Cosa vuol dire essere "Ducatisti"?

Cosa vuol dire essere "Ducatisti"?

Una comunità che negli anni si è evoluta assieme al loro marchio di moto preferito. Andando oltre gli stereotipi, chi sono davvero oggi gli appassionati del marchio di Borgo Panigale?

14.06.2021 ( Aggiornata il 14.06.2021 09:15 )

Senza il feticcio il culto non può esistere, e se ci sono così tanti seguaci in giro per il mondo, è perchè la Ducati si è sempre distinta dalle altre Case costruttrici con prodotti in controtendenza rispetto al mercato dei grandi numeri. La caratteristica principale del prodotto italiano per eccellenza è l'esclusività e la qualità superiore, e queste caratteristiche per le Ducati sono ancora intatte. Insomma, se fosse un vino sarebbe un DOCG, se fosse un formaggio sarebbe il Parmigiano Reggiano 36 mesi... ci siamo capiti. Dietro a questo principio si è sviluppata una comunità viva che porta avanti la sua passione con entusiasmo, che si è evoluta nel tempo assieme all'evoluzione del marchio dal punto di vista tecnico e commerciale.

Ducati Monster 2021 - FOTO

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Quanto è vero lo stereotipo del ducatista?

Questo spiccato senso di identità e di attaccamento al marchio è qualcosa che anche Harley-Davidson possiede, ma è un concetto di passione molto diverso da quello del marchio italiano, che è molto più sportivo, mediterraneo e sanguigno, tanto che anche nel resto del mondo ci si affeziona non solo al prodotto, ma all'italianità e al concetto di grande famiglia. Non a caso anche negli altri paesi l'appassionato si identifica come "Ducatista", pronunciato rigorosamente in italiano.

Secondo lo stereotipo, però, chi guida Ducati ha sempre avuto qualche problema con la comunità motociclistica in generale. La tendenza ad essere etichettati come spocchiosi crea a volte qualche incomprensione, e ci sono ancora ducatisti che si ghettizzano nella loro bolla al grido di "abbasso le Jap" e altri slogan campanilisti che hanno sempre avuto poco senso. Ovviamente non si tratta della maggioranza, ma questo ha contribuito a costruire l'idea del ducatista stereotipato, tutto Desmo e frizione a secco, che si pone su un piano superiore rispetto a tutti gli altri appassionati. Anche questo dopotutto è un modo molto "italiano" di vivere la passione, sconfinando a volte nella tifoseria da stadio.

Ducati Multistrada V4 e V4 S | LE FOTO

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L'evoluzione del ducatista negli anni

Ma cosa succede se lo zoccolo duro dei tradizionalisti si scontra con la realtà dei fatti? Telaio a traliccio, motore desmodromico e bicilindrico sono ancora realtà, ma non più dogma assoluto. Nonostante ciò, le vendite delle moto di Borgo Panigale continuano a puntare verso l'alto conquistando nuove fette di mercato e nuovi appassionati, che comprendono il cambio di rotta (necessario) e abbracciano nuove filosofie senza per forza rinnegare il passato.

Il ducatista si è evoluto nel tempo da religioso integralista a fiero portavoce del genio italiano su due ruote, perchè pur abbandonando caratteristiche molto identitarie, Ducati ha comunque mantenuto invariata la struttura concreta della sua esistenza: offrire un prodotto italiano, sportivo e tecnologicamente avanzato, oltre che superiore in termini di qualità costruttiva e design rispetto ai concorrenti. Chi era ducatista ai tempi della 916, può definirsi orgogliosamente tale anche ai tempi della Panigale V4, che con la progenitrice non ha proprio nulla in comune. Ed è anche questo il bello del mondo Ducati di oggi, unire epoche e mondi diversi sotto uno stesso scudetto e continuare a portare avanti la passione non solo con i propri simili ma anche con tutti gli altri motociclisti, senza mischiarsi mai troppo con la massa.

Tutti, ducatisti e non, dovrebbero andare almeno una volta al grande raduno di Misano, il World Ducati Week, perchè è lì che si respira la vera essenza dell'appassionato. Vedere mischiate assieme vecchie Pantah e Panigale, Paso e Scrambler, Monster vecchi e nuovi, crea un senso di comunità unico. E se varcate i cancelli del raduno con una moto di un altro marchio, non verrete bullizzati ma accolti da un mondo che vi apprezza per il fatto di essere lì a celebrare con loro il più grande marchio motociclistico italiano di sempre. Per il ducatista moderno poco importa se la vostra Monster ha la frizione a secco o no, o se sotto il telaio c'è un V2 o un V4, l'importante è che sappiate incantarvi a guardare la perfezione delle linee di una Super Sport 750 d'epoca e che vi facciate cullare dalla musica di un pompone a carburatori. 

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