Yamaha TDR 125 e 250: le "Bruciasemafori"

Yamaha TDR 125 e 250: le "Bruciasemafori"

Era la fine degli anni '80 quando da Iwata arrivò una serie di moto a metà strada fra un motard, una enduro stradale e una supersportiva a 2T

22.01.2021 ( Aggiornata il 22.01.2021 16:50 )

Erano gli anni delle moto a miscela. Negli anni in cui il Motomondiale vedeva sfidarsi Freddie Spencer e Eddie Lawson, sul mercato le repliche delle loro moto erano il massimo che la tecnologia potesse offrire, tanto che il “morbo” delle moto 2 Tempi ha iniziato ad attaccare anche segmenti di mercato che fino ad allora non avevano mai avuto a che fare con prestazioni e motori estremi. Il pool di ingegneri di Yamaha che aveva puntato tutto sui motori a miscela, decise di infilare il motore della sportivissima TZR 250 in una motina da enduro, ma con caratteristiche più adatte a un uso stradale con l'intento di realizzare una moto più comoda di una carenata per l'utilizzo quotidiano e più agile fra tornanti di montagna e strade strette. 

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MOTORE ESTREMO VESTITO CIVILE

Nasce così nel 1987 la TDR 250, piccolo mostro esplosivo con motore superquadro da 50CV derivato dalla RD 350, telaio tubolare in acciaio ed estetica chiaramente ispirata dalla sorella a 4T Tènèrè, il peso piuma era di meno di 140kg. La cicistica vantava una gomma anteriore da 18” e posteriore da 17” con pneumatici semitassellati dalle misure tipicamente enduro, quindi sezione stretta, le sospensioni erano di tipo classico con forcella telescopica e forcellone scatolato mentre i freni erano sovradimensionati per l'epoca con disco flottante da 320mm davanti. 

A quel tempo un concetto di moto del genere non esisteva, e col senno di poi possiamo inserirla sia fra i primi esperimenti di supermotard data la sua caratteristica di funbike adatta anche a tutti i giorni, e il primo concreto assaggio di quelle che oggi chiamiamo crossover, ovvero moto esteticamente ispirate alle adventure bike di grossa cilindrata ma con caratteristiche principalmente stradali e gomme on-off con misure “di compromesso”.

A questa confusione ovviamente uniamo il motore che arriva pari pari da una supersportiva d'eccellenza, con solo piccole modifiche alla curva di coppia e al cambio per renderla più adatta all'utilizzo stradale. 

Nel 1989 venne affiancata da una versione TDR 125, in questo caso non costruita sullo stesso telaio ma con un progetto completamente nuovo, poi seguita da una seconda serie con doppio trave in alluminio dalla forma molto simile a quella della TZR 125 e dimensioni più compatte. Era diversa benchè la filosofia del modello fosse la stessa, e in questa variante l'estetica era ispirata alla TDM 800, moto nuova di pacca nel listino Yamaha e destinata a un successo mondiale.

 

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