Addio V-Strom: lettera d'amore alla crossover rubacuori

Dopo più di 20 anni di onorata carriera, Suzuki manda in pensione la V-Strom 650. Per molti non era solo una moto, ma una compagna di vita. E adesso?
Addio V-Strom: lettera d'amore alla crossover rubacuori

Michele LallaiMichele Lallai

Pubblicato il 23 maggio 2025, 07:48 (Aggiornato il 26 mag 2025 alle 08:09)

Ci sono motociclette che fanno rumore, e non solo per i decibel che sputano dallo scarico. Moto che impongono la loro presenza come supersportive affilate, naked arroganti, maxienduro muscolose. E poi c’è lei, la Suzuki V-Strom 650. Non ha mai cercato i riflettori, non ha mai rincorso le mode. Eppure, per oltre vent’anni, è stata la compagna silenziosa e affidabile di migliaia di motociclisti italiani. Ora che la sua produzione è ufficialmente terminata, resta un vuoto, di quelli veri.

Dal 2004, una promessa mantenuta

Lanciata nel 2004, la V-Strom 650 nasceva con un intento chiaro: offrire una moto versatile, comoda, sincera. In un’epoca in cui le crossover erano ancora una nicchia dedicata ai viaggi e alle grosse cilindrate. Suzuki proponeva una media capace di fare tutto: viaggiare, affrontare lo sterrato leggero, accompagnarti al lavoro e portare la fidanzata a fare shopping. Il suo bicilindrico a V da 645 cc, derivato dalla SV650, era una garanzia di elasticità e semplicità. Nessun picco di potenza da domare, solo carattere e un’erogazione fluida e amica.

In Italia fu subito amore. Merito anche di un prezzo competitivo, di una manutenzione ridotta, di una linea che, seppur inizialmente discussa, col tempo ha conquistato. Ma soprattutto, merito di un’identità chiara: la V-Strom 650 era una moto vera, onesta, che offriva più di quello che prometteva. E gli italiani, si sa, hanno fiuto per ciò che è di valore anche oltre l'apparenza.

 

 

La moto del popolo (motociclistico)

Nel nostro Paese la V-Strom è diventata in fretta un’istituzione. Bastava andare a qualsiasi motoraduno per vederne una sfilza. Era la moto di chi voleva partire per Capo Nord senza spendere un patrimonio, ma anche di chi ogni giorno faceva il tragitto casa-lavoro sotto la pioggia. Era la scelta del viaggiatore solitario come del motociclista maturo che aveva messo da parte la voglia di pieghe esasperate per godersi la strada. Una moto democratica che non metteva soggezione, ma neppure si svendeva. Sapeva essere seria, ma anche spiritosa, con una ciclistica prevedibile e un comfort da granturismo mascherato da media cilindrata.

Eppure, mai come oggi, la fine della sua produzione suona come la fine di un’epoca. Il mercato si è spostato verso maxienduro sempre più elettroniche (e costose) o moto economiche e fondamentalmente tutte simili per architettura meccanica e layout tecnico. E la V-Strom 650, con la sua semplicità disarmante, con il suo telaio d’alluminio e il suo motore a V che ora è rimasto prerogativa della fascia alta del mercato. Un'architettura perfetta per le cilindrate medie, ma che oggi non trova più spazio nei listini.

 

 

L’ultima del suo genere

Con l’annuncio ufficiale di Suzuki, la V-Strom 650 esce di scena. Non ci sarà una nuova Euro 5+, né un’erede diretta e rimane la sorella maggiore da 800 cc, più moderna, più potente, più tecnologica, ma è un’altra storia. Chi ha amato la 650 sa che quella moto non era solo una scheda tecnica, era un modo di intendere il motociclismo che oggi viene rappresentato solo in parte dalle moto di pari categoria.

I social si sono subito riempiti di messaggi, foto, racconti. C’è chi ricorda il primo viaggio in Grecia, chi le Alpi con il passeggero, chi ha superato i 100.000 km senza mai aprire il motore. Storie di vita, di strada, di curve condivise. Nessuno, nella comunità dei "Vustromisti" parla di velocità massima, di IMU o di mappature motore, ma della fiducia e del rapporto che viene instaurato con il mezzo meccanico, che diventa amico oltre la scheda tecnica e i numeri.

Ma siamo nel 2025 e le mode cambiano più in fretta del meteo di montagna, la V-Strom 650 è rimasta per 22 anni una certezza attraversando crisi economiche, rivoluzioni tecnologiche, pandemie e guerre commerciali senza mai lasciare la classifica delle moto più vendute d'Italia. Ora che se ne va, ci si accorge del suo valore. Ci resteranno le V-Strom usate, certo. Ma la consapevolezza che non ne usciranno più di nuove con il motore a V di 90° lascia un’ombra lunga.

 

 

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