La Cina non gioca più il ruolo di fornitore invisibile, ma è ormai protagonista di primo livello, anche sul difficile mercato italiano
Come avrete intuito, questo numero di InMoto è dedicato alla Cina e alle altre nazioni emergenti “a Oriente”, come l’India. Perché? Perché oggi se ne fa un gran parlare: le moto cinesi non sono più un fenomeno relegato a pochi, sconosciuti modelli, che scimmiottano la produzione occidentale. Alcune aziende cinesi ormai sono entrate nella quotidianità dei motociclisti, sono ormai nomi noti. Grazie soprattutto a politiche di vendita aggressive e prezzi super competitivi. Si è già detto tantissime volte, ma il fenomeno della Benelli TRK che riesce, dopo anni di predominio teutonico (leggasi BMW GS), a diventare la moto più venduta in Italia (Paese di grande cultura motociclistica) andrebbe studiato nelle università.
Probabilmente, nessuno si aspettava una così rapida e incontenibile ascesa. Nemmeno Benelli. Di fatto oggi le moto cinesi rappresentano la porta di accesso al mondo delle due ruote, un po’ come avveniva parecchi anni fa con le gloriose 125 due tempi. Allora le esigenze erano diverse: si cercavano soprattutto senso di libertà e prestazioni, che tutte le 125 possedevano. Il sogno di ogni giovane motociclista era la velocità.
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