Nato come progetto Gilera e proseguito col logo Aprilia, nacque per battere i record: voleva essere il più grosso, potente e veloce scooter mai realizzato, e ci riuscì... pur con tanti difetti
Nel 2012, piuttosto che farne un restyling, si è deciso di ribrandizzare il mezzo come Aprilia (dato che Gilera era ormai un marchio morente) e dotarlo di un'estetica simile ai prodotti sportivi di Noale, cambiando nome in SRV 850 e mettendo il triplo proiettore tipo RSV4 sul frontale. Un lavoro riuscito anche qui a metà, perchè è diventato senza dubbio più cattivo e sportivo, ma non proprio armonico nelle forme e nella proporzione dei volumi. Le vendite non sono andate meglio con il marchio veneto, e nel 2016 è stato ufficialmente ritirato dal mercato senza struggenti addii.
Perchè venne venduto come Gilera e Aprilia dopo, se già dall'inizio aveva in comune il motore con una moto di Noale? Una domanda che in molti si sono fatti alimentando la confusione che ha causato il flop commerciale di questo ambizioso progetto. Inizialmente nasce proprio come progetto originale Gilera, come parte del rilancio del brand che avrebbe dovuto portare Supersport 600 e Ferro sul mercato.
Il motore a V 850 derivava appunto da quest'ultima, ma l'acquisto di Aprilia da parte del Gruppo Piaggio ha rimischiato le carte in tavola facendo nascere la Mana con marchio Aprilia e GP 800 con marchio Gilera. Un pasticcio in perfetto stile "Gruppo Piaggio anni '00" che accompagnato a una pessima comunicazione e marketing ha causato prima il ripensamento e il rebranding del prodotto, poi l'abbandono senza grandi risultati. Nessun altro concorrente ha mai più preso la strada dello scooter con mega cilindrata e mega potenza, quindi i record del GP/SRV sono ancora tutt'oggi imbattuti.
3 di 3
Link copiato