Dalle 250 alle "mille", passando per le mitiche 750, trent'anni fa le stradali ad alte prestazioni erano il fiore all'occhiello dell'industria motociclistica. Più o meno fortunate, ecco la top 10 amarcord

Sportive anni '90: le dieci moto simbolo per ogni anno

<p>Vi va di venire con noi in un piccolo viaggio nel tempo? Non andremo molto lontano, al massimo una trentina d&#39;anni o poco pi&ugrave;. Vogliamo tornare agli <strong>anni &#39;90</strong>, il decennio in cui sono nate alcune delle moto pi&ugrave; iconiche di sempre e in cui le prime tecnologie odierne hanno cominciato ad apparire su diversi modelli. Un decennio pieno di <strong>moto sportive</strong> rimaste nella storia, alcune fortunate, altre meno ma comunque con un valore non indifferente. Riscopriamo le dieci migliori, in rigoroso ordine cronologico.</p>

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<h2>Yamaha TDM850 (1991)</h2>

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<p>A met&agrave; tra una&nbsp;stradale e una off-road (in pratica la prima vera crossover, diremmo oggi). Un oggetto - se vogliamo -&nbsp;strano a vedersi, con quel telaio doppio trave che sembrava preso in prestito sportive FZR, i cerchi da 18&rdquo; anteriore e 17&rdquo; posteriore, il tutto traslato verso lo schema del manubrio alto e sospensioni a lunga escursione. Ancora non lo si capiva, ma da quel momento in poi Yamaha sfond&ograve; la terza dimensione delle moto inaugurando quello che sarebbe poi diventato il segmento delle crossover:&nbsp;mezzi che abbinano il comfort delle grosse e paciose enduro alle doti dinamiche delle pi&ugrave; guizzanti stradali. Sebbene non abbia avuto un grande successo, la <a href="https://www.inmoto.it/annunci/search?makemodel=Yamaha%2CTDM-850" rel="noopener" target="_blank"><strong>Yamaha TDM850</strong></a> era in realt&agrave; una moto divertente, con 77 cv, maneggevole, versatile, una sorta di antesignana della gamma Tracer odierna della Casa di Iwata.</p>

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<h2>Honda NR750 (1992)</h2>

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<p>La pi&ugrave; raffinata V4 <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/honda" rel="noopener" target="_blank"><strong>Honda</strong></a> mai creata, la <strong>NR750</strong> riprendeva ed evolveva su altri concetti l&#39;idea della NR500. <span>Venne presentata come concept nel 1989 per poi debuttare sul mercato, seppure in piccola serie, nel 1992. La</span><strong><span>&nbsp;</span>Honda NR 750</strong><span>&nbsp;&egrave; stata un&#39;autentica bomba lanciata dalla casa di Tokyo sul mercato del periodo. Dalla sua, oltre che linee futuristiche, anche tanti spunti tecnici e di design. Elementi che ancora oggi la vedono come una delle moto pi&ugrave; raffinate di sempre.</span></p>

<p><span>Era caratterizzata da un raffinato motore a pistoni ovali e 32 valvole, un telaio in travi estruse di alluminio con monobraccio ripresi dalla sorella&nbsp;<a href="https://www.inmoto.it/news/approfondimenti/indimenticabili/2020/04/04-2896234/rewind_honda_vfr_750_r_rc30_la_perla_del_sol_levante/">VFR750R (RC30)</a>. Una strumentazione con elemento<strong>&nbsp;LCD &quot;olografico,</strong> con il display della velocit&agrave; che proiettava le informazioni tramite specchio riflettore. Non dimentichamo, infine, le ruote in magnesio e il parabrezza ricoperto da uno strato indurente al titanio dai riflessi ora violacei ora ambrati, oppure chicche estremamente gratificanti come la chiave di contatto realizzata in un cocktail di nichel, argento e fibra di carbonio.</span></p>

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<h2>Honda CBR900RR Fireblade&nbsp;(1992)</h2>

