Rewind, MV Agusta Brutale S 2003: arrogante raffinatezza

Rewind, MV Agusta Brutale S 2003: arrogante raffinatezza

Dopo la F4 che ha fatto innamorare tutti è la roadster dal nome arrogante a incantare le folle. Con lei nasce un'icona delle moto naked e un capitolo importante del motociclismo italiano

01.07.2022 ( Aggiornata il 01.07.2022 13:05 )

Una meravigliosa opera d'arte

Saper aspettare, con pazienza, fidando che a breve il sogno si possa avverare. Ma veramente i sogni si avverano? In ambito motociclistico tutto può accadere, per esempio che debbano passare, per forza di cose, quasi 3 anni per entrare in possesso della moto dei sogni. Questo è più o meno il periodo che hanno dovuto attendere i numerosi appassionati, che hanno creato addirittura una lunghissima lista di attesa per vedere finalmente concretizzato il proprio desiderio: la commercializzazione della MV F4 Brutale S. La regina delle Naked che, Dopo lunghi ed estenuanti collaudi, la casa Lombarda finalmente si appresta ad inviare concessionari nella versione definitiva. La messa a punto lungo e meticoloso, che sono simile gioiello merita, non ha intaccato l'unicità e la bellezza di quella che può essere considerata una vera e propria opera d'arte.

Un autentico capolavoro derivato dalla sportivissima F4, anch'essa uscita dal centro ricerche Cagiva diretto dal maestro Massimo Tamburini. Una vera star, questa Brutale, impossibile da paragonare a qualsiasi altra concorrente e per questo destinata a lasciare una traccia indelebile nel settore, e a cui cospetto anche il più distratto e insensibile degli osservatori non può non rimanere estasiato ad ammirarne gli splendidi lineamenti ogni più intimo particolare. I tecnici della MV hanno lavorato intensamente andando a limare quanto più possibile sulle misure caratteristiche della ciclistica alla ricerca del miglior equilibrio dinamico. Allo stesso modo sono utilizzate il rendimento e l'erogazione del compatto propulsore quadricilindrico di 750cc al fine di conseguire quel bilanciamento globale che contraddistingue qualsiasi altra MV. La versione S di questa prova, disponibile nella classica livrea Rossa oppure nella colorazione tutta nera, non può vantare gli esclusivi particolari in carbonio e in magnesio della Serie Oro, scelta apprezzabile che ha permesso di contenere il prezzo in 14.645 euro. Senza dubbio si tratta di una cifra importante ma che, pur assieme al notevole ritardo di consegna, non è riuscita a spegnere l'entusiasmo e il desiderio di possedere una Naked unica al mondo.

In sella è (quasi) tutto perfetto

La Brutale piace per il perfetto inserimento che offre al pilota e per il fatto che una volta a bordo sembra ancora più compatta di quello che sia in realtà. Ottima l'ergonomia del posto di guida: la posizione delle pedane non costringe le ginocchia ad un'angolazione pronunciata, il piano Sella non troppo alto garantisce a tutti un rassicurante contatto del piede al suolo. la conformazione del manubrio rialzato ed alle estremità aperte, offrono impugnatura naturale e una corretta angolazione delle braccia e permette di mantenere il busto solo moderatamente proteso in avanti. Non è trattato altrettanto bene il passeggero, costretto a sedersi nel risicato spazio offerto dallo strapuntino e con a disposizione pedane alte da avanzate e ben poco a cui ancorarsi punto altri inconvenienti sono rappresentati dal limitato angolo di sterzata, dalla scarsa visibilità offerta dagli specchi retrovisori e dalle vibrazioni, che la lunga diventano fastidiose. Alla guida dell'affascinante Naked MV si soffre Inoltre della sin troppo solida taratura del mono ammortizzatore della trasmissione di calore alle gambe nelle soste a motore avviato. la mancanza di una pur minima protezione aerodinamica, essendo una Naked, non costituisce invece motivo di critica.

La Brutale Insomma, è ben lontana dalla perfezione. ma la splendida italiana sa come farsi perdonare: è una moto superba, bilanciatissima ed eccezionalmente evoluta sotto il profilo dinamico. si rimane estasiati Dalla rapidità di inserimento in curva, nella duttilità che evidenzia nei cambi di inclinazione, per la grande naturalezza con cui accetta eventuali correzioni di rotta rispondendo sempre in modo sincero e comandi impartiti Dal Pilota. Non è leggerissima (200 kg in ordine di marcia circa) ma risulta estremamente maneggevole divertentissima da condurre anche nei tratti o nelle svolte più lente, anche per l'eccellente equilibrio dell'avantreno, pronto a scendere in piega con rapidità ma sempre accompagnato da tanta armonia. Ben impostata di sospensione anche quando si inizia a spingere per davvero, non tiene con precisione la traiettoria, pur essendo lestissima a chiudere in uscita, mai incline ad allargare neppure se scappa la classica manata sul comando dell'acceleratore. manca l'ammortizzatore di sterzo perché non serve. L'avantreno si mantiene infatti solido e sicuro in qualsiasi condizione, anche negli inevitabili alleggerimenti che si avvertono nelle accelerazioni più violente. un inconveniente fisiologico, che a volte può essere causato dal pilota, per esempio quando sui curvoni veloci capita di avvertire qualche leggera oscillazione Istintivamente ci si aggrappa con foga al manubrio. ho fatto, questo, accentuato dal carattere nervoso delle coperture Dunlop D207 RR, piano però il grande pregio di fornire un formidabile grip è una magnifica tenuta anche nelle inclinazioni più accentuate.

Indietro

2 di 2

  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento