Il Barber Museum: ecco il tempio dei motori

Il Barber Museum: ecco il tempio dei motori

George W. Barber, miliardario americano, ha messo su un museo che viene definito il migliore del mondo. Ci racconta come è nato e cosa contiene, e perché vale la pena visitarlo

Alan Cathcart

27.03.2020 15:01

Padre di motociclette

Non è strano, stare qui a fare un po’ da padre di questa enorme famiglia di motociclette?

"È esattamente così. Ma la parte più bella è quando il museo chiude, tutti vanno via, e io mi ritrovo a camminare da solo tra queste moto. E loro mi parlano. In particolare quelle che sono state cavalcate da campioni del mondo, o da persone che ho conosciuto. Ognuna ha qualcosa da dire, è una sensazione indescrivibile".

C’è qualche storia particolare legata alle sue moto?

"Ad esempio sulla Vostok del 1960, una delle due 500 da Grand Prix di fabbricazione russa che abbiamo qui. La comprai molto tempo fa, quando eravamo ancora nel pieno della guerra fredda. Feci una telefonata a un funzionario di Mosca, che alla fine della trattativa sulla moto mi chiese se per caso ero interessato anche all’acquisto di un Mig 25 Foxbat, cioè un jet da caccia supersonico, in servizio ai tempi per l’aviazione sovietica!".

Chiederle quale sia la sua moto preferita immagino sia come chiedere a un padre quale dei suoi figli ama di più...

"Be’, ci fosse un’emergenza salverei la MV Agusta mondiale di John Surtees, per il rapporto speciale che avevo con lui. Anche Giancarlo Morbidelli è un caro amico, e abbiamo una bella sezione dedicata alle Morbidelli".

Anche il suo circuito sembra diverso da tutti gli altri.

"Volevo che fosse un posto per famiglie. Mi sono messo nei panni dello spettatore: perché stare tutto il giorno fermo su una tribuna di cemento, o di tubi metallici? Meglio andare in giro e vedere la corsa da altre angolature, e infatti c’è in servizio permanente un tram-navetta che sposta le persone in sei-sette punti diversi del parco. Passare una giornata qui deve essere una esperienza positiva; in altri circuiti si vedono spesso spettatori ubriachi o comportamenti folli, non qui".

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