Il Focus2R fotografa città poco attente a moto e scooter

Il Focus2R fotografa città poco attente a moto e scooter

L’8a edizione del rapporto racconta una crescita costante di utilizzo del mezzo a due ruote in città, alla quale non segue un altrettanto rapido aumento dell’attenzione delle amministrazioni per le esigenze di motociclisti e scooteristi

30.01.2024 ( Aggiornata il 30.01.2024 11:23 )

Si chiama Focus2R, ed è un rapporto che ogni anno fotografa la situazione della mobilità su due ruote, bici e moto, nei comuni italiani. Si parla allora di sicurezza, di parcheggi, di accesso alle ZTL o alle corsie dei mezzi pubblici.

Promosso da Confindustria Ancma e Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia, quest’anno il Focus2R è giunto all’8a edizione, fotografando - di nuovo! - una situazione in chiaroscuro per moto e scooter. A cominciare dalla scarsa attenzione delle amministrazioni comunali per la nostra sicurezza. Ma andiamo con ordine.

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Uno studio completo, ma Roma dov’è?

L’indagine rappresenta la più completa e aggiornata panoramica delle politiche attuate dalle amministrazioni cittadine dedicate a ciclisti urbani e motociclisti. È stata realizzata inviando un questionario nel 2022 a 106 Comuni capoluogo di provincia. Hanno risposto 99 amministrazioni, un po’ meglio delle 94 dello scorso anno, ma colpisce molto negativamente che fra le città che non hanno inviato dati, al fianco di Catania, Cosenza e Matera, ci sia un peso massimo come Roma. Una scelta questa del silenzio, che è un peccato due volte. Perché Roma è la capitale d’Italia e perché è la città dove c’è il maggior numero di mezzi a due ruote.

L’apertura dello studio è ottimistica: “non si arresta la crescita degli spostamenti privati sulle due ruote a pedale e a motore in Italia, in particolare quelli con i motocicli, che passano dal 2,6% del 2019 al 4,1% del 2022”, anno di riferimento del rapporto odierno. Una tendenza partita negli anni del Covid, quando la mobilità privata ha conosciuto un forte impulso, per la paura di contrarre il virus nell’ambiente promiscuo dei mezzi pubblici. Da allora le vendite di mezzi a due ruote crescono, come fotografiamo ogni mese commentando i dati di mercato; probabilmente perché moto e scooter sono l’unico mezzo di trasporto possibile per evitare le lunghe code che affliggono tutte le città.

Ciononostante, dobbiamo con molta delusione rimarcare ancora una volta come la nostra sicurezza non sia una priorità per la maggior parte delle amministrazioni comunali; anche se c’è un leggero miglioramento. Nei due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUM e PGTU) non è considerata ancora una priorità dal 42% dei comuni (nel 2021 erano il 49%), a cui si aggiunge un 21% che la indica come priorità bassa (era il 18%). Il miglioramento è nel fatto che il 10% dei comuni la indicano come priorità molto alta, e se vi sembra poco, considerate che l’anno prima erano l’8%. Piano piano il concetto fa breccia. Ma piano eh.

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Moto e scooter nelle nostre città

Nel 2022 hanno circolato in media nei capoluoghi italiani oggetto della rilevazione 14,42 motociclette ogni 100 abitanti; erano 13,53 nel 2021 e 13,38 nel 2015. Per densità di moto e scooter spiccano le province liguri di Imperia e Savona, con circa 30 motocicli ogni 100 abitanti, seguono con più di 20 Pesaro, Rimini, Trieste, Agrigento e La Spezia.

Le corsie dei mezzi pubblici restano ancora precluse ai nostri veicoli nell’88,2% delle città, con gli esempi virtuosi di Taranto, Imperia e Torino che le lasciano aperte. Ma sono diversi i nuovi divieti, visto che nel 2020 erano 8 le città che lasciavano aperte le corsie dei bus. Oggi restano parzialmente aperte alcune corsie di Bergamo, Como, Genova, Milano e Reggio Calabria. In compenso cresce la percentuale dei comuni che lasciano le ZTL libere alle moto: oggi al 55%, nel 2021 era il 54, nel 2015 il 41%.

Aumentano un po’ anche i parcheggi dedicati: nel 2022 10 comuni hanno deliberato la realizzazione di nuovi stalli. Firenze si conferma la città con la maggiore disponibilità pro capite (96 posti ogni 1.000 abitanti) seguita da Imperia e Savona. Ma ben 34 città non raggiungono ancora 5 stalli ogni 1.000 abitanti, e solo in quattro casi il valore è superiore a 40. Va segnalato che a questa domanda sui parcheggi hanno risposto il 59,4% delle 99 amministrazioni che hanno partecipato al sondaggio. Era una domanda scomoda?

Per quanto riguarda la mobilità condivisa, come anticipato, lo sviluppo è ancora in ritardo rispetto alla crescita di quello dedicato alle biciclette, anche se nel 2022 lo sharing di moto/scooter elettrici è stato disponibile in 13 comuni, 5 in più rispetto al 2020 e 10 in più rispetto al 2015. A questo si aggiunge che nel corso dell’anno 17 comuni hanno deliberato o previsto nuovi bandi per la condivisione dei veicoli, sia per rinnovare servizi esistenti che per individuare nuovi operatori.

76 città hanno almeno una zona 30 km/h, 18 hanno almeno un limite a 20 km/h, e altre 8 hanno introdotto limiti di 15 km/h o inferiori.


Spesso in città si è costretti a rischiare la multa per parcheggiareQuanti punti di ricarica per gli elettrici?

Il 70% dei comuni ha almeno un punto di ricarica. La crescita è sensibile: eravamo al 65% solo l’anno prima, e al 42% nel 2015. Però ci sono 12 comuni che ne hanno 5 o addirittura meno; e sono solo 20 i comuni che ne hanno oltre 30.
I record? Firenze è da sempre una città molto aperta all’elettrico, e guida la classifica con 410 colonnine. Al secondo posto Milano, con 302, quindi Novara (273), Catania (150), Genova (110). In tutta Italia nel 2022 sono stati censiti 2975 punti di ricarica.

Gli ostacoli all’acquisto

A margine del Focus2R, è stata presentata una ricerca della società di consulenza Kantar che ha evidenziato, su un campione di 1500 questionari e 36 colloqui in profondità, le più importanti barriere all’acquisto dello scooter. Ecco la classifica.

Al primo posto troviamo le strade dissestate, quindi i costi assicurativi, l’utilizzo limitato in caso di pioggia, il rischio furti, il costo d’acquisto elevato, l’impatto negativo sull’ambiente, la paura di essere investiti, l’utilizzo limitato in base alle stagioni, i costi di esercizio e la capacità di carico limitata.

Per gli scooter elettrici la classifica vede al primo posto l’autonomia limitata della batteria, quindi il costo d’acquisto elevato, la difficoltà nel ricaricare il mezzo, il rischio di furto, la scarsità di colonnine di ricarica. Le strade dissestate sono solo al 7° posto in questo caso.

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