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<p>Dimensioni contenute, peso da 750, potenza quasi da sportiva di 1000 cc, la Honda <strong>CBR900RR Fireblade</strong> segn&ograve; una nuova filosofia prestazionale, facendo impallidire di colpo, per concetti espressi, le rivali del periodo come le varie Yamaha FZR o Suzuki GSX-R 1100. Dotata di un motore 4 cilindri in linea da 125 CV dichiarati (117 alla ruota), aveva nel rapporto peso/potenza la sua formidabile arma per una guida da vera race replica supportata da una inconsueta ruota anteriore da 16&quot;. Il peso a secco dichiarato parlava di 185 Kg che diventavano 198 con il pieno. Per intenderci, la Yamaha - per esempio - per quella che era la sua FZR 1000 Ex-Up dichiarava un peso a secco di 209 Kg.</p>

<p>Le particolarit&agrave; di quella moto spaziavano su tutti i fronti: dal telaio, in travi di estruso saldate a piastre e cannotto realizzati per fusione, al forcellone, con capriata di rinforzo, fino alla inedita carrozzeria. Una moto che alz&ograve; l&#39;asticella del confronto tra le sportive stradali.</p>

<p><span class="kcode ktype-Foto" data-k-id="3567883" data-k-kid="sn:inmoto:3567883" data-k-type="Foto"></span></p>

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<h2>Yamaha YZF750 (1993)</h2>

<p><span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="6374138" data-k-kid="sn:inmoto:6374138" data-k-thumb="https://cdn.inmoto.it/images/2023/05/17/180022825-ec370ec2-f8a5-4e11-9c30-09280486f822.jpg" data-k-type="immagine"></span></p>

<p>Per alcuni, una delle miglior 750 di quel decennio. Arrivata a sostiutuire la FZR 750, la <strong><a href="https://www.inmoto.it/annunci/search?makemodel=Yamaha" rel="noopener" target="_blank">Yamaha</a> YZF750</strong>&nbsp;era probabilmente lo zenith di un tipo di moto che hanno preso il largo a partire dagli anni &#39;80. Look attraente e dinamico, con i tipici colori degli anni Novanta, un quattro cilindri da 120 cv, pinze anteriori a sei pistoncini, telaio Deltabox e altra componentistica di qualit&agrave; elevata. C&#39;era anche la versione speciale SP, dotata di parti &Ouml;hlins, sella singola, perno del forcellone regolabile e altro ancora.</p>

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<h2>Ducati 916 (1994)</h2>

<p><span class="kcode ktype-immagine" data-k-id="6373975" data-k-kid="sn:inmoto:6373975" data-k-thumb="https://cdn.inmoto.it/images/2023/05/17/173841444-8f112763-fea2-46a1-b9d0-5a4ca6bcae2b.jpg" data-k-type="immagine"></span></p>

<p>Forse la pi&ugrave; iconica sportiva degli anni &#39;90. La storia della <a href="https://www.inmoto.it/annunci/search?makemodel=Ducati%2C916" rel="noopener" target="_blank"><strong>916</strong></a> di <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/ducati" rel="noopener" target="_blank"><strong>Ducati</strong></a> la conoscono molti appassionati. Ideata da Massimo Tamburini con lo scopo di migliorare il potenziale agonistico delle precedenti Ducati 851/888, cos&igrave; da perpetuare le vittorie di Borgo Panigale nel campionato mondiale Superbike. Inizialmente disponibile in due versioni, 916 Strada e 916 SP, la 916 si distingueva per il suo stile slanciato, gli scarichi sotto la sella e il forcellone monobraccio. Il V2 da 112 cv per 265 km/h di velocit&agrave; massima faceva il resto.</p>

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<h2>Aprilia RS 250 (1995)</h2>

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<p>Gli anni Novanta sono stati anche il decennio delle 250 a 2T e una delle migliori &egrave; stata sicuramente l&#39;<a href="https://www.inmoto.it/annunci/search?makemodel=Aprilia%2CRS-250" rel="noopener" target="_blank"><strong>Aprilia RS 250</strong></a> del 1995. Bicilindrica, con un telaio in alluminio lucidato, ciclistica di altissimo livello, stile accattivante e una fama derivata dalle vittorie nel Motomondiale di Max Biaggi e Loris Reggiani, la RS 250 &egrave; stata una delle moto pi&ugrave; apprezzate di sempre, in Italia e non solo. Purtroppo le normative sulle emissioni hanno stroncato la sua esistenza, andando infine fuori produzione nel 2004.</p>

