Infine, per quanto riguarda il motorsport, l’impegno in MotoGP è assicurato per il 2026, cioè fino al termine del contratto con Dorna Sports. Ma il futuro è tutto da decifrare: "Non posso parlare di tutte le categorie e classi con tutti i marchi in questo momento, ma posso dirvi chiaramente: rimarremo nel motorsport" ha detto Neumeister al quotidiano austriaco Salzburger Nachrichten. Ad ogni modo, prima di definire l’impegno nelle corse c’è un azienda da ristrutturare, partendo dall’alto: i membri del Consiglio di sorveglianza Stephan Zöchling (Presidente), Rajiv Bajaj (Vicepresidente) e Friedrich Roithner si dimetteranno dalla fine della prossima assemblea generale annuale del 23 giugno e verranno sostituiti da Dinesh Thapar (CFO di Bajaj Auto Limited) e dagli avvocati Ernst Chalupsky ed Ewald Oberhammer.
Questo è ciò che sappiamo finora, e resta da capire come abbia fatto un’azienda solida come KTM ad arrivare a questo punto: la sua crisi si era palesata, quasi come un fulmine a ciel sereno, lo scorso 29 novembre quando KTM Components e KTM F&E avevano presentato domanda di ristrutturazione giudiziaria con autoamministrazione al tribunale regionale di Ried. Per capire come sia iniziata la crisi della KTM bisogna tornare indietro alla fine del 2022, quando tutto andava bene. Dal 1992 in poi l’azienda ha avuto un tasso di crescita medio (CAGR) del 15% e non ha avuto particolari problemi nemmeno durante la pandemia. Anzi, proprio in quel periodo era entrata nel mercato delle e-bike, la cui popolarità stava aumentando oltre il pubblico di appassionati, e lo aveva fatto a modo suo, cioè puntando sul design, sul marketing e sul motorsport, come con le moto.
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