la maglietta tecnica che dopo pochi minuti è già un asciugamano umido, infili i pantaloni rinforzati e gli stivali, e già saresti pronto per togliere di nuovo tutto e infilarti in una una doccia fredda.
Il momento in cui allacci il casco è il punto di non ritorno.
La visiera abbassata trasforma l’aria in vapore: il sudore comincia la sua lenta discesa verso gli occhi, portando con sé il sale che brucia come se avessi strofinato del peperoncino sulle pupille. La concentrazione alla guida si alterna a momenti di meditazione zen cercando di non sfregarsi gli occhi con i guanti.

E la giacca “ventilata”?
Una promessa da campagna pubblicitaria: la ventilazione funziona solo in due condizioni — andare a velocità veramente alte o sotto i 25 gradi.

Il problema delle “terga” e altre zone sensibili

Dopo un paio d’ore, inevitabilmente, arriva il fastidio più democratico del motociclismo estivo: la sella bollente e le “terga” sudate.
È un fenomeno difficile da discutere senza scadere nel trash, ma è universalmente noto: più il sole picchia, più la tua sella si trasforma in una piastra antiaderente su cui il tuo corpo cuoce lentamente. Scendere per una sosta e risalire significa affrontare quel breve, micidiale istante in cui la pelle calda e il tessuto umido del nostro pantalone tecnico entrano di nuovo in contatto. Un momento che fa venire voglia di mettere subito la moto in vendita.

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