Il motore V4: storia e modelli di un layout che è un'icona

Il motore V4: storia e modelli di un layout che è un'icona

Il 4 cilindri a V da anni è protagonista su strada e in gara, alternando momenti di trionfo ad altri di oblio. Oggi è ancora in auge su proposte sempre più raffinate

04.12.2024 17:59

Dalle corse alla strada e viceversa. Il motore V4 è da sempre una configurazione che affascina i motociclisti. I 4 cilindri con bancata a V, a prescindere da fasi e quale sia l'angolo scelto dai progettisti, ha segnato la storia delle due ruote, alternando momenti di trionfo ad altri di oblio, fino a essere oggi in auge con modelli sempre più raffinati. La recente introduzione da parte di Aprilia , con RSV4 e Tuono V4 o Ducati , con Multistrada V4  e Panigale V4, aggiornate alle normative Euro5+, è solo l’ultima conferma che il V4 è più che mai "vivo e lotta insieme a noi" su strada ma protagonista in MotoGP oltre che del futuro delle moto ad alte prestazioni.

Origini del motore V4: tra innovazione e sperimentazione

L'idea del V4 risale agli anni '30, con il marchio britannico AJS che introdusse una V4 da corsa incredibilmente avanzata per l'epoca, dotata di raffreddamento a liquido e compressore volumetrico, un’innovazione che precorreva i tempi.

Anche Ducati sperimentò questa configurazione decenni prima della Panigale o della Multistrada, con la Apollo 1260 del 1964, un progetto ambizioso che tuttavia non raggiunse mai la produzione in serie. Anche Harley-Davidson per un periodo flirtò con il V4: era il motore del progetto Nova, sviluppato in collaborazione con Porsche dal 1976 a 1981, e  poi accantonato a favore dell'iconico propulsore V-Twin Evolution; H-D preferì continuare il suo percorso con i motori bicilindrici lasciando in disparte quel discorso.

Gli anni ‘80: il debutto delle GP-replica

Gli anni '80 videro l’affermazione del V4 come motore sportivo grazie all’introduzione di modelli leggendari e, in un caso, ispirati direttamente alle competizioni dove con il V4 due tempi andò man mano a soppiantare i precedenti motori in linea e in "quadrato".

Parliamo della Yamaha RD500LC (1984) che prendeva spunto dalla YZR 500 portata in gara in quel periodo da gente come Kenny Roberts o Eddie Lawson. La quattro cilindri di Iwata rappresentò una delle prime vere "repliche GP" su strada, sebbene il suo V4 a due tempi non rappresentasse un V4 "puro" avendo due alberi motore. Nonostante ciò, oggi questa magnifica replica è una delle moto più amate e ricercate dai collezionisti d'epoca.

Sempre da Yamaha arrivò, e sempre a metà anni '80, la monumentale Yamaha Vmax 1200. Siamo nel 1985 quando quella naked dallo stile hot-rod, portò il V4 nel mondo delle muscle bike, offrendo 140 CV e una coppia strappa copertone di 12.4 kgm a 7,500 giri con prestazioni che ridefinirono il concetto di cruiser sportiva.

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