Suzuki e Honda, perché usano ancora motori di 20 anni fa?

Suzuki e Honda, perché usano ancora motori di 20 anni fa?

Eicma ha portato delle novità giapponesi con motori che derivano dai leggendari K5 e CBR 2008. Ma perchè questi motori vengono ancora usati e come fanno a rimanere al passo con i tempi?

24.11.2023 11:01

Sulle moto di nicchia gli investimenti sono limitati

Il terzo punto è puramente economico: le aziende giapponesi non vogliono investire in maniera massiccia su nicchie di mercato nelle quali si vendono pochi esemplari, ne verrebbe meno il guadagno che è lo scopo per il quale tutte le grandi case costruttrici esistono. Con così poche moto vendute, meglio utilizzare motori che hanno già ampiamente ammortizzato i costi di sviluppo e che possono rappresentare comunque un prodotto concorrenziale e al passo con i tempi.

La domanda corretta da fare, dunque, sarebbe opposta a quella del titolo di questo articolo: quanto avanti erano i giapponesi nei primi anni '00? Sono riusciti a creare dei motori che a distanza di tantissimi anni, e con pochissime modifiche, riescono ad essere incredibilmente al passo con i tempi: potenti, leggeri, robusti e affidabili che non sentono il peso degli anni sulle spalle. Con prodigi del genere, non c'è davvero alcun motivo di riprogettare motori con la stessa architettura da zero.

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Honda, come sempre, riempie il Salone di Milano con uno stand ricco di novità, e una di quelle più interessanti è senza dubbio la nuova Honda CB1000 Hornet, che entra nella famiglia assieme alla 750 ma con caratteristiche tecniche molto diverse e più vicine a quelle della precedente CB1000 Neo Sports Cafè, che va a sostituire.

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