Cosa può imparare un motociclista esperto da un passeggero alla prima esperienza

Cosa può imparare un motociclista esperto da un passeggero alla prima esperienza

Qualche giorno di giro turistico tra Alto Adige, Tirolo e bassa Baviera con una passeggera che non era mai stata in moto prima. Dalla sua esperienza abbiamo imparato alcune cose dell'essere motociclista che vale la pena condividere

12.07.2022 ( Aggiornata il 12.07.2022 11:51 )

Trasformare la paura in fiducia

Andando piano - anche più piano di quanto si va di solito quando si è rilassati è senza fretta - è senza dubbio impegnativo, ma era necessario concederle la possibilità di sperimentare con gradualità tutte le sensazioni che si provano in sella. Le curve veloci le ho fatte lente, le curve lente le ho fatte lentissime. Poca accelerazione, sia frontale che laterale, e frenate dolci. A un certo punto ho pure iniziato a prenderci gusto nel ritmo super-lento, molto più di quanto stesse piacendo alla Scrambler, che non ama particolarmente la parte bassissima del contagiri.

Dal Passo del Brennero a Innsbruck, dal Fernpass alla Alpenstrasse della bassa Baviera, è stato un progressivo aumento di ritmo senza mai (o quasi mai) superare i limiti di velocità. Una nuova scoperta, quella del viaggio lento, che a quanto pare la mia compagna ha iniziato ad apprezzare dopo un paio di ore in sella. Dalla rigidità iniziale, che sentivo chiaramente ad ogni cambio di direzione, si è sciolta e lasciata andare, rendendo finalmente più fluida la guida e più morbidi i miei controlli. Ho capito che iniziava a fidarsi quando in un tratto rettilineo a 80 all'ora ha iniziato a canticchiare dentro il casco, e allora è diventato tutto un po' più semplice e armonico, mentre la strada si apriva e mostrava panorami meravigliosi.

Non tutti i passeggeri sono interessati alla moto

"La velocità mi spaventa, ma andare in moto è bello". Dopo due giorni molto intensi in sella il suo responso è questo, e per quanto semplice e chiaro è anche un po' strano da capire. Per noi motociclisti moto e viaggio non sono cose separate: l'esperienza è anche la velocità, le pieghe, le accelerazioni, il sapere di avere a disposizione i cavalli per poter fare quello che vogliamo, se lo vogliamo. Noi amiamo la moto per il mezzo meccanico in sè, ci appassiona tutto di lei e unire moto a viaggio e scoperta è semplicemente fantastico... e abbastanza naturale.

Però non è così per tutti, e c'è chi può apprezzare l'esperienza di andare in moto senza legarsi alla moto e alle sue caratteristiche. La mia compagna di viaggio ha spiegato così: "non mi piaceva quando facevi le accelerazioni per sorpassare, nemmeno le pieghe quando andavi un po' più forte, ma nel complesso l'esperienza mi è piaciuta molto. I profumi, i panorami, l'aria fresca, le soste frequenti e il tempo che ci siamo presi per visitare i posti senza preoccuparci di parcheggio o traffico".

A volte noi motociclisti non riusciamo a separare l'esperienza di viaggiatore in moto dalla passione per la motocicletta in sè, e ci comportiamo come se il nostro passeggero potesse condividere tutto quello che noi siamo capaci di provare, senza pensare che a volte quello che ci gasa di più può essere poco confortevole per il nostro compagno. E' importante, ogni volta che portiamo in sella qualcuno, trovare il punto di equilibrio fra le due persone, parlare e capire come adattarsi per condividere in armonia un'esperienza di viaggio che è di sicuro più intensa di quella in auto. Magari un po' di empatia in più può rendere il viaggio più bello, piacevole e sicuro per tutti. Un esperto non smetterà mai di imparare se guarda il mondo con gli occhi di un principiante.

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