Suzuki e Honda, perché usano ancora motori di 20 anni fa?

Suzuki e Honda, perché usano ancora motori di 20 anni fa?

Eicma ha portato delle novità giapponesi con motori che derivano dai leggendari K5 e CBR 2008. Ma perchè questi motori vengono ancora usati e come fanno a rimanere al passo con i tempi?

24.11.2023 11:01

Qualche tempo fa lamentavamo la scomparsa dei 4 cilindri in linea dai radar, dato che per anni non abbiamo ricevuto nessuna novità soprattutto da parte di chi con questa architettura ha costruito un'intera era motociclistica fra anni '80 e 2000, i giapponesi. EICMA 2023 ci ha però dimostrato che i quattro pistoni affiancati non sono stati dimenticati e fra le novità principali del salone ci sono Honda CB1000 Hornet e Suzuki GSX-S1000GX (qui la prova). 

Motori così vecchi su moto nuove?

Però... c'è un però. I motori montati da queste due novità assolute sono derivati da propulsori che arrivano dritti dal passato. Suzuki non nasconde che la sua nuova crossover stradale è equipaggiata col leggendario K5, il motore che ha debuttato sulla GSX-R 1000 del 2005 e che anno dopo anno resiste nei listini sotto le carene di diversi modelli. Le moto evolvono ma lui rimane sempre fedele a sè stesso.

Honda porta avanti un 4 cilindri dalla filosofia simile, derivato da quello montato per la prima volta sua CBR 1000RR del 2008 da 999cc (ma poi rinnovato nel 2017 con l'utilizzo del ride-by-wire), quando è stato necessario adattarlo a prestazioni maggiori per tenere il passo della concorrenza. È quest'ultima versione ad equipaggiare la nuova Hornet 1000 in maniera del tutto simile a quello che fece la sua antenata, la Hornet 900, che era equipaggiata con il 4-in-linea della CBR 900 anni '90. 

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