Mobilità urbana: la sicurezza di chi usa le due ruote non è importante...

Mobilità urbana: la sicurezza di chi usa le due ruote non è importante...

Un titolo provocatorio il nostro, per rimarcare il dato più disturbante del Focus2R, la ricerca prodotta da Confindustria Ancma e Legambiente, che per il 7° anno consecutivo fotografa il rapporto delle città italiane con la mobilità a due ruote. Il tempo passa e nulla cambia

31.01.2023 ( Aggiornata il 31.01.2023 14:05 )

Crescono gli spostamenti privati su due ruote a pedale e a motore, confermando una tendenza nata subito dopo la prima ondata della Pandemia. Moto e scooter sono sempre più un’alternativa all’automobile e ai mezzi pubblici per chi ogni giorno deve muoversi per andare al lavoro. Ciononostante, le amministrazioni comunali continuano a mostrare un’attenzione nulla per la nostra sicurezza, non si preoccupano di predisporre un numero sufficiente di parcheggi e non ci consentono quasi mai l’accesso alle corsie degli autobus.

In sintesi è questo che emerge dal 7° rapporto dell’Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) con Legambiente, ed elaborata dalla società di consulenza Ambiente Italia.

L’indagine, frutto di un questionario inviato nel corso del 2021 a 106 Comuni capoluogo, ha raccolto 94 risposte da parte delle amministrazioni locali; e per altri 9 comuni sono stati utilizzati i dati del 2020.

Meriteremmo attenzione

Con una media di 13,53 motocicli ogni 100 abitanti (erano 12,5 nel 2017 e 13,17 nel 2020), cresce nelle città italiane l’utilizzo di ciclomotori, moto e scooter. Meriteremmo dunque maggiore attenzione, visto che a fine 2021 il parco circolante di moto e scooter era pari a 7.152.760 pezzi (fonte ACI).

Siamo anche votanti, perbacco!

Invece rimane pressoché uguale al 2020 il numero di comuni che hanno adottato sulle loro strade una soluzione tanto semplice quanto efficace, come i guardrail salvamotociclisti. Solo il 27% delle amministrazioni comunali dichiara di averne montati (erano il 28,5% nel 2020); e un altro 26% di volerli ampliare o utilizzare in futuro (erano 25% nel 2020). A Siena e Cremona, le due città più attente, ne sono stati installati oltre 3 km; a Taranto e Grosseto 2 km. Gli altri, grandi città comprese, seguono.

Quasi non stupisce allora che, a fronte di specifica domanda, il miglioramento della sicurezza delle due ruote a motore nei due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUM e PGTU) non sia considerata una priorità dal 49% dei comuni. Ai quali se ne aggiunge un altro 18% che la indica come priorità bassa. Dati che, tra l’altro, sono pure in lieve peggioramento rispetto al 2020.


Solo il 27% delle amministrazioni dichiara di aver montato i guardrail salvamotociclisti. Nel 2020 erano il 28%

Il tempo passa, nulla cambia

Ecco, polemicamente diciamo che, piuttosto che scrivere un altro articolo, avremmo potuto rimandarvi a quello dello scorso anno. Perché il tempo è passato senza che nessuno abbia fatto qualcosa. Nulla è cambiato. Anzi, no: forse è cambiato in peggio.

Ma più che ubriacarvi di parole, vi rimandiamo a qualche schermata che riassume i dati principali.

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