La Yamaha R1 compie 25 anni: nel 1997 c'erano le sportive, ma arrivò lei...

Ad Eicma vennero tolti i veli ad una delle moto più importanti di fine secolo che segnò una svolta per le sportive di serie. Ad oggi paga il declino delle race replica ma resta una sigla che ha fatto e fa man bassa di apprezzamenti

23.09.2022 19:50

Yamaha R1 2007: quattro valvole in meno per vincere in SBK

Alla fine degli anni '10 arriva la quinta versione in quasi 10 anni di carriera della Yamaha R1. Con Mokoto Shimamoto la maxi sportiva si rinnova nel design, ma in modo più consistente a livello meccanico e ciclistico. Il tutto anche con l'obiettivo di portare a Iwata il primo Mondiale SBK, dopo il terzo posto della stagione precedente con il giapponese Nori Haga.

La nuova YZF-R1 era figlia in larga sostanza di una filosofia introdotta nel 2006 con la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro ed una nuova concezione dello sviluppo elettronico (G.E.N.I.C.H, Genesis of Electrical engineering for New, Innovative Control technology with Human orientation) che l'anno prima aveva portato alla realizzazione della, anche lei rivoluzionata, YZF-R6.

La parte, forse, più eclatante del nuovo progetto fu l'abbandono della storica soluzione delle 20 valvole sul quattro cilindri Genesis ora dotato di una più classica (quanto efficace) distribuzione con 16 valvole.

Ovviamente le novità non si fermavano solo ad una riduzione del numero delle valvole: il propulsore guadagnò 5 cavalli di potenza massima, ora siamo a quota 180 CV a 12.500 giri (che diventavano 189 con air-box in pressione), un sistema di condotti di aspirazione ad altezza variabile a controllo elettronico YCC-I (Yamaha Chip Controlled Intake) in abbinamento all’YCCT (Yamaha Chip Controlled Traction) del comando del gas. Soluzioni che portarono ad una erogazione meno appuntita della precedente versione, pur non sacrificando nulla agli alti regimi.
Il telaio, fatto di elementi fusi ed estrusi, di quinta generazione venne rivisto al pari del forcellone, ed ora entrambi più rigidi nei punti maggiormente sollecitati, mentre forcella e mono vennero dotati di una maggiore possibilità di regolazione. Novità anche per i freni con l'adozione di pinze anteriori a sei pistoncini.

Al livello estetico il cambiamento non fu radicale come quello della precedente versione: i tratti distintivi, seppur rivisti nelle proporzioni, restarono inalterati; curioso notare la presenza di primordiali alette poste sotto le due prese dinamiche.

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