Michele Lallai
Pubblicato il 28 ottobre 2025, 09:42 (Aggiornato il 29 ott 2025 alle 09:12)
Siamo sicuri che vi sarete chiesti come fanno questi brand cinesi a riempire di optional di serie le moto che portano in Europa mantenendo i prezzi bassi. Tendenzialmente, è lo stesso motivo per il quale gli smartphone cinesi costano la metà dei concorrenti americani o coreani a parità di dotazione, e tutto gira attorno all’efficienza produttiva.
In Cina, il costo del lavoro resta mediamente più basso di quello occidentale e le condizioni contrattuali e previdenziali sono meno onerose. Ma non finisce qui, perché molti distretti industriali sono specializzati in un solo tipo di prodotto (per esempio Shenzhen per l’elettronica), creando un ecosistema di indotto e fornitura efficiente ed economico.
Inoltre, la Cina è spesso vicina alle fonti di materie prime e ha sviluppato catene di fornitura integrate, riducendo i costi logistici. Per finire c’è il governo cinese che sostiene con sussidi, agevolazioni fiscali e infrastrutture le aziende esportatrici, aiutando a diminuire i costi e a creare marginalità anche con prezzi finali molto aggressivi. Per questo, la logica a monte è quella di offrire prodotti dotatissimi che possano attirare il cliente occidentale abituato a spendere molti (a volte troppi) soldi per arricchire di comfort e qualità la propria moto.
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Le condizioni ambientali durante il banco prova registravano:
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