Le Case giapponesi: siamo al tramonto di un'era?

Le Case giapponesi: siamo al tramonto di un'era?

Dalla prima Honda CB650 Four ad oggi il mondo delle due ruote ha visto un dominio globale dei costruttori giapponesi, ma con le dinamiche attuali nello sport e sul mercato possiamo dire di essere entrati in una nuova era

25.10.2022 11:00

Il cambiamento è iniziato prima

Come è successo in altri ambiti della nostra società, anche per il motociclismo giapponese il Covid non è stato causa madre dei problemi, ma un semplice acceleratore di quello che stava lentamente accadendo. Se non ci fosse stato il virus a fare una selezione più cruda e veloce delle dinamiche di mercato, il processo di cambiamento del settore sarebbe stato più lento ma non diverso. Con o senza pandemia la crescita dei prodotti cinesi nella fascia medio-bassa del mercato moto ci sarebbe stata comunque, ed era iniziata ben prima del lockdown. Allo stesso modo la tecnologia che gli Europei stanno proponendo con i prodotti di fascia alta è un punto cardine della riscossa di Ducati e BMW da oltre 10 anni a questa parte, quindi un processo già ben consolidato.

Benchè si tratti di un'analisi poco gentile nei confronti delle "big 4", è semplicemente la dimostrazione che stiamo assistendo a un riassestamento del mercato automotive globale, ma non a una morte lenta e dolorosa dei prodotti giapponesi, che rimarranno comunque parte dell'ossatura del settore moto e auto. Non dimentichiamoci che colossi come Honda, Yamaha, Kawasaki e Suzuki hanno costruito blasone in occidente e una base economica solida in oriente, soprattutto nel sud-est asiatico dove gli scooter e i prodotti di commuting urbano continuano ad essere venduti a milioni di pezzi all'anno. La scarsa concorrenza sui mercati europei e americani non rispecchia in pieno quello che avviene a livello mondiale, dove c'è ancora una forte presenza delle aziende del Sol Levante e questo garantirà nuove moto anche nel nostro continente per tantissimi anni a venire. 

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