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<h2>SUZUKI GSX-R 750 (1996)</h2>

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<p>La nuova sportiva di Casa Suzuki, arrivata sul mercato nel 1996, metteva in campo un telaio doppio trave diagonale, che mandava in pensione la doppia culla in alluminio fino a quel momento fortemente caratterizzante per le supersportive Suzuki, per un interasse di appena 1.400 mm. Sempre in tema di ciclistica da segnalare la forcella a steli rovesciati da 43 mm regolabile, al pari del mono posteriore. Misura importante per lo pneumatico posteriore: 190/50.<br />
A questo si aggiungeva un motore rivisto e dotato di raffreddamento a liquido. La&nbsp;GSX-R 750 &quot;SRAD&quot;&nbsp;metteva sul piatto valori dichiarati da record:&nbsp;<strong>179 kg di peso, ed una potenza all&#39;albero di quasi 130 CV a 11.500 giri per una coppia massima di 8,2 Kgm a 10.000 giri.</strong> A ci&ograve; si aggiungeva una estetica profondamente&nbsp;rivista rispetto alla precedenti versioni, con il caratteristico codone di forma ogivale, vero segno distintivo per questa sportiva (ripreso poi dalla futura GSX-R 600), ed una qualit&agrave; delle finiture degna di lode.</p>

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<h2>Honda VTR1000 (1997)</h2>

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<p><a href="https://www.inmoto.it/annunci/search?makemodel=Honda%2CVTR-1000" rel="noopener" target="_blank"><strong>Honda VTR1000 Firestorm</strong></a>, ovvero la reinterpretazione, seconda la Casa dell&#39;Ala, del bicilindrico a V sportivo stradale in stile Ducati. Una moto brillante, lanciata nel 1997, arrivo anche in variante SP destinata alle corse e di ben altra impostazione. Entrambe mostravamo alcuni difetti: molti motociclisti biasimavano la maneggevolezza complessivamente insoddisfacente causata da una sospensione posteriore difettosa e, nel caso della SP, da un peso eccessivo. Noie anche a livello di carburazione per la Firestorm causa i grossi carburatori da 48 mm (sulla R arriv&ograve; una pi&ugrave; efficiente inizione). Ma di certo i loro motori erano efficienti e contribuirono a confermare il bicilindrico a V longitudinale come il motore degli anni Novanta.</p>

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<h2>Yamaha R1 (1998)</h2>

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<p>Leggera, aggressiva, prestazionale: la <a href="https://www.inmoto.it/annunci/search?makemodel=Yamaha%2CYZF-R1" rel="noopener" target="_blank"><strong>R1</strong></a> lanciata da <a href="https://www.inmoto.it/listino-nuovo/marche/yamaha" rel="noopener" target="_blank"><strong>Yamaha</strong></a> nel 1998 ha segnato il passo d&#39;addio delle 750 e il &quot;boom&quot; delle &quot;mille&quot;. Il primo modello di R1, del 1998, aveva un motore a da 150 cv a 10.000 giri/min e 11 kgm di coppia motrice a 8.500 giri, 5 valvole per cilindro. Il telaio era un&#39;evoluzione del Deltabox delle precedenti Yamaha FZR 1000. Il peso in ordine di marcia era di 205 kg.<br />
La potenza del quadricilindrico &egrave; andata via via aumentando nel corso degli anni e dei model year, per una moto sinonimo di sportivit&agrave;.</p>

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<h2>Yamaha YZF-R6 (1999)</h2>

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<p>Una 600 supersportiva che, come la sorella maggiore tra le 1000, scombussol&ograve; il segmento di appartenenza. Una moto senza compromesssi, nata per offrire il meglio in pista ed che anche su strada garantiva badilate di divertimento.</p>

