In occasione del test della Streetfighter V2, ci siamo soffermati sulla nuova tecnologia della Casa bolognese, il Ducati Quick Shift 2.0. Un quick-shift molto evoluto. Ma cos'è?
Una tecnologia “nascosta”, che non si percepisce, ma capace di fare la differenza. Di cosa parliamo?
Del sistema DQS (Ducati Quick Shift) 2.0, che introduce una nuova funzione “salva-cambio” particolarmente interessante. Ducati l’ha introdotta nel 2025, rendendola disponibile anche sulle versioni V4, e presente anche sulla Streetfighter V2.
Il principio è semplice ma raffinato: il sistema, tramite sensore, è in grado di rilevare quando l’ingranamento tra i denti delle ruote del cambio non è perfettamente allineato durante la cambiata e interviene correggendo la velocità relativa di rotazione.
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Avete presente la Streetfighter V2? Ecco, fate un bel reset. Non serve cancellare tutti i gigabyte di dati dedicati nel cervello, ma tenete a mente giusto quelle due o tre caratteristiche che ricordate (soprattutto se siete felici possessori della seducente versione 955). Perché solo mettendola a confronto si può davvero apprezzare il lavoro fatto a Borgo Panigale su questa nuova Streetfighter V2, da noi provata nella versione S che vede mono e forcella Ohlins e batteria a litio. Qui non parliamo di evoluzione, ma di rivoluzione vera e propria. Rispetto alla precedente roadster, i punti in comune sono pochi e ben precisi: il design inconfondibile, la configurazione bicilindrica e lo spirito da fun-bike. Il resto è tutto nuovo.
Guarda la galleryEseguendo degli ulteriori micro-tagli sull’accensione (nell’ordine dei millesimi di secondo), in modo da sincronizzare perfettamente le velocità angolari tra ruota motrice e ruota condotta. Questo processo evita strisciamenti dannosi tra i denti degli ingranaggi, contribuendo a ridurre l’usura e ad allungare sensibilmente la vita del cambio oltre che ridurre la rumorosità.
Una tecnologia pensata non solo per proteggere la meccanica, ma anche per garantire maggiore fluidità e precisione nei cambi marcia, migliorando l’esperienza di guida complessiva più che incrementare le performance.
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