Gli anni Ottanta sono stati senza dubbio l'epoca del turbo, che però nelle moto non si è rivelato essere una tecnologia vincente cosi come nelle auto. Le Case giapponesi ci hanno provato e hanno anche realizzato delle moto interessanti, ma per tutta una serie di motivi il turbocompressore si è dimostrato inadatto alle due ruote. Ma nel frattempo l'evoluzione della tecnica è andata avanti e il turbo potrebbe tornare di attualità tra le motociclette, come dimostrano i brevetti che ha depositato Yamaha e che riguardano un turbocompressore elettrico abbinato al motore 3 cilindri CP3.
La Casa di Iwata, peraltro, non sarebbe la prima a interessarsi nuovamente a questa tecnologia, visto che allo scorso Eicma Honda a presentato la concept V3 che utilizzava proprio un turbocompressore a controllo elettronico. Il brevetto registrato da Yamaha mostra una moto naked, con un profilo simile a quello delle varie MT, dove è evidenziato il modo in cui il sistema verrà integrato all'interno del telaio e come saranno posizionati i condotti di aspirazione, i collettori e i sistemi di alimentazione. Ma come mai i costruttori di moto si stanno interessando ai turbo elettrici?
La motivazione va ricercata nelle normative sulle emissioni, che sono sempre più severe e richiedono combustioni sempre più magre. Il turbocompressore permette di aumentare la portata dell'aria nella camera di scoppio per avere una combustione più efficiente. Tuttavia, mentre i turbo convenzionali sviluppano molto calore e hanno sempre un ritardo di risposta, quelli elettrici sono molto più rapidi e, non essendo azionati dai gas di scarico, non creano calore in eccesso. Inoltre sono molto più compatti e quindi più facilmente installabili all'interno del telaio di una moto.
Infine c'è anche un altro aspetto che rende i turbo elettrici molto interessanti, ovvero che possono essere attivati on-demand, generando più coppia e potenza in un range di giri ben definito. In effetti, un e-turbo potrebbe persino essere mappato per specifiche modalità di guida e perfino per attivarsi solo in alcune marce, aumentando le prestazioni del motore per una maggiore coppia nei rapporti bassi e e per avere la massima potenza nei rapporti alti. In altre parole, i turbo elettrici offrono ai produttori di moto un livello di adattabilità che un sistema interamente meccanico semplicemente non può eguagliare.
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