<p><strong>La YZF-R6 del 1999</strong> offriva spunti notevolissimi.&nbsp;Dalle forme, aggressive e taglienti, all&#39;inedito telaio&nbsp;Deltabox II&nbsp;in alluminio con parti fuse unite a parti stampate, al motore con cilindri in blocco con il basamento e cambio Tri-Axis (ad alberi sovrapposti) era accreditato di una potenza di<strong> 101 CV alla ruota</strong> (120 CV dichiarati) ad un regime stratosferico per il periodo:&nbsp;<strong>13.000 giri/min ma con allungo fino ai 15.500!&nbsp;</strong></p>

<p>La moto era compattissima, con dimensioni quasi da 250 GP e questo grazie al grande lavoro fatto per contenere gli ingombri longitudinali che consegnavano un interasse contenuto in 1.380 mm.</p>

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<p><a href="https://www.inmoto.it/news/anteprime/2023/05/15-6364639/aprilia_novita_per_rsv4_e_tuono_v4_le_vedremo_all_all_stars_" rel="noopener" target="_blank">APRILIA, NOVIT&Agrave; PER RSV4 E TUONO V4: LE VEDREMO ALL&#39;ALL STARS?</a></p>

Famosa per i suoi pistoni ovali e la testata da ben 32 valvole, la 750 di Tokyo uscita ad inizio degli anni '90 non brillava per le prestazioni assolute, ma vantava una meccanica ed una ciclistica ancora oggi invidiabile sotto diversi aspetti


Honda NR 750: è ancora la moto più tecnologica? FOTO

Una GP da strada: questo è stata Aprilia RS 250, nata nel 1995 ereditando il motore della Suzuki RGV. Potenza di 70 cv all'albero per quella che era la replica della RSV 250 Campione del mondo. Telaio in lega di alluminio e magnesio, forcellone posteriore asimmetrico con monoammortizzatore regolabile, forcella Marzocchi da 40 mm regolabile freni Brembo per la 2T italiana. Menzione speciale per il display digitale multifunzione, uno dei primi, in grado di registrare i tempi sul giro.


Rewind, Aprilia RS250: profumo di corse |FOTO

Nel 1992 la sportiva di Tokyo sconvolse i valori in campo tra le maxi: piccola come una 750 potente quasi come una moto di cilindrata piena. Faceva del rapporto peso/potenza il suo cavallo di battaglia grazie ai 125 CV dichiarati per un peso a secco di 185 Kg

Rewind, Honda CBR 900 RR Fireblade FOTO

Emozioni da pista. Dopo aver lasciato tutti a bocca a parte nel 1997 con l'arrivo della YZF-R1, ai saloni autunnali del 1998 Yamaha presenta la YZF-R6. Una media supersportiva che, come fu per la sorella da 1 litro di cilindrata, scombussolo il settore - in questo caso - delle medie cilindrate. Una moto senza compromessi, nata per offrire il meglio in pista ma che, anche su strada, riusciva a farsi apprezzare.


Rewind, Yamaha YZF-R6 '99 FOTO

La storia, anche nel piccolo mondo delle due ruote, è scandita da avvenimenti. E la fine del 1993 fu un momento di quelli che tutti - ma proprio tutti - i motociclisti ricordano bene. Ducati fece letteralmente strage di cuori quando tolse i veli alla supersportiva 916. Uno dei pochi esempi nel regno delle due ruote degno di meritarsi l'appellativo di "Capolavoro". Perché quella che venne fuori dalla mente di Massimo Tamburini era questo, di fatto. (di William Toscani)

Rewind, Ducati 916 FOTO

Ad EICMA del 1997 (al periodo si svolgeva a Settembre alternandosi con Colonia), Yamaha presentò al mondo la YZF-R1 e molte cose, nel mondo delle sportive ad alte prestazioni, cambiarono. La creazione dell'ing. Kunihiko Miwa era quanto di più aggressivo il mercato avesse mai visto fino a quel momento

Yamaha YZF-R1 97-98: l'inizio di una storia

<p>Dalle 250 alle &quot;mille&quot;, passando per le mitiche 750, trent&#39;anni fa le stradali ad alte prestazioni erano il fiore all&#39;occhiello dell&#39;industria motociclistica. Pi&ugrave; o meno fortunate, ecco la top 10 amarcord</p>
